Jakob Kudsk Steensen è l’artista vincitore del Serpentine Augmented Architecture 2019, iniziativa che mirava a premiare un progetto che fondesse architettura e realtà aumentata. La visita nei giardini della Serpentine Gallery di Londra si trasforma così in un percorso lungo ciò che di invisibile la natura può offrire.
Forse l’aspetto più interessante del progetto scelto come vincitore del Serpentine Augmented Architecture 2019 è il doppio binario di presenza-assenza sul quale di muove. Da una parte l’opera d’arte-applicazione ideata da Jakob Kudsk Steensen si attiva ai Kensington Gardens e Hyde Park, la dove sorge la celebre galleria diretta dal curatore e critico d’arte svizzero Hans Ulrich Obrist: la Serpentine Gallery di Londra; dall’altra continua a vivere nelle tasche di tutti i visitatori. Nei giardini della galleria che un tempo ha esposto Man Ray, Andy Warhol, Damien Hirst e tanti altri, oggi si snoda un percorso naturalistico-artistico unico nel suo genere. Solo dopo un lungo periodo trascorso da Kudsk nel parco a catalogare, ma soprattutto ad assorbire interiormente, le forme di vita animali e vegetali, l’artista ha raccolto i risultati del suo lavoro in quest’opera ponte tra natura e tecnologia.
The Deep Listener sfida i confini dell’architettura attraverso la realtà aumentata, conducendo il visitatore in prossimità di specifici luoghi del parco, segnalati dal Gps che inizia a lampeggiare. Una volta giunti ad uno dei cinque punti di interessi, puntando lo smartphone, è possibile attivare il contributo audiovisivo che mira ad aumentare il dato reale esaltando e miscelando i suoi elementi. Così inizialmente ci vengono illustrate nel dettaglio le specie connesse a quel luogo specifico attraverso apparati testuali e poetici. Dopodiché si attiva l’apporto musicale: attraverso il campionamento e la lavorazione dei suoni naturali registrati sul luogo, il sound designer Matt McCorkle li ha ricomposti generando una traccia audio non rintracciabile in natura. Questi inediti suoni, oltre ad immergerci come mai sperimentato nel contesto naturalistico, si modificano a seconda degli spostamenti che il visitatore opera nel raggio di 25 metri attorno all’opera.
Con lo stesso principio si attiva anche la componente visiva, realizzata dallo stesso Kudsk. Le suggestioni raccolte attorno al punto di interesse vengono scomposte e ricomposte in nuova forma, ridisegnando un panorama che si presenta mutato, distorto, allucinato, come luogo di un viaggio all’interno della materia e della composizione naturale. The Deep Listener sfida così le nostre limitatezze cognitive e anche l’oscura imperscrutabilità del mondo reale. I meccanismi della natura sembrano minati nella loro solidità e il loro segreto esposto alla nostra esperienza. Un universo fantasmico che si sovrappone a quello reale. Naturalmente non è che un inganno che dura un solo attimo. Un attimo che basta però ad immergerci li dove non pensavamo ci saremmo mai spinti.
E da qui il secondo binario dell’opera. Noi ci allontaniamo dai giardini della Serpentine, ma l’app rimane sugli smartphone che portiamo con noi. The Deep Listener diventa così un fedele catalogo digitale degli elementi che abitano i giardini: platani, pipistrelli, libellule, acquitrini e altro ancora. Ma soprattutto rimane come uno strumento magico nelle tasche di tutti noi (la scelta di utilizzare lo smatphone non è casuale da parte di Kudsk), un ponte verso ciò che è invisibile ma che riusciamo però ad esperire.
Forse è solo un’altra testimonianza dell’avidità umana, impossibilitata ad accontentarsi di ciò che ha.
Oppure, in una visione più romantica, è un’eccezionale declinazione del desiderio artistico di illuminare gli spazi bui della nostra conoscenza manchevole.