Bertolami Fine Arts chiude il 2017 con un record: Cristo e l’adultera, un olio su tela di Angelo Caroselli è passato di mano per la cifra record di 321.875 euro partendo da una base d’asta di 35.000.
L’eclatante risultato, raggiunto durante l’asta che si è tenuta lo scorso 4 dicembre a Roma, è il miglior prezzo mai realizzato dall’artista in un passaggio in asta, oltre che una delle migliori performance registrate negli ultimi anni in Italia per la vendita di un dipinto antico.
Da decenni considerato irreperibile, il capolavoro di Caroselli è stato solo di recente rintracciato e immediatamente sottoposto a vincolo di notifica da parte dello Stato italiano, un provvedimento che, in questo caso, non ha in alcun modo scoraggiato i contendenti in gara per l’aggiudicazione: «Naturalmente italiani – precisa Giuseppe Bertolami, amministratore unico della casa d’aste di Palazzo Caetani Lovatelli – a conferma della nostra convinzione che può esserci un mercato interessante anche per le opere notificate, quando si tratti di veri capolavori. Per questo le trattiamo. Certo, sarebbe stato splendido scoprire tra i partecipanti all’asta il nome di qualche nostro importante museo pubblico, ma, anche questa volta, lo Stato italiano non ha alzato la paletta. Dobbiamo invertire la rotta: Bertolami Fine Arts si impegnerà in questa direzione promuovendo campagne popolari di raccolta fondi finalizzate all’acquisto di opere da donare a collezioni pubbliche. Parliamo di una modalità di sostegno del patrimonio culturale della nazione che nel mondo anglosassone è prassi e deve diventarlo anche da noi».
L’autore del grande olio su tela (124×145 cm) è Angelo Caroselli (Roma, 1585 – 1652), personalità artistica brillante e complessa attiva a Roma nella prima metà del Seicento. L’analisi stilistica del capolavoro finalmente ritrovato consente di datarlo intorno al 1630, cruciale momento di snodo tra ultimi bagliori del caravaggismo, voglia di classicismo, tendenze neo-venete e albori del barocco. A farne salire vertiginosamente le quotazioni ha contribuito, oltre all’indiscutibile qualità della pittura e alla spettacolare composizione, la prestigiosa provenienza. La secolare storia del dipinto è infatti ineccepibilmente documentata dal 1692 al 1962, il lungo tratto di tempo in cui appartenne alla famiglia Chigi.
Il lotto del record era la punta di diamante di un’asta costituita da circa duecentocinquanta opere – dipinti, sculture, disegni dal XIV all’inizio del XIX secolo – di qualità mediamente alta e prezzi decisamente interessanti: «una combinazione che oggi il mercato dell’arte antica consente e che era il punto di forza del nostro catalogo – spiega il capo dipartimento Luca Bortolotti – Il risultato finale ha comunque pienamente confermato la tendenza degli ultimi anni: il collezionismo di settore si è fatto selettivo e reagisce prontamente solo di fronte all’eccellenza».
E infatti a salire sono stati i pezzi in cui tutto confluiva per accontentare il più esigente dei compratori: qualità, gusto, conservazione, provenienza e una valutazione allettante
Tra le migliori performances quella del lotto 218, un piccolo avorio raffigurante la Fuga di Enea da Troia firmato da Johann Leonhard Bauer. Partiva da una base d’asta di € 15.000 ed è stato aggiudicato a € 67.500
Scultore e orafo di eccellente livello, Johann Leonhard Bauer operò prevalentemente ad Asburgo realizzando sculture in avorio, argenti e mobili. L’avorio offerto in vendita da Bertolami Fine Arts, finemente scolpito e in eccellente stato di conservazione, era un tipico esempio della sua produzione, nella scelta dei soggetti spesso ispirata a famose incisioni. In questo caso il modello è la Fuga da Troia di Nicolas Gabriel Dupuis (Paris 1698-1771), opera conservata alla Biblioteca Nazionale di Parigi.
Alta qualità e notevole potenza espressiva anche per un dipinto caratterizzato da una brillante invenzione iconografica del Guercino: la visita di Salomè al Battista incarcerato per aver criticato il matrimonio di Erode con Erodiade, un episodio non menzionato nel Vangelo di Marco. Il soggetto ebbe grande successo e Guercino lo propose in almeno quattro redazioni, talora con la partecipazione di aiuti. Tra esse vi era quella di Bertolami Fine Arts, opera dalla luminosa fortuna critica, essendo stata analizzata in più occasioni da Roberto Longhi e da questi giudicata di autografia strettamente guercinesca. Partito da una base d’asta € 25.000 è stato venduto per € 45.000. In asta anche un disegno attribuito al Guercino che ha raddoppiato la stima minima passando di mano per 3.750 euro. Un prezzo che è l’espressione dello straordinario rapporto qualità prezzo oggi offerto dal mercato dell’arte antica.
Bertolami Fine Arts
ASTA DI ARTE ANTICA, ROMA – 4 DICEMBRE 2017
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