La retrospettiva di Mimmo Pesce a Roma, tra rivolta e creazione.
A Roma, ad un anno dalla morte dello scultore, nonché disegnatore, pittore, performer, scomparso a soli 70 anni, è in mostra la retrospettiva di Mimmo Pesce.
La mostra, a cura di Officinenove, nelle persone di Soldini Paola e Monica Pirone, con la collaborazione di Roberta Filippi, nasce dall’idea di riunire un numero imponente di opere che raccontino le tappe più importanti del percorso artistico di Mimmo Pesce, passando dalla scultura, ai primi video delle performances anni ’70, dai disegni all’oreficeria, narrando la storia di un artista, discusso ed amato al contempo, nel panorama artistico e culturale romano.
Insegnante per moltissimi anni in un Liceo Artistico romano e artista attivo, sempre vigile e pronto alla provocazione, non conforme a nessun tipo di istituzione dell’arte, ribelle nelle idee e coerente nella vita, Mimmo Pesce fa sentire la sua assenza, sia sul piano della produzione artistica che sul piano del contributo intellettuale.
Attorno a questo evento sono accorsi gli artisti romani legati a Mimmo da amicizia e stima e curatori di diverse generazioni, critici e fotografi, che hanno contribuito alla creazione di un catalogo che riunisce il maggior numero di opere, per poter meglio raccontare il percorso formidabile di un’artista dinamico e sempre attivo.
ArtsLife ha intervistato una delle curatrici, Paola Soldini:
–A distanza di un anno dalla morte dell’artista avete scelto di curare una retrospettiva in suo onore, che tipo di rapporto vi lega a Mimmo Pesce?
Una grande e lunga amicizia, una conoscenza profonda e diversa per ognuno di noi…dai tempi del liceo che frequentavo come allieva e lui come professore. Negli anni abbiamo fatto diverse esperienze insieme, anche una galleria: il Crac in piazza della Cancelleria,
con altri carissimi amici Antonello Erika, Giorgio, Antonello T. , Manuela… E poi negli anni , eventi artistici e di vita. Ma non è questo che ci ha dato la spinta per montare questa mostra, che non amo definire “retrospettiva” anche se lo è… Mimmo è perennemente contemporaneo, ed è questo che vogliamo ribadire con questa mostra. Mi piacerebbe che le persone che conoscevano Mimmo come un artista che non scendeva a patti, e che lo ritenevano spigoloso e poco malleabile, finalmente ora si sentano liberi di guardare l’opera di Pesce senza pregiudizi.
-Dalle opere si evince una personalità complessa ed eclettica , com’era nella vita?
Complesso ed eclettico, ma anche molto dolce, paterno, seduttivo sempre VIVO. Era un uomo in fermento, le sue opere subivano sempre dei “rimpasti”, cambiavano con il tempo, perché il tempo cambia e l’artista cambia, l’opera non può rimanere lì monolitica. Solo le opere vendute hanno subito un’arresto… per ovvi motivi.
-L’artista ha raggiunto traguardi molto importanti, arrivando anche a quotazioni di grande rilievo, ci volete raccontare i suoi esordi e i primi successi?
Gli esordi sono legati agli anni dell’Accademia di cui ho sentito parlare da lui e da altri amici comuni, il corso con Fazzini, subito dopo le prime performance , come quella citate nel catalogo, nella macelleria Feroci in via Ripetta. Poi l’insegnamento e la gestione della Librogalleria Il Ferro di Cavallo, in cui ho promosso le opere di altri artisti ed esposto anche personalmente…
-Nelle sue opere è ricorrente la figura della vagina, avete qualche aneddoto che volete condividere con noi?
Si ricorre il tema della vagina… ma non solo, osservando le opere è la seduzione e il mistero che racconta, l’organo sessuale femminile rappresenta sicuramente il mistero… poi c’è la provocazione, elemento fondamentale nell’opera di Mimmo. L’aneddoto che posso raccontare è che sono stata una delle amiche ad accettare di farsi “calcare”, sottovalutando l’operazione a cui mi stavo sottoponendo, oltre ai tempi lunghissimi. E solo alla fine dell’operazione, al momento del “distacco” ho capito che non mi ero depilata a dovere…
– So che a questa mostra avete affiancato un catalogo, quanto è stato difficile fare una raccolta di documenti di un artista che non ha mai voluto fare archivi?
Non è proprio esatto, nel senso che Mimmo aveva un suo archivio privato, ora di proprietà delle figlie Tania e Silvia, materiale raccolto nell’arco di quasi cinquant’anni… locandine di tutte le mostre, foto, studi, certificazione di opere vendute, anche perché da anni voleva fare un catalogo.. Quindi diciamo che il materiale non manca, anzi, ce n’è per farne altri due. E’ stato, invece, difficile accettare di doverlo fare al posto suo, cercando di capire se sarebbe stato d’accordo con le scelte che stavamo operando. Sicuramente è un catalogo “parziale”, ripeto, per il numero delle opere che Mimmo ha prodotto. Mancano ad esempio i quadri, buona parte dei disegni, ma dovevamo fare spazio a Pesce scultore, e un taglio andava dato.
Un catalogo realizzato in veramente pochissimo tempo, con l’aiuto economico dei suoi amici e la dedizione di chi lo conosceva anche meno ma non ha
esitato un attimo dal dedicarsi a questo lavoro. Da parte nostra forse si sentirà poca obiettività, perché quello ci ha mossi è un grande affetto e stima per Mimmo, ma la sua “importanza” nell’arte è innegabile e talmente evidente che, tutto sommato, è stato facile.
La mostra sarà visitabile fino al 30 novembre 2017 alle ore 19, con finissage che sarà dedicato alla presentazione del catalogo alla presenza di alcuni degli autori , con i curatori e con una serata live music fino alle 23, in questo periodo non sono compresi il sabato e la domenica.
Officinenove
Via del Casale Galvani n.9 Roma
Apertura dalle 10.00 alle 12.00 per le scuole, solo su prenotazione.