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Abruzzo: Fondazione Menegaz

L’arte non è materia per pochi eletti, l’arte può essere un mezzo per permettere di riscoprire luoghi ricchi di storia e di tradizioni, e ciononostante dimenticati. E’ la tesi che sostiene con determinazione e coraggio un ristretto ma grintoso gruppo di abitanti di Castelbasso e Civitella, due borghi medievali in Abruzzo in provincia di Teramo che contano ciascuno sì e no un centinaio di abitanti o poco più.

In due palazzi di Castelbasso, Palazzo Clemente e Palazzo De Sanctis, e nella splendida Fortezza di 25mila mq di Civitella, il 30 giugno è partita la ricca rassegna d’arte contemporanea che durerà fino al 2 settembre a Castelbasso e fino al 31 ottobre a Civitella.

Promotori e ideatori di quest’operazione sono Osvaldo Menegaz, romano ma la cui madre era di Castelbasso e che quindi si è sempre sentito intimamente legato a questo piccolo borgo e nel 1998, dopo la morte della madre Malvina, ha creato la Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture, e Gino Natoni, di Civitella, che l’anno scorso ha aperto l’associazione culturale Naca Arte, con l’obbiettivo di creare sinergie fra enti diversi in modo da organizzare eventi artistici e occasioni di dialogo e di confronto. Per la prima volta la Fondazione Malvina Menegaz e Naca Arte si uniscono e, nei due borghi medievali di Castelbasso e Civitella, portano i maggiori esponenti dell’arte contemporanea principalmente italiana, ma non solo: entrando nella “Fortezza plurale dell’arte” immaginata da Pietrantonio, accoglie i visitatori l’occhio di 200 per 300 cm di Patrick Tuttofuoco, un light box realizzato appositamente per questa mostra e che si inserisce nella ricerca dell’artista sugli aspetti del volto e della maschera. Risulta come un segno di confine: si sta per entrare in un mondo nuovo, i cui l’arte contemporanea si mischia alla storicità delle mura del castello. Di Pietrantonio ha saputo accostare in questa mostra opere di Beuys (il bellissimo “Tavolo”, del1980, in rame, feltro, legno e carta, materiali ricorrenti nelle opere dell’artista), alle Mappe di Giuseppe Stampone, alla performance di Luigi Persicce, di grande raffinatezza e perfettamente inserita nel contesto della Fortezza (l’artista s’ispira a Giotto e al film “Uccellacci e uccellini” di Pasolini: dando le spalle a un “popolo” di uccelli impagliati, Persicce disegna una figura umana, mentre una persona suona la viola), fino all’installazione di Cattelan “Punizioni” (1991), che ripercorre alcuni momenti personali in cui l’artista, ripetutamente bocciato, ha vissuto come un castigo il fatto di dover andare a scuola. Un tavolo su cui sono accostati diversi fogli scritti da calligrafie infantili. riportano la frase “Fare la lotta in classe è pericoloso”. Su tutti, però, è riportata la “correzione” del maestro che cancella “in” per sostituirlo con “di”. Tra Enzo Cucchi, Gino De Domincis, Jan Fabre, Ginni Pettina, Michelangelo Pistoletto e altri, la mostra curata da Pietrantonio accosta artisti tanto diversi e talvolta distanti cronologicamente, da porre in rilievo non le vicinanze, ma semmai le differenze che esistono oggi nei linguaggi e i modi d’espressione che ogni artista sceglie di fare suoi. L’altra sezione della mostra “Visioni” è curata da Umberto Palestini, storico della fotografia e critico d’arte: all’interno della chiesa della fortezza è stato ricavato un vero e proprio cinema in cui verranno proiettati, per tutta la durata della mostra, film realizzati da artisti contemporanei: Steve Mc Queen, Mimmo Paladino, Julian Schnabel, Cindy Sherman e altri mostreranno un cinema visionario, metaforico, rivelatore. Perché l’intera sezione di “Visioni” pone l’accento sulla importanza dell’artista come sciamano, come rivelatore e persona in grado di esprimere significati profondi attraverso la propria arte.

“Radici” e “Carla Accardi. Smarrire i fili della voce” sono le altre due mostre ospitate a una quindicina di chilometri da Civitella, ovvero a Castelbasso: gli artisti riuniti da Eugenio Viola sono stati coinvolti perché restituissero ciascuno le proprie “radici”, intese come origini, valori, bagaglio culturale, rendendole opere d’arte. Opere di Marina Abramovic, Alfredo Jaar, Santiago Serra o Mariengela Levita portano a parlare di “network”, essendo accostamenti tra origini, essenze tanto diverse l’una dall’altra. Infine la mostra curata da Laura Cherubini di Carla Accardi, di cui sono esposte le opere più recenti: l’artista, nata a Trapani nel 1924, è fra i massimi esponenti dell’astrattismo italiano.

L’intera operazione di Castelbasso e Civitella ha un valore che va oltre le tre mostre, e che sta nel coinvolgere, interessare, stimolare i turisti in quelle zone a passare anche da borghi antichi e meravigliosi, che tradizionalmente vengono esclusi e dimenticati. “La cultura è un un mezzo per far rivivere questi luoghi” dice Osvaldo Menegaz. “L’arte ha una funzione di traino –gli fa eco Giacinto di Pietrantonio-, fa nascere nuovi stimoli e nuove idee”. Oltre alle mostre, per tutta la durata della manifestazione, saranno eseguiti in Fortezza concerti di Musica Antica, Musica Contemporanea, incontri di letteratura e saranno anche svolti seminari di approfondimento per insegnanti.

Info. Fondazione Malvina Menegaz

Palazzo Clemente, via XXIV Maggio 28, 64020, Castelbasso (Te)

Tel 0861-508000

www.fondazionemenegaz.it

Naca Arte-Associazione Culturale

via Micozzi 1, 64100, Teramo

Tel. 0861-210967

www.nacamedical.it/nacaarte/

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2 Commenti

  • Hai illustrato con grande chiarezza ed efficacia un’iniziativa di grande spessore culturale che merita di essere conosciuta e vissuta

    • grazie, scusa vedo solo ora il tuo commento, io stessa dopo aver visitato queste interessantissime mostre e dopo aver partecipato, di fatto, a questa operazione culturale di due piccoli borghi abruzzesi ero estremamente felice. esattamente come scrivi, merita di essere consciuta e vissuta. Marta

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