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World Press Photo 2017: quando arte e giornalismo si incontrano

World Press Photo 2017, An Assassination in Turkey - Burhan Ozbilici, 19.12.16
An Assassination in Turkey - Burhan Ozbilici, 19.12.16
An Assassination in Turkey – Burhan Ozbilici, 19.12.16

World Press Photo 2017, Palazzo delle Esposizioni, Roma – fino al 28 maggio 2017

Tra i vari concorsi di fotogiornalismo, il World Press Photo è certamente il più importante: organizzato dall’omonima fondazione – con sede ad Amsterdam – ogni anno riunisce una giuria indipendente di esperti internazionali con l’obiettivo di premiare gli scatti più meritevoli. Una volta proclamati i vincitori, le opere scelte sono assemblate in una mostra itinerante, ospitata in tutto il mondo. Per l’edizione del 2017 sono state decise 8 categorie: Contemporarey Issues, Daily Life, General News, Long-Term Projects, Nature, People, Sports, Spot News, mentre 5.034 sono stati i fotografi che hanno candidato i propri lavori e 80.408 le immagini sottomesse. Numeri impressionanti, che già da soli bastano a suggerire quanto sia difficile e gratificante non solo ottenere l’ambitissimo riconoscimento World Press Photo of the Year ma anche classificarsi in una delle categorie.

Il vincitore assoluto di questa edizione è stato Burhan Ozbilici, dell’agenzia The Associated Press di Istanbul: con l’impressionante e già celeberrimo scatto An Assassination in Turkey, contenuto nella categoria Spot News, Burhan Ozbilici è riuscito a eternare l’uccisione dell’ambasciatore russo in Turchia Andrei Karlov da parte di un poliziotto fuori servizio, Mevlut Mert Altintas. Il diplomatico è stato assassinato mentre pronunciava un discorso all’interno di una galleria d’arte ad Ankara: il giovanissimo agente ha urlato “Allahu Akbar” e poi “Non dimenticate Aleppo. Non dimenticate la Siria” prima di morire nello scontro a fuoco con le forze speciali turche, dopo aver ferito altre 3 persone.

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A Roma la mostra World Press Photo 2017 si tiene presso il Palazzo delle Esposizioni dal 28 aprile al 28 maggio 2017 e tantissimi sono gli spunti di riflessione che ognuna delle opere presentate è in grado di dare. Per questo è importante visitarla: inclini come siamo a visionare velocemente e superficialmente le immagini dal nostro telefonino o dallo schermo di un computer, rischiamo di disabituarci alla bellezza di una foto stampata in alta risoluzione e in grande formato. Ma è solo così, in fondo, che è possibile cogliere ogni particolare e lasciarsi invadere da tutte le sensazioni che certi scatti possono suscitare. Un discorso che non vale soltanto per l’agghiacciante sequenza presentata da Ozbilici, che dal vivo mozza davvero il fiato nonostante sia ormai arcinota: una sensazione di orgoglio e coraggio dovrebbe cogliere chiunque si soffermi di fronte a “Taking a Stand in Baton Rouge”, firmata da Jonathan Bachman e 1° classificata nella categoria Contemporary Issues – Singles. Ritrae, infatti, la giovane Iesha Evans nell’atto di protestare contro le violenze della polizia ai danni della gente di colore dopo l’omicidio di Alton Sterling, ucciso da due poliziotti bianchi che lo hanno colpito con alcuni colpi esplosi a distanza ravvicinata mentre si trovava immobilizzato a terra.

World Press Photo 2017,
Taking a Stand in Baton Rouge – Jonathan Bachman, 09.07.16

La serie Cuba on the Edge of Change del cileno Tomás Munita, vincitrice della categoria Daily Life – Stories, proietta lo spettatore in un limbo sospeso tra storia e irrealtà anche grazie ad alcuni scatti effettuati in occasione del funerale di Fidel Castro: basta soffermarsi davanti a Members of Ejército Juvenil del Trabajo, a youth auxiliary wing of the Revolutionary Armed Forces, wait along the road to Santiago de Cuba at dawn for Castro’s funeral procession to pass per sperimentarlo.

World Press Photo 2017,
Members of Ejército Juvenil del Trabajo, a youth auxiliary wing of the Revolutionary Armed Forces, wait along the road to Santiago de Cuba at dawn for Castro’s funeral procession to pass – Tomás Munita, 03.12.2016

Nella medesima categoria, ma al terzo posto, c’è spazio anche per il poetico lavoro di un italiano: Francesco Comello. La serie Isle of Salvation ci racconta di una comunità ortodossa fondata negli anni ’90 da un prete ortodosso tra Mosca e Yaroslavl. Qui non esiste la TV, non si usa il denaro, si prega Dio, si lavora la terra, si studia e si danza. Ogni gesto ha un afflato spirituale, anche il procurarsi acqua potabile: ecco perché, ad esempio, un pozzo va benedetto.

World Press Photo 2017,
The well – an important source of drinking water for the community – is blessed – Francesco Comello, 19.01.15

Un altro scatto che colpisce immediatamente, grazie alla bellezza dei colori in contrasto con la drammaticità del soggetto, è il primo classificato nella categoria Nature – Singles: Caretta Caretta Trapped, di Francis Pérez. Una tartaruga tenta di nuotare, intrappolata da una rete che qualcuno ha abbandonato nelle acque di Tenerife.

World Press Photo 2017,
Caretta Caretta Trapped – Francis Pérez, 08.06.16

 

Infine, straordinariamente significativo già nel titolo è What ISIS Left Behind, scatto vincitore della categoria People – Singles e firmato da Magnus Wennman: ritrae la piccolissima Maha in un campo profughi di Debaga in Iraq mentre la madre tenta di confortarla, cogliendo un istante di desolante tenerezza che ben riassume le sofferenze a cui va incontro la popolazione civile durante una guerra.

World Press Photo 2017,
What ISIS Left Behind – Magnus Wennman, 18.09.16

Il connubio tra fotografia e giornalismo è il modo migliore per informare e sensibilizzare attraverso le immagini: con il World Press Photo questa missione diventa pura arte.

Informazioni utili

World Press Photo 2017

Dal 28 aprile al 8 maggio 2017
Roma, Palazzo delle Esposizioni
Orari:
da martedì a domenica: 10:00 – 20:00
venerdì e sabato: 10:00 – 22:30
lunedì chiuso
www.palazzoesposizioni.it

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