La fiera d’arte Flashback propone, come tappe di avvicinamento all’inaugurazione del 31 ottobre, alcuni interventi diffusi per la città e altri eventi in arrivo a Torino. Il primo è una fotografia-manifesto ad opere di Emanuela Barilozzi Caruso. 6 metri per 3 che di certo sorprenderanno chi si imbatterà nell’opera affissa fino al 2 settembre.
Giocando sul suo nome potremmo pensare a Flashback guardando all’edizione 2018 e gustarci l’attesa verso un 2019 che ormai si sta inoltrando. Ma ormai il nuovo anno è così avanzato e urge guardare in avanti assaporando l’attesa della fiera in arrivo a Torino dal 31 ottobre al 3 novembre. Opera Viva Barriera di Milano aiuta in questa prospettiva segnalando le tappe di avvicinamento alla fiera che come uno slogan professa che l’arte è tutta contemporanea. Perfettamente contemporanei sono certamente gli special project che si alternano a partire dal 25 luglio, come il Manifesto che si inserisce in Opera viva ed espone platealmente Unknown di Emanuela Barilozzi Caruso.
L’affissione di 6 metri per 3, che a Torino in Piazza Bottesini ruba gli spazi alla pubblicità, quest’anno si ispira al tema scelto per la fiera, Gli Erranti, dal libro di fantascienza dei fratelli Strugackij The Time Wanderers. Gli Erranti, vagabondi del tempo, camminatori entusiasti, viandanti erranti, raminghi osservatori e cercatori, nomadi per scelta, curiosi della storia dell’arte di ogni tempo, si spostano irregolarmente senza meta né programma; girovagano, gironzolano inefficienti evitando di fissare preventivamente l’itinerario; il senso sta nella scoperta, negli errori di percorso, negli incontri e nelle emozioni che vivono.
“Una ricerca interminabile, un rapporto silenzioso, una condivisione tra sconosciuti costretti a vagare, viaggiare, muoversi e perdersi ovunque e per qualunque motivo”
Emanuela Barilozzi Caruso
Gli Erranti non sono solo un richiamo ad una romantica categoria scomparsa di beduini che attraversano il deserto e di esploratori che solcano mari, gli erranti sono anche gli instancabili pendolari che si muovono ogni giorno per treni e mezzi pubblici, gli incerti viaggiatori quotidiani e gli occasionali viandanti di percorsi casuali. Questa la connessione con il progetto che l’artista porta avanti dal 2013; sei anni e più di 700 scatti rubati durante gli interminabili viaggi sui mezzi pubblici di Roma e altrove nel mondo, immagini che finora, per una scelta precisa, sono stati fruibili unicamente all’interno pagina Instagram #comefareisenzamezzipubblici.
In questo caso il Manifesto riporta un incontro inusuale avvenuto su un autobus. Mentre questo viaggiava divincolandosi tra il reticolo urbano che andava formando nuove strade e percorsi, al suo interno una suora sedeva nei sedili di fondo. Crucciata e pensierosa questa osserva il graffito di un diavoletto impresso su un vetro dai fari rossi e dagli sbuffi dei riflessi nella notte. Per lei, probabilmente, un segnale nefasto; così come, forse, per alcuni che rivivranno questo momento imbattendosi nella fotografia-manifesto. Altri invece, in questa apparizione mistica, vedranno impressa la magia della sorprendente notte metropolitana.