Biondologia – L’arte di passeggiare con disinvoltura sul ciglio di un abisso, è uscito il 15 marzo il nuovo album di Romina Falconi
Per la musica pop non è un bel momento, nel mondo in generale, in Italia in particolare. Per le donne poi, non ne parliamo. Dopo il pensionamento di Paola & Chiara tutto è diventato più grigio (noioso, noiosissimo) e tutt’oggi l’inno musicale femminista per eccellenza per molti rimane Quello che le donne non dicono (sigh!). Per fortuna ogni tanto qualcuna ci prova. Arisa per esempio, che con questo Sanremo si è reinventata in una nuova veste frizzantina che strizza l’occhio a Fantastico e agli anni ’80, mettendo da parte, per un attimo (ma solo all’apparenza) il suo lato più malinconico. Con lei poche altre. Però c’è Romina Falconi, che – per fortuna – da anni lotta per rendere giustizia alla musica Pop, sempre più costretta a musica di nicchia tra le falangi degli eserciti rapper, trapper e reggaeton (va così, ci sta, il dramma sta nel resto). Dopo un Sanremo e un X Factor nel 2015, Romina Falconi ha dato alla luce il suo primo album, il sorprendente Certi sogni si fanno attraverso un filo d’odio, e ora dopo qualche anno è la volta del secondogenito. Anticipato da tre singoli, Cadono Saponette (pessimismo), Le 5 fasi del Dolore (abbandono) e Vuoi L’Amante (dipendenza affettiva), la cantautrice romana – ormai milanese naturalizzata – ha pubblicato Biondologia: un concept album di 12 brani legati dallo studio psicologico delle emozioni in una nuova forma musicale battezzata “Psico-Pop”.
«Quest’album è una mappa psico-emozionale di tutti gli schiaffi della vita – racconta Romina – Ogni canzone è uno stato emotivo preciso, con un suo suono e una sua voce narrante: quella di un paziente dall’analista. Voglio parlare di emozioni perché sono pure e incontrollabili, così come è puro il paziente che si racconta: non deve avere ragione, non deve essere saggio, vuole solo tornare in piedi. Scrivo in questa forma perché voglio che chi mi ha scelta non si senta più solo. Ne so qualcosa della solitudine. In certe situazioni si vorrebbe apparire forti, migliori; si vorrebbe sempre avere ragione. Io me ne sono fregata della ragione e ho puntato tutto sulle debolezze umane. Cado a pezzi e chiedo scusa, rido di tutto e di me. Dedico con ferocia questi capitoli a chi, come me, sa che gli eroi non sono quelli invincibili; sono i caduti che hanno saputo insistere».
Biondologia è stato interamente scritto da Romina Falconi e prodotto da Francesco ‘Katoo’ Catitti, produttore già al lavoro con Michele Bravi, Elisa, Chiara Galiazzo, Elodie, Jake La Furia e Mahmood.
Ogni traccia rappresenta la diagnosi di un’analisi su sé stessa, come un taccuino medico attraverso il quale Romina si è psicoanalizzata nel tentativo di dar forma (e voce) alle proprie emozioni, mettendole ben in ordine.
Dai rimorsi di Poesia nera, con cui si apre il disco, fino al lutto e alla liberazione con Ci vediamo presto e Buona vita arrivederci, i due brani che lo chiudono. Obiettivo? Usare la musica pop per capire come liberarsi dei rapporti tossici della sua vita. Rispetto a Certi sogni, Biondologia ha un approccio musicale più vario, spazia di più tra i generi, a cavallo tra anni ’80 (Rettore e Giuni Russo) e atmosfere da electro milonga, per disegnare una vera e propria mappa emotiva: sincera, feroce e disillusa, ma vividissima. Rispetto al precedente questo è, però, anche un album più luminoso, più arioso, la rabbia (spietata a volta) sembra qualcosa di lontano, prevale una sconsolata ironia, maggiore consapevolezza sui propri inciampi e sulle proprie vittorie. È questa la resilienza del Pop.