A cinquant’anni dall’ultima mostra, Parigi celebra Delacroix con una retrospettiva senza precedenti.
Al Louvre 180 opere ricostruiscono la vicenda creativa del pittore francese, che -fra omaggi ai maestri del passato e irruzioni nella modernità- ispirò l’Impressionismo, cambiando il corso della storia dell’arte.
Verso l’arte moderna
“Siamo tutti in Delacroix”. Disse Paul Cèzanne. Fu proprio il padre della cultura figurativa del Novecento il primo a cogliere la portata innovativa dell’autore de “La Libertà che guida il popolo” e -nello specifico- l’affinità elettiva con la pittura del colore. Da quel momento Ferdinand Victor Eugène Delacroix (Charenton-Saint-Maurice, 1798 – Parigi, 1863) diventa un punto di riferimento imprescindibile per gli artisti di oggi e i talenti di domani. Se gli Impressionisti sono sedotti dai contrasti luministici e dalla forza espressiva delle sue tele; gli amanti della tradizione ne apprezzano le citazioni colte: cha spaziano dai maestri fiamminghi alla pittura veneziana del XVI e XVII secolo.
La libertà che guida il popolo. Fra storia e cultura pop
Il nome di Delacroix è universalmente associato a La libertà che guida il popolo (1930): capolavoro del romanticismo, ispirato all’insurrezione dei parigini contro l’autorità di Re Carlo X, entrata poi nella cultura collettiva come simbolo di autodeterminazione e dei diritti umani.
Il connubio fra realismo e allegoria offre al dipinto una forza comunicativa straordinaria, che lo ha portato ad essere scelto come icona del movimento femminista e della contestazione del Sessantotto, ma anche ad essere riproposto sulla banconota dei 100 franchi e -in tempi più recenti- sulla copertina dell’a album dei Coldplay Viva la vida.
Tutti le sfumature di un maestro
Ma chi è il pittore del primo quadro politico dell’arte moderna? Nato da una famiglia agiata, dopo gli studi umanistici e la formazione pittorica di stampo accademico, Delacroix coniuga le visite al Louvre -dove Napoleone III aveva riunito i capolavori di maestri del passato- alle frequentazioni con i talenti del tempo. La potenza dei corpi Michelangelo e lo sfarzo cromatico di Peter Rubens si uniscono così allo stile naturalistico di John Constable e all’emotività Théodore Géricault.
A certificare quest’ultimo legame di stima e amicizia reciproca è La barca di Dante: opera di Delacroix ispirata a La Zattera della Medusa dell’amico Gericault e raffigurante il sommo poeta e Virgilio in viaggio verso al città di Dite.
Fra trasferte oltremanica e incursioni nel mondo arabo, Delacroix sperimenta tutti i generi e impiega molteplici tecniche. Spazia dal mito alla storia, dalla letteratura ai temi religiosi, dal ritratto al paesaggio, attraverso la decorazione murale, l’olio, l’affresco, il pastello e l’acquerello.
Semplicemente Delacroix
Nonostante lo status di icona, Delacroix manca dalla scena parigina dal 1963 -anno dell’ultima retrospettiva, dedicatagli in occasione del centenario della morte-. Dopo oltre mezzo secolo, il più romantico dei pittori francesi torna protagonista nella Ville Lumiere, con un progetto espositivo, frutto della collaborazione fra il Louvre e il Metropolitan Museum of Art di New York.
Intitolata semplicemente “Delacroix (1798–1863)”, la mostra riunisce un corpus eterogeneo di 180 lavori e segue un percorso cronologico: dal romanticismo esasperato degli esordi alla passione per l’esotismo, fino alla fase più oscura e misteriosa della maturità, per un meraviglioso viaggio verso l’arte moderna.
Informazioni utili
Delacroix (1798–1863)
Musée du Louvre, rue de Rivoli, 75001 Paris, Francia
Fino al 23 luglio 2018