Si tratta di una versione del celebre dipinto conservato a Firenze alla Galleria degli Uffizi. La campagna di pulitura ed i successivi studi all’infrarosso e analisi dei pigmenti hanno convinto gli studiosi
“Dopo aver rimosso la vernice ingiallita, l’esame a raggi X e infrarosso ha rivelato i particolari, comprese le modifiche alla composizione finale non comuni nelle imitazioni”. Con queste parole Rachel Turnbull, Senior Heritage Conservator di English Heritage, ha accompagnato l’annuncio della definitiva attribuzione a Sandro Botticelli di una seconda versione della celebre Madonna della Melagrana, conservata a Firenze alla Galleria degli Uffizi. Il dipinto fu acquistato dal magnate dei diamanti Julius Wernher nel 1897, ed oggi fa parte della Wernher Collection esposta presso la Ranger’s House di Greenwich: ma fino ad oggi si riteneva una copia posteriore del capolavoro rinascimentale. Raffigura la Madonna e il Cristo Bambino affiancato da quattro angeli, e il titolo si riferisce al melograno custodito dalla Madonna a simboleggiare la futura sofferenza di Cristo. La campagna di pulitura ed i successivi studi all’infrarosso e analisi dei pigmenti hanno portato gli studiosi a riconoscere la mano di Sandro Botticelli. “Stilisticamente è troppo simile per essere un’imitazione, è del periodo giusto, è tecnicamente corretta ed è dipinta su pioppo, un materiale comunemente usato all’epoca”.