I grandi Eventi di Treviso 2018, annunciato il calendario.
Il Sindaco Giovanni Manildo e Marco Goldin hanno reso noto il calendario di inaugurazioni del fitto programma di grandi eventi espostivi che aprirà la stagione culturale 2018 della Città di Treviso.
Fulcro della stagione stessa sarà, naturalmente, l’importante mostra su Auguste Rodin che, realizzata in collaborazione con il Musée Rodin di Parigi, dal 24 febbraio e sino al 3 giugno al Museo Santa Caterina. Il centro espositivo è stato rinnovato per l’occasione con l’apertura della splendida Sala ipogea Barbisan. Sarà ripercorsa nella mostra di Treviso, anche attraverso lettere e documenti, l’intera vicenda biografica e artistica del grande scultore, tale da collocarlo al centro della situazione in Francia e in Europa tra gli ultimi decenni del XIX secolo e i primi due del XX. Attenzione particolare verrà data all’influenza che la cultura italiana − da Donatello a Michelangelo a Bernini, ma naturalmente anche il fondamentale rapporto con la Commedia dantesca – ebbe su Rodin nella creazione delle sue opere.
In concomitanza con la mostra di Rodin, aprirà anche la Nuova Pinacoteca Santa Caterina.
La vernice per la stampa di questi due eventi concomitanti sarà giovedì 22 febbraio alle ore 11. L’inaugurazione ufficiale sarà invece divisa per singolo progetto: il 22 febbraio, alle ore 17.30, si inaugura la Nuova Pinacoteca Santa Caterina e il 23 febbraio, alle ore 18, si inaugura la mostra Rodin. Un grande scultore al tempo di Monet.
I due eventi al Santa Caterina saranno preceduti da altri due appuntamenti, stavolta al Museo Luigi Bailo, sempre a Treviso.
Qui, sabato 17 febbraio, alle ore 11.30, è prevista la presentazione alla stampa dell’Omaggio a Gino Rossi e di Arturo Martini. Capolavori del Museo Luigi Bailo. Le due mostre saranno poi inaugurate ufficialmente lo stesso giorno, sabato 17 febbraio, alle ore 18. La loro apertura al pubblico è prevista dall’indomani 18 febbraio fino al 3 giugno.
Gino Rossi è un artista “raro”. La sua produzione supera di poco i 130 dipinti, quantitativamente nulla rispetto alla produzione di altri artisti del suo secolo. Nino Barbantini, storico direttore di Ca’ Pesaro a Venezia, ebbe a ricordare che Rossi riuscì a dipingere per pochi anni soltanto, ed è noto che una parte non trascurabile di quanto da lui creato è finita distrutta o dispersa, per effetto delle sue vicissitudini personali e familiari. La mostra curata da Goldin propone ai visitatori un percorso che in modo preciso configura la vicenda artistica di “uno dei rari pittori italiani che, all’inizio del Novecento – afferma Goldin – hanno respirato per davvero l’aria della grande pittura figurativa europea, secondo una lezione che inizialmente proviene dall’opera finale di Gauguin e dai Fauves”. Gino Rossi, veneziano di origine e di formazione, fu a Parigi la prima volta già tra 1906 e 1907, e lì guardò con ammirazione al simbolismo proprio di Gauguin.
Così come per Gino Rossi (cui, sempre nell’occasione della Mostra su Rodin, viene dedicata una suggestiva mostra collaterale al Bailo), anche per Arturo Martini si è celebrato, nel 2017, il settantesimo della scomparsa. I due artisti, separati solo da pochi anni di età, non solo si conoscevano (dal 1910) ma scelsero di compiere insieme alcuni viaggi di studio, tra i quali quello che li portò a Parigi nel 1912, quando esposero al Salon d’Automne assieme ad altri italiani come Modigliani e De Chirico. Martini presentò la Fanciulla piena d’amore, mentre Gino Rossi la Fanciulla del fiore, che aveva già proposto a Ca’ Pesaro due anni prima.