Un luogo d’atmosfera, a Milano, non è semplice da trovare, a beneficio del gastroturista romantico o del milanese orgoglioso della propria città.
E quindi è una fortuna che Latitude 45, un ristorante gourmet collocato all’ottavo piano in corso Matteotti, risponda senz’altro ai requisiti. Si tratta in pratica di una terrazza coperta in vista Duomo, affacciata sul panorama dei tetti di Milano, che la sera si accende di luci dorate e suggestive. Dotato di sessanta coperti, e con la possibilità di mangiare all’aperto nella bella stagione, è frequentato soprattutto dai clienti del lussuoso “Palazzo Matteotti”, l’albergo a cinque stelle di cui fa parte. A sua volta, l’albergo fa parte di “The Dedica Anthology”, una catena che possiede palazzi prestigiosi in località di grande fascino turistico: per l’esattezza Roma, Milano (Palazzo Matteotti), Venezia, Budapest e Praga.
Ma l’obiettivo attuale, ci conferma lo chef di Latitude 45, il trentaquattrenne Maurizio Lai, è quello di allargare gli orizzonti. “I nostri gentili ospiti,” precisa lo chef, “ci frequentano piuttosto assiduamente, tanto per sfatare il luogo comune secondo cui la cucina per gourmet non abita negli alberghi italiani di fascia alta: stiamo dimostrando il contrario. Ci troviamo fra la Scala e piazza San Babila, a due passi dal quadrilatero della moda, e com’è giusto chi sale qui all’ottavo piano ha delle aspettative adeguate ad un contesto urbano di rinomanza mondiale. Per andare incontro alla clientela “esterna”, cioè non residente, stiamo anche provando a offrire un business lunch di qualità, dato che siamo collocati all’interno della cabina di comando economico-finanziaria più importante d’Italia: a venticinque euro (scelta di due piatti con acqua e caffé inclusi) si può pranzare guardando tutta Milano e il Duomo dall’alto, con portate non banali come Tartare di tonno, stracciatella e alici marinate, oppure Gnocchi allo zafferano, primo sale rosolato e broccoletti.”
Lei ha lavorato in altre strutture alberghiere all’estero. Cosa si è riportato in Italia, a livello di esperienza?
“Prima di diventare executive chef qui al ‘Latitude 45’ ho lavorato all’Armani Hotel Dubai per quattro anni: un sito di grande prestigio, all’interno del grattacielo più alto del mondo, il Burj Khalifa. Là è giocoforza confrontarsi con un mix di culture, come minimo indiana, giapponese e mediterranea, ma mi è stato facile non dimenticare le mie origini sarde. Tutte queste influenze da assorbire e gestire risultano poi fondamentali per la crescita professionale. Una volta arrivato a Milano, posso dire che la direzione mi ha lasciato mano libera: ci confrontiamo continuamente, specie quando bisogna sperimentare piatti nuovi, ma in linea di massima l’impostazione data è ancora una volta mediterranea. Ad esempio, con gli spaghetti ai gamberi rossi di Mazara, cime di rapa e bottarga di muggine riesco a riassumere quasi tutto il Meridione, ossia Sicilia, Puglia e Sardegna. Invece con l’insalatina di fregola con polpo scottato e ricci di mare gioco ancora un po’ di più in casa e rimango nella mia isola, a cui sono molto legato.”
Maurizio Lai ci ha fatto provare la delicatezza di una tartare di tonno appoggiata su un sashimi dello stesso pesce, marinato e scottato, che non aveva nulla di tipicamente sardo, ma risentiva in modo evidente della mano di uno chef di mare, abituato a trattare con grande rispetto materie prime eccellenti. Abbinata a tutto questo dispiegamento di fantasia, dalle radici saldamente mediterranee, troviamo la selezione di vini e cocktail ideata da Stefano Gioffredi, Food&Beverage Manager, e dallo head barman Marco Aprea. Una carta dei vini di circa 70 referenze, tricolore al 100% con pochissime eccezioni, dato che la straordinaria biodiversità del nostro paese è in grado di far fronte a qualsiasi esigenza di abbinamento, dal rosso corposo al bianco vivace, dallo spumante al passito. E difatti il Riesling abruzzese proposto da Gioffredi per accompagnare i piatti marini non tradisce le aspettative, grazie a una mineralità molto spiccata e a un profilo aromatico piuttosto originale, per chi abbia in mente i classici profumi del Riesling nordico e d’oltralpe.
Qui dall’ottavo piano di Palazzo Matteotti il nostro tavolo si trova immerso in un’atmosfera serale, a metà tra vintage e sogno romantico, specie se si osserva la costellazione di lucine che occhieggiano dai tetti e dalle guglie. Il ristorante “Latitude 45” parte quindi da una posizione di indubbio vantaggio, ma non riposa sugli allori: l’attenzione alla cultura mediterranea e alle esigenze della clientela high-end e business fa da stimolante, in un luogo dove non c’è bisogno di scegliere fra alta gastronomia e scenografia onirica: risultano entrambe comprese nel servizio .