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Erotismo e poesia in bianco e nero. Robert Mapplethorpe a Napoli, tra fotografia e coreografia

Fotografia come scultura. Luci e ombre in bianco e nero, immagini controverse e scioccanti in equilibrio tra plasticità e turbamento emotivo, poesia e sentimento. A trent’anni dalla morte di Robert Mapplethorpe -9 marzo 1989- il Museo Madre di Napoli dedica una grande retrospettiva a uno dei più iconici e identificativi fotografi della scena newyorkese degli anni Settanta, fino all’8 aprile 2019.

Choreography for an Exhibition, curata da Laura Valente e Andrea Viliani, presenta più di 160 lavori che ripercorrono la breve ma intensa parabola esistenziale del fotografo americano. L’inedita scelta di far dialogare gli scatti di Mapplethorpe con l’esposizione permanente del museo partenopeo, tra reperti archeologici e opere d’arte contemporanea, nasce dalla volontà di mettere in luce come la poetica del maestro delle luci si nutre senza mai saziarsi delle suggestioni della storia dell’arte, classica e moderna. Siamo tra gli anni Settanta e Ottanta, immersi nella scena underground di New York, Lou Reed alla radio e le icone di Andy Warhol che popolano l’immaginario comune, Robert Mapplethorpe come un pittore nel suo atelier fa posare modelli, ballerini, atleti e personaggi famosi, per creare quelle che sarebbero diventate le fotografie di un’epoca mitica e memorabile. La mostra infatti, attraverso tre sezioni, indaga da vicino le fasi di una ricerca artistica fortemente segnata dagli avvenimenti storici del tempo, dalle rivolte studentesche alla guerra del Vietnam, e da quelli più strettamente personali.

Patti Smith,1978 © Robert Mapplethorpe Foundation. Used by permission

L’intera esposizione si apre con Overture, qui sono presentate, l’una di fronte all’altra, le due muse ispiratrici di una vita: Patti Smith e Samuel Wagstaff Jr. Patti fu l’amore giovanile, la incontrò a New York nel 1967 e subito abbandonò la scuola per andare a vivere con lei in un appartamento di Hall Street, nessuno dei due era quello che sarebbe diventato e la futura omosessualità di Robert era ancora latente. L’insieme dei ricordi e degli aneddoti della relazione tra i due, che nonostante la breve durata li unì indissolubilmente fino alla morte di lui, sono stati raccolti da Patti Smith nel libro Just Kids, uscito nel 2010, un monumento dolce-amaro al loro amore. Samuel Wagstaff Jr, conosciuto nel 1972, fu invece la scoperta di un altro tipo di desiderio, quello omosessuale. Aveva 25 anni più di Mapplethorpe ed era un riconosciuto collezionista, grazie a lui infatti il lavoro del fotografo conobbe un enorme successo.

Philip, 1979 © Robert Mapplethorpe Foundation. Used by permission

La prima sezione è dedicata ai soggetti preferiti di Robert Mapplethorpe, ballerini, atleti, body-builder e modelli. La perfezione del corpo lo ossessionava e dipingeva su quelle forme così scolpite ombre di luce che ne risaltavano le volumetrie sensuali. Dai volti sconosciuti al grande affresco della società newyorkese degli anni Settanta, il secondo capitolo della mostra propone una serie di ritratti che ricostruiscono e riportano in vita le storie degli affetti e delle amicizie del fotografo, ma anche quelle di personaggi con cui intrattenne rapporti marginali come collaboratori e committenti. Tra dimensione privata e pubblica si incrociano gli sguardi di Susan Sontag (1984), Laurie Anderson (1985), Debbie Harry (1978), Louise Bourgeois (1982) Leo Castelli (1982), Andy Warhol e Lucio Amelio (1983), Phillip Glass e Robert Wilson (1979) e tra gli altri, i leggendari coreografi Lucinda Childs, Bill T. Jones e le ballerine del Balletto di New York. L’ultima sezione è invece un teatro ideale, con un grande palcoscenico, il protagonista assoluto ora è l’artista stesso: introdotta da un tappeto rosso, si svela una serie di autoritratti che mettono a nudo l’intimità identitaria e sessuale di Mapplethorpe, resa così misteriosa e affascinante dai suoi boccoli sciolti e occhi verdi, innocenti indagatori. Proprio in questo spazio un programma di performance site-specific, tra cui quelle di Olivier Dubois, Vadim Stein e Matteo Stella Dance Arts, renderanno omaggio all’arte del fotografo. Due speciali sale, infine, concludono l’iter immersivo nel mondo di Robert Mapplethorpe, (Un)Dressing Room, dove i performer si scaldano prima di entrare in scena, è l’ideale proiezione dello studio dell’artista, mentre X (Dark) Room ne propone gli scatti più erotici, in particolare quelli censurati di Portfolio x.

Soggetti universali e archetipi sociali, sospesi nel tempo e osservati da occhi verdi e boccoli sciolti.

Self-Portrait, 1975, © Robert Mapplethorpe Foundation. Used by permission

Informazioni utili 

Robert Mapplethorpe
Choreography for an Exhibition

dal 15 dicembre 2018 all’8 aprile 2019

Madre Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina
Via Settembrini, 79,
80139 Naples | Italy

www.madrenapoli.it
@museomadre
#museoMadre

 

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