L’asta di Bolaffi a Torino di arredi e dipinti del 2 aprile ha realizzato 1 milione di euro, diritti inclusi, e oltre il 70% di lotti venduti.
I top lot dell’asta sono stati il dipinto “Giuditta con la testa di Oloferne” (lotto 447) di scuola nordica aggiudicato a 55.000 euro a un collezionista al telefono, un cofanetto porta-profumi (Forse Giuseppe o Gennaro Sarao, Napoli, metà del XVIII secolo) in tartaruga piqué, oro rosa e madreperla, battuto a 50 mila euro (senza diritti).
“Verso sera” di Giovanni Fattori (lotto 565) e il bureau cabinet (Venezia, prima metà XVIII secolo) interamente laccato a chinoiserie su fondo rosso (lotto 513) sono stati acquistati a 35.000 euro ciascuno.
Decine le telefonate da tutto il mondo, in particolare da Cina, Hong Kong, India, Stati Uniti, Russia, Belgio, Francia, Svizzera, Germania e Irlanda e molto viva la partecipazione dei collezionisti italiani in sala. Grande successo per gli argenti piemontesi del Settecento che hanno tutti almeno raddoppiato le basi d’asta e per i dipinti di Giuseppe Pietro Bagetti (1764-1831): l’olio su tela “Il naufragio” (lotto 379), acquistato a 12.500 euro e la tempera raffigurante il “Castello di Racconigi” (lotto 389), venduta a 13.750 euro.
Per quanto riguarda il capitolo dell’arte orientale, infine, i migliori risultati sono stati messi a segno da una coppia di bacili cinesi per pesci rossi in porcellana con smalti (lotto 97, 15.000 euro), una scultura cinese di elefante in giada della dinastia Qing (lotto 72, 12.500 euro) e la tempera tibetana “Thangka con Buddha” (lotto 130), acquistata a 10.000 euro da una base di soli 500 euro.