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“I Can’t Breathe” diventa musica. la riscoperta del pezzo protesta di Joel Thompson

Anche la musica, come tutte le altre forme d’arte, si carica di un potente significato simbolico. Il movimento di protesta Black Lives Matter, scoppiato dopo l’uccisione di George Floyd, scopre nelle canzoni un importante strumento di lotta alle ingiustizie sociale e al razzismo sistemico. Ecco che per le strade americane riecheggiano pezzi simbolo del movimento per i diritti civili degli anni ’60 come A Change Is Gonna Come di Sam Cook e What’s Going On di Marvin Gaye. Nell’estate delle manifestazioni di Black Lives Matter anche The Seven Last Words of the Unarmed, composizione scritta da Joel Thompson, è stato riscoperta come una delle colonne sonore della protesta.

Era l’estate del 2014. Le uccisioni per mano della polizia di Michael Brown e Eric Gardner scioccarono nel profondo Joel Thompson, allore 25enne con una laura in direzione corale. Thompson Doveva in qualche modo incanalare rabbia e tristezza. Così ha preso le ultime parole di Brown, Gardner e altri 5 afroamericani disarmati che sono stati uccisi dalla polizia, e li ha messi in musica. Mai avrebbe immaginato che qualcuno avesse intenzione di ascoltare la sua composizione, così accantonò il pezzo. Si scoprì che Freddie Gray, afroamericano morto durante la guida spericolata di un agente in un van della polizia, aveva salvato nel proprio computer personale The Seven Last Words of the Unarmed. La morte di Gray spinse quindi Thompson a postare la composizione sui social media chiedendo se qualcuno fosse interessato a riportarne in vita il significato, sempre molto attuale.

Il pezzo dura 15 minuti e ha la stessa struttura liturgica di The Seven Last Words of Christ del compositore austriaco Franz Joseph Haydn. Tutte le storia dei 7 afroamericani uccisi ricordati da Thompson sono evocate attraverso la potente voce del coro che pronuncia, verso la fine di ogni sezione, l’ultima frase di ogni vittima afroamericana. I Can’t Breathe, il grido della protesta che è diventato slogan del movimento Black Lives Matter, accomuna tragicamente gli omicidi di Gardner e George Floyd.

“Sono andato contro molte persone”, ricorda il direttore il compositore Joel Thompson. “Vedevamo il pubblico stracciare il programma e gettarlo nella spazzatura proprio davanti al coro”, continua Thompson riguardo ad una performance nel 2017. “Dopo la morte di Floyd, il 4 giugno la Carniege Hall ha trasmesso il video dell’esecuzione in streaming sul suo sito e sui canali social. “Sono davvero felice dell’impatto che ha avuto in questo momento difficile. Abbiamo bisogno di un cambiamento strutturale e spero che le persone realizzino presto quanto la supremazia bianca continui ad avvelenare la società americana”.

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