Nella mostra fotografica firmata Treccani e allestita ai Musei Capitolini, cento scatti, cento donne, cento storie, raccontano senza filtri e lontano dagli stereotipi la città di oggi. Il fotografo Jacopo Brogioni racconta il progetto ad ArtsLife.
Immagini e racconti di rifugiate, studentesse, politiche, giornaliste, artiste, senzatetto, guide turistiche, poliziotte, impiegate, turiste, vittime di violenze, cooperanti e così via. In ordine sparso, senza giudizi e pregiudizi, cento donne raccontano la Roma di oggi nella mostra a ingresso gratuito – firmata Treccani, curata da CultRise ed allestita dallo studio Fuksas – che sarà ospitata ai Musei Capitolini dal 4 aprile al 12 maggio 2019.
La Sindaca Raggi: invito tutti a visitare questa mostra, in particolare le giovani donne, le ragazze che saranno le protagoniste di domani.
Il concept della mostra
Il racconto di 100 donne – attraverso gli scatti di Jacopo Brogioni e le interviste di Raffaele Timperi – alza il velo dagli stereotipi di una città immobile ripiegata sui fasti del passato e ci mostra una città diversa, che forse non ci aspettiamo. Non necessariamente migliore, semplicemente diversa da una visione semplicistica che non tenga conto della sua complessità. Una narrazione trasversale, senza filtri e senza giudizio, che ci mostra la città attraverso le sue mille sfaccettature e contraddizioni. Una parte integrante del progetto fotografico- come abbiamo già accennato – sono le interviste alle protagoniste di Raffaele Timperi. Ogni donna, anche la Sindaca Raggi, si racconta aprendo il cuore al suo legame con la città eterna.
Un viaggio che per qualche istante ci fa dimenticare la Roma imperiale e barocca e racconta una metropoli contemporanea che pullula di vita. Del resto la stratificazione della città, nel corso dei secoli, ci dimostra che Roma non è masi stata immobile e non si è mai limitata a specchiarsi nella sua irraggiungibile bellezza e nella magnificenza del passato. Ecco, un nuovo ‘piano’ si aggiunge idealmente a questa stratificazione: la Roma di oggi, di chi prova a farne un posto migliore e di chi ‘tira a campare’, di chi sogna e di chi ha paura.
E’ proprio nelle differenze e nelle contraddizioni la chiave di lettura della mostra, enfatizzate anche dall’allestimento curato dallo Studio Fukas: cento storie diverse che in comune hanno il legame profondo con Roma. Ne abbiamo incontrata una mentre posa sorridente accanto la foto che la ritrae con lo stesso sorriso all’aeroporto Leonardo da Vinci di Roma, intenta ad accogliere una migrante con un bimbo in braccio. Si chiama Federica Brizi ed è la responsabile della Federazione Chiese Evangeliche in Italia. Le chiediamo come è avvenuto l’incontro con il fotografo e una riflessione sul progetto:
” Jacopo Brogioni ha fatto delle ricerche sulle associazioni che lavoravano con dei migranti e noi abbiamo questo progetto dei corridori umanitari che in quel momento era partito da poco. Io rappresento una donna che lavora con rifugiati e migranti . Il progetto è molto interessante non solo per quanto riguarda la figura della donna ma anche della città che viene raccontata in modo più approfondito. C’è una Capitale solidale anche al femminile, oltre gli stereotipi di genere”
Intervista a Jaocopo Brogioni
Il fotografo Jacopo Brogioni, autore delle fotografie in mostra, ci racconta i particolari di questa iniziativa culturale:
Perché Roma viene raccontata solo da donne?
Roma è una figura femminile, Roma è la genitrice della civiltà contemporanea: sfido chiunque ad affermare il contrario. Non finirò mai di ringraziare queste 100 donne: io sono stato soltanto il mezzo – insieme a Raffaele Timperi -mi sono scrollato di tutte le mie convinzioni e mi sono immerso in ogni singolo mondo di ogni singola donna. Loro sono le cento lenti attraverso le quali sono riuscito a raccontare Roma.
Come è nato il progetto e quanto è durato?
Il progetto è durato circa un anno e mezzo. E’ nato nel luglio 2016 dall’idea di Massimo Bray – Direttore generale della Treccani – di realizzare un documento contemporaneo su Roma e da qui ci siamo messi a lavorare sulla giusta chiave di lettura per raccontare Roma che non è una cosa semplice: il rischio e il timore di banalizzarla sono stati sempre presenti. Per cominciare quindi l’ho osservata dall’alto .
Cosa intende per ‘osservare Roma dall’alto’ ?
Come tutti i romani ho forse un rapporto conflittuale con Roma. Viaggio molto – per lavoro e per passione – e nel momento in cui riesco a vederla nel complesso dall’alto – da una terrazza, dall’aereo o da un elicottero – ho meno timore perché si notano meno i capolavori del barocco che svettano sulle antichità imperiali.
E come appare Roma dall’alto?
Roma dall’alto appare come una immensa creatura vivente mossa da flussi di persone che la vivono da una vita o anche solo per un giorno. Sono loro i protagonisti e coloro che rendono Roma viva attraverso le dinamiche che si sviluppano tra le persone e alle zone, rendendola viva 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Da romano, ha scoperto qualcosa di diverso della sua città?
Si, è stato un viaggio totalizzante. C’è una duplice chiave di lettura anche in questo. In alcune cose mi sono riconosciuto. Ed è giusto che chi conosce Roma, quando entra in questa mostra, si riconosca in alcune immagini. In molte altre, ho scoperto nuove storie e mi sono sentito veramente un turista. Io mi sono sempre reputato un turista di questa città.
Perché un turista?
Non la vivevo visceralmente ma questo progetto me l’ha fatta vivere nella sua interezza. E per questo non finirò mai di ringraziare l’Istituto Treccani che mi ha dato questa opportunità.
Come ha scelto i soggetti da ritrarre nel loro contesto?
Ogni donna viene raccontata nel luogo che la rappresenta quindi capite chiaramente che c’è un processo prima, durante e anche dopo la realizzazione dello scatto. C’è uno studio alla base che si fonda proprio sulle contraddizioni e le differenze di questa città quindi poi una lista di potenziali profili: ne abbiamo scelti 100 ma per raccontare Roma non ne bastano 100.000.
Ad esempio prima abbiamo scambiato due battute con Federica che si occupa dei corridori umanitari..
Parlando di differenze e contraddizioni volevo parlare anche di campo e controcampo – l’inizio della carriera l’ho passato tra il cinema e la televisione quindi ho anche questo ‘taglio’ – e mi piaceva l’idea di raccontare i flussi migratori sia dal punto di vista di chi arriva a Roma sia dal punto di vista di chi accoglie a Roma.
Infine una domanda da un milione di dollari: se fosse una donna in carne ed ossa come se la immaginerebbe Roma?
Se devo rispondere istintivamente forse la idealizzo un po’, ho una visione forse molto romantica e arcaica di Roma e me la immagino come una dea pagana ma subito dopo mi rendo conto – anzi, mi sono reso conto – che Roma è tutte queste cento donne che me l’hanno raccontata.
I commenti della Sindaca Virginia Raggi e del Direttore Generale della Treccani Massimo Bray
Presente alla preview la Sindaca di Roma Virginia Raggi. Anche lei è una delle cento donne ritratte nella mostra:
“Anche io lavoro, sono madre e mi organizzo come molte delle donne ritratte in questo volume e che hanno un’occupazione, una famiglia. Donne che sono impegnate nelle istituzioni, nelle imprese, nell’artigianato, nello sport, nello spettacolo, nella cultura, nel giornalismo, nel sociale, nella moda, nell’arte, nel volontariato e lottano quotidianamente. Le donne hanno sempre dovuto lavorare doppiamente, diceva Rita Levi Montalcini, che fu anche Presidente dell’Istituto della Enciclopedia Italiana. Anche rischiare la propria vita, come il Premio Nobel per la Pace Malala Yousafzai, oggi giovane donna che fin da bambina ha lottato per affermare il diritto all’istruzione. Il mio pensiero è quindi rivolto alle ragazze, alle giovani donne, che visiteranno la mostra ad ingresso gratuito, quindi aperta a tutti. Queste immagini e i valori dei racconti, illustrati attraverso le fotografie in questo progetto, rappresentano la speranza che le nuove generazioni potranno presto raccogliere i frutti dell’impegno di tante donne, e uomini, che hanno lavorato, spesso in silenzio e lontano dai riflettori, per il futuro della nostra Capitale”.
Un’opera, come ha sottolineato Raggi, fortemente voluta da Massimo Bray :
“L’Istituto della Enciclopedia Italiana – dice il suo direttore – ha tra gli obiettivi primari, fin dalla fondazione, quello di contribuire alla documentazione e alla comunicazione della contemporaneità; e attraverso quest’opera intende incentivare, servendosi di un linguaggio fotografico fortemente suggestivo e di una lettura deliberatamente connotata al femminile, la consapevolezza del legame indissolubile che sussistetra lo spazio urbano e la comunità che lo crea, lo abita e lo attraversa; uno spazio collettivo del quale riscoprire e ribadire, attraverso la cultura, l’identità multiforme e profonda”.
Informazioni
“Roma. Il racconto di cento donne” – questo il titolo della mostra firmata Treccani, promossa da Roma Capitale, curata da CultRise ed allestita dallo studio Fuksas – sarà ospitata ai Musei Capitolini dal 4 aprile al 12 maggio 2019. L’ingresso è gratuito per tutti.