Scavi nell’”Atlantide russa”, così chiamata perché emerge dalle acque di una diga solo un mese all’anno, portano alla luce un accessorio che assomiglia sorprendentemente ad un moderno IPhone
“La sepoltura di Natasha con un ‘iPhone’ dell’era Xiongnu rimane una delle più interessanti scoperte in questa necropoli“. Con queste parole l’archeologo Pavel Leus, della Society for the Exploration of EurAsia, commenta le ultime sensazionali scoperte effettuate sul sito di Ala-Tey, nella Repubblica di Tuva, noto come “L’Atlantide russa”, visto che emerge solo un mese all’anno dalle acque di una diga che per il resto dei mesi lo inabissano. Ed è un commento evidentemente scherzoso, visto che parliamo di ritrovamenti databili almeno a 2100 anni fa: con tombe risalenti dall’età del bronzo fino ai tempi di Gengis Khan.
A far parlare di iPhone è un accessorio rettangolare nero riconducibile ad una delle due mummie rinvenute nel sito, una grande fibbia da cintura di 18 cm per 9, decorata con intarsi di turchese, corniola e madreperla: che nella forma assomiglia sorprendentemente ad un moderno smartphone. La cintura di quella che si riteneva inizialmente una sacerdotessa, mentre poi si è optato per un’artigiana della pelle, era decorata con monete cinesi Wuzhu, coniate per la prima volta 2.137 anni fa. “Siamo incredibilmente fortunati ad aver trovato queste sepolture di ricchi nomadi inviolate da ladri di tombe“, ha commentato Marina Kilunovskaya, dell’Istituto culturale della storia dei materiali di San Pietroburgo.