“Quando dipingi, non stai facendo qualcosa che comprendi. Ti lasci andare e basta”. Parola di Ed Clark, pioniere dell’espressionismo astratto che si è spento venerdì scorso, all’età di 93 anni.
Lo scorso venerdì la galleria Hauser&Wirth ha annunciato la morte dell’artista afroamericano Ed Clark. Spentosi a Detroit, all’età di 93 anni, Ed Clark è stato uno dei pittori del dopoguerra tra i più influenti della sua generazione. Sulla scena per oltre 60 anni, tramite pennellate dense e brillanti raccontava ingiustizie sociali e discriminazioni razziali nell’America degli anni Sessanta.
Nato a New Orleans nel 1926, nel ’33 è emigrato con la sua famiglia a Chicago, facendosi presto notare tra i banchi di scuola per le sue abilità artistiche. È il 1957 quando mostra per la prima volta una delle sue tele “modellate”: l’artista aveva da poco sviluppato un metodo per dar vita a pennellate luminose e potenti sul pavimento del suo studio, spingendo il colore con una grossa spazzola. Una tecnica che ha poi portato avanti nel corso degli anni.
I lavori di Clark sono presenti nei più importanti musei di arte contemporanea del mondo, compresi il Museum of Modern Art di New York, lo Smithsonian National Museum of African American History & Culture di Washington e l’Art Institute of Chicago.
Nel video del Pérez Art Museum di Miami, l’artista racconta la sua opera “Pink Wave” del 2006, esemplificativa della sua cifra stilistica.