Mireille Suzanne Francette Porte (Saint-Étienne, 30.05.1947), in arte Orlan, è una poliedrica artista contemporanea francese che, nel corso degli anni, si è cimentata in numerose forme artistiche, dalla performance all’arte urbana, dalle installazioni alla scultura e ai video.
Sottopostasi negli anni a diverse operazioni chirurgiche che le hanno modificato l’aspetto con l’aggiunta di protesi e impianti, Orlan è famosa in tutto il mondo come una delle massime esponenti di una nuova tendenza nell’arte contemporanea, la “body art” (o arte carnale), corrente artistica che rivendica la necessità di umanizzare il corpo e considera il corpo come materiale da plasmare e modellare alla ricerca dell’ideale di bellezza.
Nel corso del 2013 Orlan ha convenuto in giudizio (avanti il Tribunale di Parigi) Stefani Joanne Angelina Germanotta (New York, 28.03.1986), meglio nota come Lady Gaga, e le sue case discografiche, sostenendo che la copertina dell’album “Born This Way”, lanciata nel 2011, e il video musicale dell’omonimo singolo della nota cantante pop costituissero una violazione dei suoi diritti.
In particolare, secondo l’artista francese la raffigurazione di Lady Gaga in copertina con alcune protesi sul corpo e alcune immagini del video che evocavano e riprendevano l’universo e l’arte di Orlan, come la ripresa della testa della cantante “separata” dal corpo, costituivano un’appropriazione parassitaria dello sforzo creativo e una violazione dei diritti di immagine di quest’ultima.
Sia in primo grado che in appello i giudici francesi hanno tuttavia rigettato le richieste di Orlan (si vada, da ultimo, la sentenza della Cour d’Appel de Paris del 15.5.2018). Per i giudici, infatti, i richiami tra le opere di Lady Gaga e quelle di Orlan sono limitati, in alcuni casi riferiti ad elementi banali; le opere non sono inoltre della stessa natura; “Il résulte de ce qui précèdeque madame Orlan ne démontrepasque madame Lady Gagaaitrepris son univers dans son clip “born this way” et la couverture de son album, ni qu’elle se soitplacéedans son sillage, afin de profiterainsi d’un avantage concurrentiel”.
In entrambi i giudizi Orlan è stata condannata a risarcire Lady Gaga e le case discografiche di quest’ultima e a rifondere le spese legali.
Al di là del clamore mediatico suscitato dalla sentenza, la pronuncia francese fornisce anche alcuni interessanti spunti giuridici; così, ad esempio, il presupposto della tutela autoriale estesa anche alla “body art”, sebbene la corte evidenzi come la mera inserzione di protesi non possa essere suscettibile di appropriazione (“l’insertion d’excroissances, en particulierplacéessur le front ousur la tête, relève d’une tendanceprésentedans l’art, insusceptible d’appropriation par madame Z.”). Interessante è anche il richiamo al concetto di parassitismo artistico, che sanziona l’ispirazione troppo marcata che crea un rischio di assimilazione tra due opere che presentino valore economico; concetto ancora poco indagato nel nostro ordinamento, nonostante l’art. 102 della Legge Autore vieti espressamente l’utilizzazione confusoria degli elementi esterni dell’opera dell’ingegno protetta.