I Baustelle in concerto a Milano con il tour “Dell’amore e della violenza”.
“Antipatici”, “snob” (ma preferiscono “dandy”) “pessimisti (cosmici!)”, “tristi”. Loro, però, sono senza dubbio toscani e quindi ci scherzano su: “è la verità. Pure voi lo sarete ogni tanto. Andate a fanculo voi e la vostra allegria del cazzo”, precisa Bianconi un po’ blasé un po’ maledetto toscano e quindi schietto. Per chi è cresciuto con i Baustelle, con il Sussidiario illustrato della giovinezza, poco importa se il loro piglio è egocentrico, poser, gli indie se ne f…regano delle etichette.
Al di là di come siano i Baustelle o le loro canzoni, il concerto è stato tutto fuorché triste. Da romantici a Milano piuttosto, con quel sano struggimento che non diventa melò. All’Alcatraz, si recupera così la data saltata del Carroponte: “Nessuna pioggia profanerà i nostri cuori già allagati. Stavolta no”.
Il tour di “L’amore e la violenza” (2017), quasi al termine, propone nel bis meneghino i pezzi storici (Un romantico a Milano, Charlie fa surf) e le ultime uscite, tra cui la meravigliosa il Vangelo di Giovanni. Dopo l’apertura di Lucio Corsi (altro toscano) il gruppo dà inizio alle danze con una cover, “Henry Lee” di Nick Cave e PJ Harvey.
I Baustelle contrappongono l’amore alla guerra, quella sottile di ogni giorno come quella integralista. Per il trio toscano, del resto, c’è come sempre l’urgenza di fotografare l’attualità con un taglio poetico. Come loro, fra i pochi in Italia sono ancora in grado di fare. Invece con Amanda Lear si può trovare un “osceno” pop meno piatto e vacuo di tanta roba che c’è in giro.
Del resto questo è il loro manifesto della maturità. I mistici si sporcano le mani con il quotidiano che non sempre si disvela chiaramente, o positivamente. Eppure questo album è un inno alla vita: “Io non sono stato mai così tanto / schiavo del mondo e attaccato alla vita / Una falena di luce drogata”, Io non ho provato mai così tanta / voglia di vivere e fame e sete”.
E contro ogni violenza Bianconi chiosa a fine concerto: “Bruciate, bruciate, bruciate d’amore cazzo”.