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White noise. I paesaggi apocalittici del duo Botto&Bruno a Torino

botto bruno white noise Botto&Bruno, Black silence V, 2017, lasercopy, colori a vernice, china, collage su carta, cm 40,6x28 - Courtesy of Alberto Peola Arte Contemporanea
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Botto&Bruno, Black silence V, 2017, lasercopy, colori a vernice, china, collage su carta, cm 40,6×28 – Courtesy of Alberto Peola Arte Contemporanea

Torino, Galleria Alberto Peola. Fino al 3 febbraio 2018 in mostra il duo artistico Botto&Bruno -Gianfranco Botto (Torino, 1963) e Roberta Bruno (Torino, 1966)- con la mostra White noise, rumore bianco, come il titolo del romanzo di Don DeLillo del 1985 e come quello della prima opera che accoglie i visitatori della galleria torinese.

>> Paesaggi apocalittici e nubi tossiche. Città che diventano gigantesche periferie che sembrano sciogliersi e inglobare oggetti e storie, edifici e vite.

“Ogni piccolo frammento di immagine racconta una storia, è una traccia. Ognuno di noi, in base alla propria esperienza di vita, può ricostruire una storia personale”, dicono Botto&Bruno.

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Botto&Bruno, Future islands II, 2017, imprimiture a tempera, graphite, collage e decollage su carta, cm 50×70 – Courtesy of Alberto Peola Arte Contemporanea

La lentezza della realizzazione delle opere si rispecchia anche nella fruizione, esse devono essere scrutate, guardate a lungo, quasi contemplate per coglierne ogni particolare rilevante. Quello che accade allo spettatore è ciò che accade quando un paesaggio conosciuto si trasforma in qualcosa di misterioso, un animale capace di abbattere, stritolare e di negare ciò che serve diventando una vera e propria trappola.

Una sala in bianco e nero riporta in una dimensione meno apocalittica, tramite dei disegni. “A differenza degli altri lavori -spiegano gli artisti- siamo partiti dal fantastico per raggiungere il reale, è stato come attuare un procedimento opposto a quello abituale”.

La stanza, le cui pareti sono occupate da fogli stropicciati, diventa una grotta abitata da una natura che vuole “riprendersi i suoi spazi”. Indispensabile anche in questo caso la lentezza di esecuzione: migliaia di piccoli segni realizzati con un pennello per ideogrammi giapponesi che si sovrappongono tra di oro e alle immagini che a poco a poco vengono risucchiate dalla parete.

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Botto&Bruno, particolare della mostra – Courtesy of Alberto Peola Arte Contemporanea

Nel finale lo spettatore si trova dinnanzi ad un lungo fregio in bianco e nero che ogni tanto si allarga per “fare posto” alla ricomposizione di un paesaggio. La dimensione stretta e ansiosa cambia e si apre quando c’è posto per un’idea di serenità. Gli artisti aprono per noi la scena, ma lasciano spazio all’immaginazione: anche questi ultimi paesaggi hanno delle tracce di una vecchia malattia, ma a differenza degli altri casi ci potrebbe essere una cura.

Informazioni utili

White Noise

Botto&Bruno

Galleria Alberto Peola – Arte contemporanea 

Via della Rocca, 29 – 10123Torino

 

Tel. +39 011 8124460

 

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