
In una grotta a Kalimantan, in Indonesia, sono venute alla luce immagini raffiguranti bovini selvatici dipinti con ossido di ferro o ocra, che gli studiosi hanno datato a più di 40mila anni fa, fino a 52mila anni fa
Alla base del discorso c’è sempre la perenne dicotomia fra arte astratta e figurativa. Fino a che punto vanno considerati come “arte” dei segni più o meno ordinati tracciati – non si sa con quanta volontà espressiva – su una superficie? Il dilemma si riverbera anche sulle questioni archeologiche: e porta all’annuncio che ora un’equipe di scienziati ha identificato nella giungla del Borneo le più antiche forme di arte figurativa del mondo. In una grotta a Kalimantan, in Indonesia, sono infatti venute alla luce immagini raffiguranti bovini selvatici dipinti con ossido di ferro o ocra, che gli studiosi hanno datato a più di 40mila anni fa, fino a 52mila anni fa. Nello stesso sito sono stati individuati stencil e dipinti con figure umane fatti risalire a un periodo tra i 13mila e i 20mila anni fa.

Con artefatti così antichi è pressoché impossibile ricorrere alla datazione al radiocarbonio: in questa occasione si è infatti ricorsi al test flowstone, che prende in considerazione il rapporto fra uranio e stratificazioni di calcare depositatesi nella grotta, ed i risultati sono apparsi nei giorni scorsi sulla prestigiosa rivista Nature. In precedenza si riteneva che la più antica arte figurativa del mondo potesse essere individuata in alcune figurine in avorio raffiguranti uomini e animali scoperte in Germania nel 2003, databili entro i 40mila anni. Nel settembre scorso archeologi annunciarono la scoperta di linee e schemi astratti risalenti a 73mila anni fa, ma gli esperti non sono concordi sul fatto che fossero stati tracciati intenzionalmente come forma espressiva.
