A Palazzo Balbi Valier, ben visibile nelle sue grandi dimensioni dal Canal Grande e dal Ponte dell’Accademia, Fabre installa l’ennesima versione della sua celebre scultura
Avremmo potuto scrivere “anche a Venezia”, ma l’informazione sarebbe stata errata. Già, perchè chi scrive quest’anno è anche il curatore di un evento collaterale della Biennale Arte, “Beverly Pepper. Art in the open”, allo Spazio Thetis. E ogni mattina, recandosi ad allestire la mostra, passa sotto a un “Uomo che misura le nuvole”, installato in permanenza sul tetto dello spazio. Quindi la celebre opera di Jan Fabre non solo è stravista in ogni angolo del mondo – a memoria citiamo il Madre di Napoli, ma di versioni sparse ce ne sono sicuramente a decine -, ma è presente già nella stessa Venezia!
Eppure, viene presentata di nuovo in grande stile nel giardino di Palazzo Balbi Valier, ben visibile nelle sue grandi dimensioni dal Canal Grande e dal Ponte dell’Accademia. Ma perché? Perché un genio indiscutibilmente talentuoso come Fabre deve replicare all’infinito la stessa, originariamente geniale, opera? Che conserva la sua poesia, d’accordo, ma che a forza di misurare nuvole ovunque rischia di obnubilare la vena dello stesso Fabre…