Il responsabile della missione di salvataggio, Narongsak Osottanakorn, ex governatore della regione, è convinto che la sua idea si trasformerà in una grande attrazione turistica. E se poi piove?
Un museo non si nega mai a nessuno. Specie in un Paese come la Thailandia, che certo non abbonda di istituzioni nello specifico settore. Ma certo per pensare di realizzarne uno in un luogo che per giorni è stato al centro dell’attenzione mondiale per un episodio pieno di sofferenza e anche tragedia (si pensi al soccorritore morto per carenza di ossigeno) occorre una mente assai fervida, ma abbastanza vicina alla follia criminale. Questo tuttavia pare profilarsi: ovvero la creazione di un museo nel complesso di grotte nel nord della Thailandia, dove 12 giovanissimi giocatori di calcio e il loro allenatore sono rimasti intrappolati per un paio di settimane, prima di essere rocambolescamente liberati.
Il responsabile della missione di salvataggio, Narongsak Osottanakorn, che peraltro è anche un ex governatore della regione, è infatti convinto che la sua idea per la grotta si trasformerà in una grande attrazione turistica. Il museo previsto nella grotta di Tham Luang, nella provincia settentrionale di Chiang Rai, al confine con il Myanmar, mostrerà come si è svolta l’operazione, grazie anche a due film che si stanno producendo attorno al drammatico ed eroico salvataggio da parte dei Navy Seals thailandesi. Ma le domande sono molte: il museo onorerà anche Saman Gunan, l’ex membro della Thai Navy Seal che ha perso la vita durante la missione? E soprattutto: il museo sarà aperto tutto l’anno o chiuso durante la stagione dei monsoni, che dura da giugno a ottobre? Non sarà che ci si ritroverà ad allestire una nuova complessa e costosissima operazione di salvataggio per incauti e scriteriati visitatori?