L’eco di Raffaello riecheggia per la Carrara di Bergamo. Un eco (del mito) che pervade fino al prossimo 6 maggio l’Accademia bergamasca. Un inedito percorso espositivo di oltre 60 opere, con notevoli prestiti sia da musei nazionali che internazionali, che permette di ripercorrere la storia di un mito della pittura Italiana, dalla sua formazione fino al suo eco nei secoli e in tutta la storia dell’arte successiva.
Tutto ha preso avvio dal San Sebastiano di Raffaello, capolavoro giovanile appartenente alla collezione stessa dell’Accademia di Carrara, valorizzato nel diventare protagonista di un’esaustiva indagine sul maestro urbinate, sviluppata in un efficace racconti a più capitoli. Si parte dalla sua formazione, con opere sia del padre Giovanni Santi (già capo di una fiorente bottega) sia dei maestri Perugino, Signorelli e Pinturricchio, che restituiscono il clima artistico Urbinate di fine Quattrocento/inizio Cinquecento in cui crebbe il giovane Raffaello.
La mostra prosegue poi con un significativo corpus di 14 opere autografate dei suoi anni giovanili (1550/1505), alcune per la prima volta riunite in Europa come le 3 componenti della Pala Colonna (dal Metropolitan Museum of Art di New York, dalla National Gallery di Londra e dall’Isabella Stewart Gardner di Boston) e tre componenti della Pala del beato Nicola da Tolentino (dal Detroit Institute of Arts e dal Museo Nazionale di Palazzo Reale di Pisa), a testimonianza dell’eccezionale contributo critico che l’esposizione intende presentare.
Segue poi un Focus sull’opera “di casa”, il San Sebastiano , con un’interessante indagine sulla genealogia di tale iconografia, sviluppata ponendolo in dialogo con opere di autori che hanno affrontato sia lo stesso tema iconografico sia il genere del ritratto sullo sfondo di paesaggio (il fiammingo Hans Memling, Pietro de Saliba, Giovanni Antonio Boltraffio, Marco d’Oggiono).
Interessanti anche i due capitoli conclusivi, che vanno ad indagare appunto “l’eco del mito”, l’influenza che questo maestro ha saputo vere su tutta la storia dell’arte successiva: il romanticismo storico dell’Ottocento, come si vede nella sensibilità di autori come Giuseppe Sogni, Francesco Gandolfi, Felice Schiavoni, Cesare Mussini, e la contemporaneità, come dimostra il dialogo che hanno saputo tenere con il maestro, tramite citazioni, tributi, iconografie, celebri artisti fra cui Giorgio de Chirico, Pablo Picasso, Luigi Ontani, Salvo, Carlo Maria Mariani, Christo, Vezzosi. Un dialogo volutamente rinnovato anche proprio in occasione della mostra, con l’opera inedita realizzata da Giulio Paolini, Studio per Estasi di San Sebastiano installato nello spazio di norma occupato in Accademia Carrara dal San Sebastiano di Raffaello: un simbolo di dialogo tra i due artisti e di collegamento ideale tra l’Accademia Carrara e la GAMeC che hanno insieme promosso questa importante mostra.
Informazioni utili
Raffaello e l’eco del mito
Dal 27 gennaio al 6 maggio 2018
a cura di Maria Cristina Rodeschini, Emanuela Daffra e Giacinto Di Pietrantonio
Un progetto di Fondazione Accademia Carrara
in collaborazione con GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo in coproduzione con Marsilio Electa
Luogo: Spazi espositivi GAMeC, via San Tomaso 53 Bergamo
Orari: tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.00 (chiusura biglietteria 18.00). Chiuso il martedì
Biglietteria
Intero: 12 euro (valido dai 26 anni in su anche per gli over 65) Ridotto: 10 euro
Ulteriori info, promozioni e convenzioni:
www.raffaellesco.it | info@raffaellesco.it