Los Angeles ci riprova. Dopo aver bucato 3 anni fa con FIAC, la città prova a rilanciarsi nel circuito dell’arte internazionale trascinata questa volta da Frieze (15-17 febbraio), una delle più importanti fiere d’arte contemporanea al mondo, seconda solo ad Art Basel, nata a Londra nel 2003, poi sbarcata a New York con successo nel 2013. Della main fair Frieze seguirà presto approfondito report, ora concentriamoci sulle 5 fiere sorelle, satelliti, in scena questa settimana tra Santa Monica e Downtown.
Frieze (15-17 febbraio)
Sin da quando nel 2003 organizzò la prima fiera a Londra, Frieze si è imposta come uno dei più grandi soggetti all’interno del sistema artistico. La sua ascesa è stata così rapida da permetterle di attraversare l’oceano e giungere nel 2012 a New York. Ora è giunto il momento di cambiare costa, da est ad ovest, ed approdare nella città degli angeli. 70 gallerie da tutto il mondo riempiranno i Paramount Studios, grazie anche alla struttura temporanea realizzata dall’architetto Kulapat Yantrasast. Spazio anche alle emergenti gallerie locali, alle quali è destinata una sezione dedicata.
Il curatore Ali Subotnick ha previsto inoltre un programma di installazioni, conferenze e performance che promettono di irrobustire lo spessore culturale dell’evento. Tra questi ci sono 16 artist projects che interagiranno con l’ambiente esterno fino a riprodurne il finto paesaggio urbano, come le opere di Barbara Kruger, Karon Davis, Lisa Anne Auerbach e CaetanoFerrer.
ALAC (13-17 febbraio)
Al 10° anno dalla nascita Art Los Angeles Contemporary (ALAC) sente la necessità di rinnovarsi attraverso una nuova veste grafica ideata da Brian Roettinger e un nuovo padiglione espositivo realizzato dallo studio di Olsen Kundig. Piccolo cambiamento anche nella programmazione, dal momento che l’evento scivola da gennaio a febbraio per incrociare Frieze. Gli immensi spazi del Santa Monica’s Baker Hangar ospitano più di 80 gallerie internazionali, oltre alla nuova sezione The Academy curata da Claudia Rech. Tra i vari eventi pubblici in programma, particolarmente attesa la performance parodistica del sistema galleristico dell’artista Marie Kalberg.
Felix (14-17 febbraio)
Non un hangar, ma l’Hollywood Roosevelt Hotel; non semplici stand, ma camere d’albergo. Questa l’intrigante idea con cui Felix debutta nel sistema fieristico. Le 41 gallerie, perlopiù americane, espongono le loro opere per le stanze dell’hotel losangelino seguendo il diktat di una fiera alternativa. Non solo nella location, ma anche per l’accessibilità con cui vuole contrapporsi alle mega-fiere. L’idea è da attribuire al collezionista Dean Valentine, che ha organizzato l’evento con la collaborazione della Morán Morán Gallery. Ad approfondire la proposta una serie di progetti speciali: un intervento mistico di Lazaro A.S.T.R.A.L.O.R.A.C.L.E.S., presentato da Five Car Garage, nella hall; “The 13th floor”, una mostra collettiva di artisti francesi selezionati dal critico e curatore Andrew Berardini; e la danza di Jacolby Satterwhite, futurista, liberatoria, eseguita nella tromba delle scale. In linea con il desiderio degli organizzatori di mantenere la fiera il più accessibile possibile, l’ingresso è gratuito.
stARTup Art Fair (15-17 febbraio)
Un altro hotel, un’altra fiera accessibile: stARTup Art Fair. Per il 4° anno torna a LA la fiera che si libera dell’intermediazione delle gallerie e mette direttamente in contatto artisti e galleristi. Al Kinney Venice Beach oltre 60 artisti si muovono tra le loro opere, proposte a compratori con cui possono dialogare direttamente.
L’esperto critico Peter Frank e l’artista Lezley Saar sono i protagonisti di una serie di incontri e conversazioni che arricchiscono le giornate di fiera, alimentando il clima di intimità e confronto che l’evento mira a generare. Attivato un dialogo anche con un’altra fiera attiva in città, ALAC, per cui uno shuttle garantirà un collegamento gratuito e ininterrotto.
Superfine! (14-17 febbraio)
“Trasparenza e accessibilità” è il motto di Superfine!, una fiera debuttante nel clima (artisticamente) rovente di questo febbraio losangelino. Se sarà una meteora o una boccata d’aria fresca non ci è ancora dato sapere, quello che è certo è che l’accessibilità è una garanzia e non solo uno slogan. La maggior parte delle opere sono proposte infatti ad un prezzo inferiore ai 5.000 dollari. Gallery Pavilion, Artist Pavilion e Curated Projects le tre sezioni in cui circa 250 artisti hanno occasione di esporre le loro opere. Tra i progetti spiccano “Pansyland”, un’installazione della PansyAssCeramics di Toronto, e Thisis America!, una mostra collettiva che affronta la crisi di identità che l’America sta attraversando.
Spring/Break (15-17 febbraio)
Mentre molte fiere oggigiorno vantano un approccio internazionale, l’attenzione di Spring/Break è iper-locale, con quasi tutti i partecipanti provenienti da Los Angeles. Spostandosi per la prima volta fuori dalla sua base di New York, l’evento inaugurale sulla costa ovest è organizzato in un complesso abbandonato nel centro di Los Angeles. Le gallerie locali emergenti come BBQLA, Elevator Mondays e Hunter Shaw Fine Art saranno affiancate da artisti indipendenti che rappresentano il loro lavoro, tra cui Devin Troy Strother, Nicole Nadeau e Theodore Boyer.