Il Reliquiario di Montalto attribuito all’artista francese Jean Du Vivier (attivo a Parigi alla corte di Carlo V, nella seconda metà del XIV secolo) sarà esposto fino al 31 gennaio 2018 nella Cappella della Maddalena del Museo del Bargello. Il reliquiario, donato da papa Sisto V, era conservato nel Museo Sistino Vescovile di Montalto, che dal terremoto del 30 ottobre 2016 è inagibile.
Il Museo Nazionale del Bargello ha voluto ospitare questo raro capolavoro di oreficeria medioevale per due motivi: innanzitutto perché fosse visibile anche durante i necessari lavori di restauro dell’edifico storico dove sono esposte le collezioni e in secondo luogo, ma non meno importante, perché l’attenzione del pubblico non si distolga dalla critica situazione che il sisma ha provocato nelle regioni centroitaliane.
Il reliquiario, formato da una teca centrale in oro destinata a contenere preziose reliquie, è eseguito con una tecnica preziosa e difficile, quella dello smalto ‘en ronde bosse’ che permetteva di ricoprire il metallo di colori splendenti anche nelle parti in aggetto. La lucentezza di questo materiale gareggia con quello delle gemme e delle perle. La parte più antica in oro è attribuita al celebre orafo parigino della fine del XIV secolo, Jean Du Vivier che ha lavorato per il re di Francia Carlo V (1364-1380). Il reliquiario divenne, per la rarità del suo contenuto sacro e per l’elezione della sua forma artistica, oggetto di desiderio di sovrani, papi e cardinali passando di proprietà rapidamente dai duchi di Borgogna, a Ferdinando IV del Tirolo, a Lionello d’Este marchese di Ferrara e, tramite il gioielliere tedesco Giacomo de Goldemont, a papa Paolo II Barbo (1464-1471). Infine, papa Sisto V Peretti (1585-1590) dona il reliquiario alla cittadina marchigiana di Montalto, “sua carissima patria”.
L’esposizione mira, inoltre, a sostenere una raccolta fondi – con un crowdfunding e mettendo a disposizione nel bookshop del Museo del Bargello alcune pubblicazioni sul reliquiario – destinata al restauro del museo di Montalto e di altri monumenti danneggiati dal sisma, appartenenti alla rete museale dei Musei Sistini del Piceno.
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