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Ma l’arte è contenta dei risultati elettorali? Decisamente NO. Commenti e sfoghi dai social network

La foto postata da Matteo Salvini subito dopo i risultati delle prime proiezioni La foto postata da Matteo Salvini subito dopo i risultati delle prime proiezioni
La foto postata da Matteo Salvini subito dopo i risultati delle prime proiezioni
La foto postata da Matteo Salvini subito dopo i risultati delle prime proiezioni

Appena chiuse le urne, parte la corsa a commentare i risultati su Facebook o Twitter. L’area “creativa” si svela avversa a Lega e 5 Stelle, con poche (ma agguerrite) eccezioni: leggete qui…

Il post più condiviso in queste ore su Facebook? Probabilmente quello ovviamente sardonico di Lercio: “Elezioni europee, Greta Thunberg ci ripensa: ‘Ma sì, estinguiamoci’”, che non dissimula per nulla il proprio stato d’animo rispetto ai risultati elettorali. Ma fra i più divertenti – ed in questo caso neutri – c’è certamente quello di un’utente che ha scritto: “Dunque, il PD è un coppa Uefa?”. Perfetta fotografia del disincanto rispetto alla politica che ha portato all’astensione quasi la metà degli italiani nelle elezioni europee di domenica 26 maggio. Con un realistico quadro della serata di ieri, anche per i più allergici alla tv: dalle 20,30 alle 22,45 tutti appiccicati a capire gli ultimi responsi del campionati di calcio, dalle 23 tutti pronti a carpire i primi segnali da exit pool e proiezioni. Per poi inondare i social network delle proprie opinioni, vaticini, anatemi. Ed è lì che siamo andati a spulciare, per cercare di cogliere – a campione, ovviamente – i sentimenti del mondo dell’arte rispetto al voto.
Ed una prima considerazione di carattere generale arriva dall’artista Cosimo Veneziano, che rispondendo a un post FB commenta: “Che poi è un po’ come anni fa, chiedevi ‘scusa ma tu voti Berlusconi?’. La risposta era sempre no… vediamo dopo aver aumentato l’Iva a chi daranno la colpa…”. Già, perché se i dati dicono che il primo partito in Italia a queste elezioni è risultata la Lega, e se l’ipotetico centro-destra sfiora il 50% dei consensi, di questo non si ha se non qualche flebile traccia nelle reazioni del mondo creativo, in senso allargato. Molti rispondono sostenendo che i favori ai sovranisti arrivano da classi culturalmente più deboli: ma probabilmente – come suggerisce Veneziano – chi non vota a sinistra ha ancora una sorta di ritrosia ad ammetterlo o esternarlo.

Greta Thunberg evocata spesso a commento dei risultati elettorali

La larghissima maggioranza dei commentatori ostenta infatti la propria avversione verso i partiti – entrambi i partiti, per ragioni diverse – oggi al governo, rivendicando le proprie preferenze alla sinistra, a volte al PD, altre contro, individuandolo come causa dell’attuale status quo. Con qualche nichilista, come Tomaso Montanari, che via Twitter commenta che “questa marea nera è il frutto di 30 anni di ingiustizia sociale e distruzione di scuola e cultura. E non vedo antidoti. Non gli sbandati a cinque stelle. Non i liberali del Pd, non i fantasmi a sinistra. Sarà lunga, la notte nera. Ma nessuna notte è infinita”. Fiducioso in senso europeista Pier Luigi Sacco, che rispondendo a un Di Maio che preannuncia un “terremoto politico”, ribatte che “un terremoto politico probabilmente sarà, nel senso che farà secchi voi. Quell’Europa che doveva essere finita è più in salute di prima, e si sposta a sinistra. E adesso tanti, tanti auguri con la manovra finanziaria aggiuntiva”. Mette nel mirino il Movimento 5 Stelle anche Vittorio Sgarbi, che dalla sua pagina ufficiale nota come “senza il ‘reddito di cittadinanza’ (concesso a poche settimane dal voto, configurando, nei fatti, un vero e proprio voto di scambio) il M5S avrebbe preso il 3%”. Strutturato il commento di Fabio Cavallucci, che dopo aver informato che per motivi tecnici oggi non potrà andare a votare, dichiara: “Sono europeista (addirittura mondialista), e quindi è evidente che avrei voluto dare una voto che conti in Europa, prima di tutto per non farla sfasciare, poi possibilmente per rilanciarla”.
Sibillina l’artista Giulia Caira, anche se i suoi messaggi fra le righe sono facilmente intelligibili: “Il mio voto strategico non è servito a una beata ceppa. Le masse si orientano a comando di chi la spara più grossa e i due partiti in testa sono irrimediabilmente destrorsi: uno per la difesa dei territori in stile far west, gli altri per il dominio delle grandi lobby del capitale finanziario virtuale e globale”. E sempre fra gli artisti, non mancano gli incroci di fioretto, divertenti anche se spesso dal linguaggio “colorito”. Uno lo innesca il pittore Francesco Lauretta, scrivendo su Facebook: “Lega primo in classifica. Che paese brutale! Sono circondato di m…”. Fra i primi a rispondere – e uno dei rari outing controcorrente – è lo scultore Paolo Schmidlin, che commenta con un sintetico “Si cambia… era ora”. Battagliera la replica dell’artista Marco Neri, che rivolto al titolare della pagina Lauretta domanda: “Francesco come vedi ci mettono un attimo a venire a galla pure qui… ma fare un minimo di pulizia tra i tuoi contatti almeno?”. La scenetta continua, Schmidlin rimbrotta Neri con un “interessante la consueta tolleranza verso le opinioni altrui dei sedicenti ‘democratici’. Ecco che si svelano i veri fascisti…”, l’altro replica che “non ci conosciamo.. Stai parlando di te quindi… Non tollero fascisti e reazionari, infatti non sei tra i miei contatti ed è la prima volta che leggo qualcosa di tuo”…

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