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Il fiume ha sempre ragione, intervista a Silvio Soldini e Alberto Casiraghy

Il fiume ha sempre ragione, intervista a Silvio Soldini e Alberto Casiraghy

Il fiume ha sempre ragioneIntervista a Silvio Soldini e Alberto Casiraghy in occasione dell’uscita DVD di Il Fiume ha sempre ragione e della mostra milanese dedicata al più poetico degli stampatori italiani.

La fama e il prestigio conquistati nel tempo da Casiraghy e dalle sue edizioni Pulcinoelefante sono tali da annoverarlo tra i nomi più illustri degli stampatori italiani.
Alberto Casiraghy dal 1982 crea libri d’artista nella sua casa-officina di Osnago, in provincia di Lecco, in cui ogni stanza è invasa da carte, strumenti di lavoro, curiosità. Come in un luogo d’altri tempi da Casiraghy scrittori, artisti, intellettuali, ma anche amici e persone qualsiasi si incontrano, chiacchierano e creano.

A Milano una mostra raccoglie oltre duecento volumetti (Pulcini!), esposti insieme a un ampio numero di bozze volteggianti, raccontano il suo mondo. Il percorso, “all’insegna della leggerezza e della poesia” come tiene a precisare, è diviso in tre grandi sezioni: la Filosofia della vita (Saggezza, Amore, Natura); gli Amici (Scrittori, Artisti, Alda Merini); le Arti (Poesia, Musica, Arte, Gastronomia, Tipografia, Libri).

A completamento della mostra una sala è dedicata alla proiezione de Il fiume ha sempre ragione, diretto da Silvio Soldini nel 2016. Il film documentario narra le vicende di due uomini, Alberto Casiraghy e il ticinese Josef Weiss, accomunati dalla passione per la tipografia.Il fiume ha sempre ragione, intervista a Silvio Soldini e Alberto CasiraghyCentinaia e centinaia, tra artisti e poeti, hanno lasciato e continuano a lasciare le loro tracce nei preziosi “pulcini” stampati e illustrati in poche copie (mai più di 30). Enrico Baj, Maurizio Cattelan, Gillo Dorfles, Emilio Isgrò, Franco Loi, Giorgio Manganelli, Gualtiero Marchesi, Bruno Munari, Fernanda Pivano, Arturo Schwarz, Ettore Sottsass, Sebastiano Vassalli, fino a Andy Warhol e i poeti della beat generation, come Allen Ginsberg, per citarne solo alcuni.
Con Alda Merini un rapporto unico, un’amicizia della quale sono stati pubblicati circa millequattrocento titoli.


Abbiamo incontrato Silvio Soldini e Alberto Casiraghy in occasione dell’uscita in DVD di Il Fiume ha sempre ragione, proiettato alla mostra sui Pulcini di Casiraghy (Tipografia e Poesia) in corso fino al 31 marzo presso la Cravel di Milano (Galleria del Credito Valtellinese).

Silvio Soldini (Pane e tulipani, Agata e la tempesta) ha all’attivo una filmografia equamente divisa tra fiction e documentario. Il suo ultimo film, Il colore nascosto delle cose, presentato in concorso alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia, ha per protagonista Valeria Golino nel ruolo di una donna cieca. Quello della cecità è un tema che in passato il regista aveva già affrontato anche in un documentario…

«È giusto partire da qualche cosa che sia molto convincente -ci spiega Soldini- I miei amici ciechi, che ho conosciuto facendo Per altri occhi (Avventure quotidiane di un manipolo di ciechi, 2013), mi dicevano che è molto difficile vengano rappresentati al cinema. Perché tendenzialmente sono personaggi troppo drammatici, non hanno risolto la questione, è come se portassero il dramma della loro condizione, della loro sofferenza, sulle spalle tutto il tempo. Personaggi arrabbiati con il mondo o, a volte, con qualità speciali, un udito pazzesco per esempio, vengono sfruttati per la storia anche in questo modo. Invece la loro “normalità” è molto più difficile che sia rappresentata e quindi questa è stata l’idea, raccontare ciò che io avevo visto e capito del loro mondo».Il fiume ha sempre ragione, intervista a Silvio Soldini e Alberto Casiraghy

Ma questo, per ora è stato l’unico caso. «È successo che mi venisse l’idea di un personaggio, per un film di fiction, da qualcuno che avevo incontrato in un documentario -continua- ma non c’era mai stata prima questa molla che dal documentario mi ha spinto a fare un film su quello stesso argomento. Speriamo accada di nuovo. Magari con Alberto (Casiraghy). Tra un po’ mi verrà in mente di fare un film su…»

«Potresti farmi fare un Cristo risorto, flagellato, non so… -interviene allora Casiraghy- Soldini lo sa già, gli ho confidato che una volta mi ha chiamato Woody Allen perché mi vuol far fare un film erotico, io però gli ho detto che sono già attore di Silvio…»
«Solo che poi non ti ha più chiamato» lo stuzzica Soldini.
«Sì, mi ha richiamato! Ha detto che è un momento un po’ difficile».

“Ti piacerebbe essere messo in croce? Gli artisti prima o poi vogliono essere crocifissi” dice Casireghy nel film. Chiediamo allora se vale anche per loro.
Casiraghy: «Crocifisso no! Io frequento molto gli artisti e i poeti, in qualche modo molti vogliono soffrire. Come forma di narcisismo. Ma non sempre ne vale la pena. Alcuni soffrono e poi fanno delle cose… Il compito dell’arte è quello di rendere felici gli altri. Se qualcuno riesce a suscitarti un’emozione questo è un bel regalo che ti fa».
Soldini: «Per ora no!»Il fiume ha sempre ragione, intervista a Silvio Soldini e Alberto CasiraghyIl Fiume ha sempre ragione, presentato al Biografilm 2016 ha vinto proprio in quell’occasione due premi del pubblico, e nel corso degli ultimi due anni è stato proiettato in tutta Italia, riscuotendo, per un documentario, un successo e un apprezzamento affatto scontato. Chiediamo qual è, secondo loro, il segreto di questo apprezzamento da parte del pubblico.

«È sempre difficile dirlo -ci spiega Soldini- Alberto è stato a 50 proiezioni di questo film, io invece non così tante. Almeno una 15 però. Il Biografilm è stata la prima vera proiezione a cui ho assistito, quella a cui si va con un po’ di patema, un po’ di emozione in più, e ho sentito proprio che da quello schermo si riversava sul pubblico qualcosa di molto caldo. Ho sentito che arrivava al pubblico la poesia che esiste nel film. Arrivavano dei sentimenti, delle sensazioni forti, anche senza essere un film violento. Anzi, la violenza non esiste nel mondo di questo film.

Per Casiraghy il segreto sta nella poesia: «Silvio ama i poeti ma è un poeta anche lui. Anche il film sui non vedenti è pieno di poesia. È un poeta della poesia».

Aggiunge Soldini: «Il fiume ha sempre ragione è un film che ricorda che esistono anche altri valori oltre a quelli da cui siamo bombardati e in cui siamo immersi. Porta una lieta novella».Il fiume ha sempre ragione, intervista a Silvio Soldini e Alberto CasiraghyIl Fiume ha sempre ragione è un film intriso di una pace profonda, quasi immobile. Che sia quella svizzera in cui è avvolto il tipografo Josef Weiss o che sia quella tutta brianzola, in mezzo a cui scorre il fiume, della casa laboratorio di Casiraghy.
Casiraghy, non è stata una forma di intrusione avere le telecamere di Soldini per casa?
«No, affatto. Silvio è stato me è stato diversi giorni a girare ma non mi ha mai detto cosa fare. Mi ha detto semplicemente ‘fai te stesso’. Lui è molto bravo a mettere a proprio agio le persone. C’è questa poesia che è sempre presente. Che è quella che vivo tutti i giorni. Non ho fatto nessuna fatica quindi, è stato facile per me. Anche con Josef Weiss c’è un sodalizio di amicizia e di privilegio che è molto bello. Siamo fortunati a fare questo lavoro. C’è un proverbio africano che dice: se fai il lavoro che ami non lavorerai tutta la vita. Penso sia la cosa migliore».

Come ci ha spiegato, e come si vede nel film, i libri d’artista delle edizioni Pulcinoelefante nascono sempre da un incontro, momento cruciale della creazione e della nascita della poesia.
Da questo incontro così importante con Silvio Soldini è nato qualche Pulcino? «Con Silvio non ancora -risponde Casiraghy- Con Rocco (il figlio di Soldini) invece due o tre Pulcini li abbiamo fatti. È un fotografo e artista molto originale. Si vede che ha anche vissuto all’estero, ha una visione estetica più ampia».Il fiume ha sempre ragione, intervista a Silvio Soldini e Alberto Casiraghy

Tra gli innumerevoli incontri e artisti che hanno dato vita a questi stampati abbiamo chiesto a Casiraghy un ricordo su Gillo Dorfles, da poco mancato: «Non posso dire fossimo amici, ma ci volevamo bene, sono andato diverse volte a casa sua a portargli i libri e lui più volte è venuto da me. Uno di questi pulcini che abbiamo stampato assieme recita “il potere del colore tornerà” e trovo sia un bellissimo pensiero. L’idea che il colore abbia un potere è un concetto molto forte».

E si è mai rifiutato di stampare per qualcuno? «Rifiutato no. Raramente capita che non c’è la sintonia però. Se proprio qualcuno insiste ma non scatta questa intesa al massimo gli dico “Guarda, devo andare in bicicletta domani”. La mia non è una scelta selettiva, ma di sintonia».

Nel Fiume ha sempre ragione si vede come i due protagonisti, Casiraghy e Weiss, portano avanti con convinzione tecniche artigianali antiche e oggi considerate desuete: il torchio, i caratteri mobili, la rilegatura a filo, etc.
Per due tipografi che difendono la tradizione in maniera tanto amorevole e cocciuta viene da chiedere a Soldini se per un regista può valere lo stesso sentimento di nostalgia verso la pellicola: «Ormai è tanto tempo che i film non si montano più in pellicola, quella parte manuale ormai è persa da  parecchio. Per me, a livello pratico, non è cambiato niente da quando giro in digitale invece che con la pellicola. Nel cinema ci sono ancora tante altre cose che rimangono da fare manualmente. Tutto quello che riguarda la scenografia ad esempio. Ed è molto bella quella parte ancora così manuale».Il fiume ha sempre ragione, intervista a Silvio Soldini e Alberto CasiraghyNell’edizione DVD (disponibile dal 20 marzo per Mustang Entertainment, nei negozi, negli store online) anche un contenuto extra, un mediometraggio di cui ci parla Soldini: «Si chiama Quattro giorni con Vivian. Un film che ho fatto una decina di anni fa. Con Vivian Lamarque, su Vivian Lamarque. Dura una quarantina di minuti e, avendo la possibilità di aggiungere nel DVD del contenuto extra, mi sembrava la cosa giusta da abbinare. Vivian e Alberto sono amici e anche quello è un film che parla di poesia, in maniera più diretta, con una poetessa. Un film nato in maniera abbastanza simile al Fiume ha sempre ragione: ho passato 4 giorni insieme a lei. È un tipo di documentario che non sapevo subito cosa avrebbe contenuto, dove sarebbe andato a parare, come sarebbe finito».

Chiediamo a Casiraghy se dopo l’uscita del Fiume ha sempre ragione c’è stato un aumento di richieste per i suoi Pulcini: «In Italia è più la gente che vuol fare i libri di poesia che chi li compra -ci spiega- ma quando vedi il film poi ti viene voglia di avere un pulcino, è un piccolo oggetto, un piccolo costo di poesia.
Mi hanno invitato a molte proiezioni, in molti posti diversi, con molta gioia. Loro aspettano Silvio in verità, il regista! Ma se non c’è Silvio mi dicono vieni tu da solo. Josef di solito non viene perché abita in Svizzera, di sera non guida… E ogni volta vedi Il fiume ha sempre ragione con occhi diversi. A seconda del contesto. Ho un bellissimo ricordo di quando mi hanno invitato a Orvieto, il film proiettato in una chiesa. Un’esperienza bellissima, emozionante.


«La cosa che sorprende –
continua Casiraghy- è che almeno il 95% delle volte in cui l’ho visto la gente applaude! Non è che applaudono tutti i film…»
«Ma perché sanno che sei lì tu!»
gli confessa Soldini.
«Eh non me lo avevi mai detto!»Il fiume ha sempre ragione, intervista a Silvio Soldini e Alberto Casiraghy

Il Fiume ha sempre ragione, Silvio Soldini (2016)

Dvd del film  disponibile dal 20 marzo per Mustang Entertainment, nei negozi, negli store online e su cgentertainment.it

Alberto Casiraghy, editore, aforista, illustratore, è il fondatore della casa editrice Pulcinoelefante, e la sua bottega, a Osnago, è meta di molti artisti. Non molto lontano, a Mendrisio, Josef Weiss ha fondato il suo Atelier della Stampa e della Rilegatura d’Arte e per realizzare le sue edizioni artistiche unisce la sensibilità del grafico con la tecnica del restauratore.
Nell’arte di questi due uomini si riflette la poesia dei grandi autori che hanno frequentato i loro atelier, da Alda Merini a Bruno Munari, da Maler a Allen Ginsberg.

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