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Sulle ali dell’eretico, erratico ed erotico artista. Calzolari al Museo Madre di Napoli

Pier Paolo Calzolari al MADRE. PH MICHELE ALBERTO SERENI Pier Paolo Calzolari al MADRE. PH MICHELE ALBERTO SERENI
Pier Paolo Calzolari al MADRE. PH MICHELE ALBERTO SERENI
Pier Paolo Calzolari al MADRE. PH MICHELE ALBERTO SERENI

La wunderkammer che si è prestata per abbracciare insieme tutte le opere e le sperimentazioni artistiche di Pier Paolo Calzolari è il museo Madre che, in una retrospettiva pittorica dell’artista in collaborazione con la Fondazione Calzolari, riconduce nella città partenopea la koinè di opere, talune mai esposte, che mancavano dal 1977.

L’artista bolognese ha un caleidoscopico sguardo indagatore sul mondo che si traduce in lavori così multiformi che sfuggono a una categorica castità di linguaggio. La mostra “painting as a butterfly” coglie, infatti, la libertà d’un battito d’ali che con leggerezza sa esplorare ma, al contempo, provocare quell’ uragano nell’altra porzione dell’anima di Calzolari generando una passionevole impollinazione di diversi spiriti dell’arte. L’artista appare armonico nel suo vario e ricco vocabolario che si pronuncia lungo i tre piani del museo, in senso discendente, seguendo un iter cronologico, e poi irrompendo in esso con apparizioni indomabili della sua poetica libera.

Pier Paolo Calzolari al MADRE
Pier Paolo Calzolari al MADRE

Minuziosi interpreti dello spirito di Calzolari, i curatori Achille Bonito Oliva e Andrea Viliani hanno saputo narrare una storia consapevoli del “gioco del mondo” cortazariano cui l’artista ha partecipato. La lettura lineare del corpus artistico, di pari passo con le metamorfosi che i vari periodi di Calzolari andavano subendo, non nega momenti di alta akmè che riconducono su un piano estremamente umano la veemenza del suo fare. Non a caso un gesto calmo, procreatore di assetti artistici dai tempi di lunga durata, è fratello di un vigoroso mangia fuoco, Yassin Kordoni, che anima un’opera dal carattere performativo, dunque episodica, che interloquisce con lo spettatore richiamandone l’attenzione nell’hic et nunc. Performativa anche la scultura in moto de “la donna in fiore”, mentre altre soluzioni e allestimenti di tipo ambientale fanno emergere l’indissolubile sposalizio tra l’artista e le materie ormai assegnate al linguaggio dell’arte povera o all’informale.

Pier Paolo Calzolari al MADRE
Pier Paolo Calzolari al MADRE

Calzolari indaga il movimento e osserva la natura fino a sublimarne gli elementi nella sua pratica artistica: soluzioni meccaniche, strumenti quotidiani della realtà e uso libero delle stesse materie di cui è fatta la vita dialogano in orchestre artistiche che fanno di ogni spettatore un intimo ascoltatore. Eco perpetua anche si avverte del mosaico veneziano: la pratica di una pittura liberata fluisce in un colore ruggente, nel periodo in cui Calzolari si immergeva nelle acque vivaci della Transavanguardia. L’artista non è immune neanche alle influenze della Pop Art o ai richiami al New Dada, che però emergono tutti in qualità di retrogusto senza condannare l’artista come vittima dei linguaggi modaioli. Nel percorso espositivo, seppure privo di una gerarchia estetica delle opere, sembra riconoscersi nell’atelier d’artista il cuore pulsante. Il moto centripeto e centrifugo al contempo innescati dal gianico seme dell’ambiente e dai suoi frutti alle pareti, stimolano il fruitore a un’esperienza totale. Il dedalo di sollecitazioni che l’esposizione regala forse, piuttosto che arricchire il visitatore di una conoscenza sull’”eretico, erratico ed erotico” artista, come definito da Achille Bonito Oliva, lo induce ad una consapevolezza del multiforme essere umano e dunque è condotto a un’indagine libera e sorprendente del proprio essere.

Pier Paolo Calzolari al MADRE
Pier Paolo Calzolari al MADRE
Pier Paolo Calzolari al MADRE
Pier Paolo Calzolari al MADRE

Info utili

Museo Madre

Via Settembrini, 79

Napoli

fino al 30 settembre 2019

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