Per la prima volta nella storia della tutela dell’archeologia viene sperimentata una sistematica osservazione satellitare di un sito. L’operazione è il frutto di un accordo siglato tra la Soprintendenza dei beni archeologici di Roma e l’Asi (Agenzia Spaziale Italiana). Il sito in questione è il colle Palatino che, vera “culla” della civiltà romana, annovera tra i suoi “gioielli” la “Casa di Romolo”, mitico fondatore della città, e la casa di Augusto, primo imperatore, insieme alle grandiose dimore dei suoi successori.
Il controllo pressoché assoluto del sito è reso possibile dal Cosmo-SkyMed, una costellazione di quattro satelliti, lanciati nello spazio dal 2007 al 2011, tutti italiani. Il progetto, novità assoluta in campo internazionale, attraverso tecniche di telerivelamento satellitare radar ad altissima risoluzione, permetterà di avere nel tempo una mappatura millimetrica delle deformazioni del suolo e delle strutture di tuta l’area.
Dunque, un “monitoraggio costante di tutti i fenomeni in atto nella zona, da quelli geologici a quelli geomorfologici e statici” spiega Maria Grazia Filetici, responsabile del progetto. “Il satellite con radar Sar ha la particolarità di vedere l’oggetto a terra con un’angolazione di circa 20-25 gradi, e questo consente di arrivare a una ricostruzione tridimensionale – sottolinea Enrico Saggese, presidente dell’Asi – per l’esattezza possiamo trasmettere agli archeologi nuove informazioni sulla stabilità dell’area del Palatino ogni sedici giorni. In questo modo si potranno cogliere le micro-variazioni in millimetri o centimetri all’anno”.
A quanto pare, sarà più facile prevedere eventuali rischio di frane e crolli, e lanciare l’allarme prima che sia troppo tardi.
Il Palatino è il primo sito che sperimenta questo sistema così innovativo, ma speriamo che presto sia esteso ad altre realtà archeologiche di grande importanza, in Italia e all’estero.