Un piccolo acquerello di fiori con soggetto dei gigli, non usuale per van Gogh, notoriamente incline a ritrarre girasoli, è stato acquistato a Gand per 220mila euro
Un’asta molto autarchica, non troppo pubblicizzata, che accettava soltanto offerte presentate fisicamente: e che infatti si è conclusa con due acquirenti, che desideravano rimanere anonimi, erano belgi, che si sono dovuti impegnare a mantenere le opere nel paese, come da espressa richiesta del venditore. Eppure l’artista in questione è fra i più ecumenici esistenti, da decenni assoluto protagonista del mercato dell’arte, apprezzatissimo – in particolare – dai nuovi magnati dell’estremo oriente: ovvero Vincent Van Gogh, ormai una rarità da trovare in asta, dove si possono contare ben 12 sue opere vendute per oltre 30 milioni di dollari.
Certo, era difficile che i dipinti messi all’incanto in Belgio, a Gand, potessero richiamare i grandi collezionisti globali: si tratta infatti di due piccole opere entrambe datate 1883, non in grado di spuntare cifre faraoniche, per quanto certificate come autentiche in diverse occasioni e presenti nei cataloghi di Van Gogh. La prima, un acquerello di fiori con soggetto dei gigli – non usuale per l’artista, notoriamente incline a ritrarre girasoli – è stata acquistata per 220mila euro, cifra leggermente superiore alle stime, come dichiarato dal banditore Johan Kiggen. La seconda, un disegno a carboncino di una brocca, è andato aggiudicata per 140mila euro, poco sotto al prezzo di stima.