Dal 14 al 18 ottobre 2019 si è tenuto il festival del cinema russo in Italia. Ruskino porta a Venezia la possibilità di conoscere la cultura russa attraverso gli occhi di giovani registi emergenti.
Venezia diventa ancora una volta fulcro di un incontro tra due stati lontani ma che negli anni hanno coltivato uno stretto legame culturale: l’Italia e la Russia. L’università Ca’ Foscari, grazie al prezioso lavoro dello CSAR (Centro studi per l’arte russa) e alla sua direttrice Silvia Burini, dimostra ancora una volta il suo interesse verso le culture straniere, in particolare quella russa. È in questo filone di interesse che si inserisce il festival del cinema russo Ruskino, un’iniziativa che si svolge presso la sede CFZ Zattere di Ca’ Foscari e da qualche anno anche negli spazi dell’Università di Udine e del Collegio Salesiano Astori a Mogliano Veneto.
Il progetto nasce in collaborazione col Ministero della cultura della Federazione Russa, il Ministero degli affari esteri della Federazione Russa, il Centro dei Festival Cinematografici e programmi internazionali, Kinofocus, Università Ca’ Foscari e l’omonima Fondazione, lo CSAR, l’associazione Venezia-Russia e il Comune di Venezia con il preciso scopo di creare un ponte tra i due Paesi e far conoscere l’attività cinematografica russa in Italia. Le due direttrici del progetto sono Irina Borisova, direttrice del Centro dei Festival Cinematografici, e Alessia Cavallaro.
Giunto ormai alla decima edizione grazie a una forte tradizione che unisce l’università Ca’ Foscari e la città di Venezia, il Ruskino incuriosisce con alcune proposte cinematografiche singolari e decisamente attraenti: accanto a registi affermati e ampiamente conosciuti in Russia si possono trovare opere di artisti emergenti. La direttrice Alessia Cavallaro spiega infatti che “tutti (i film) contribuiscono a promuovere il cinema russo contemporaneo e a rafforzare la connessione culturale tra i nostri paesi, la Russia e l’Italia”.
Le proposte spaziano tra registi ormai affermati nel panorama russo come Konstantin Khudiakov che con il film La fine della stagione (2019) racconta di tre sorelle costrette a emigrare in una piccola città baltica ma col forte desiderio di tornare a Mosca, sebbene il festino non sembra essere dalla loro parte, e Stanislav Govorukhin, autore di Weekend (2013), in cui il protagonista commette un omicidio per cui verrà assolto, ma circostanze avverse lo metteranno davanti alla difficile decisione di prendersi la colpa per un omicidio non commesso o confessare, ad artisti esordienti come Boris Akopov e Ivan Shakhnazarov, entrambi giovani e laureati da poco ma con idee innovative e promettenti. Akopov presenta il film Il toro (2019), in cui analizza la vita di un ragazzo che si trova costretto a guadagnare con qualsiasi mezzo per portare avanti la famiglia. Durante l’ennesimo arresto da parte della polizia il Toro verrà liberato da una sua vecchia conoscenza che pretenderà in cambio un favore pericoloso. Il film Rock (2017) del regista Shakhnazarov invece segue il viaggio di tre ragazzi accomunati dal desiderio di conquistare uno spazio nella scena musicale moscovita, affrontando una serie di avventure che cambieranno per sempre le loro vite.
Ekaterina Guseva, regista de L’amore di Liuba (2019), scava nella vita di questa donna che si trova nuovamente di fronte al passato ma trova la forza per lasciarlo andare, dimostrando che si può tornare a vivere ed essere felici. Punto di biforcazione (2018), diretto da Leonid Gardash, ripercorre la vita di tre ragazzi che, dopo aver organizzando uno scherzo molto pericoloso nei confronti del loro amico e bullo, si ritrovano in questura perché il ragazzo è scomparso. In una sequenza di scene concitate si arriverà a scoprire cosa è successo veramente.
Tutti i film proposti hanno come elemento costante la Russia, intesa non solo come Paese natale di tutti i registi coinvolti ma anche per i personaggi interpretati, che, ognuno in modo diverso, vogliono restituire un’immagine della cultura russa in tutte le sue sfaccettature. Ciascun film si concentra su una problematica, come può essere la crisi economica degli anni ’90 o l’ essere costretti a trasferirsi, o un tema preciso, come l’amore, il passato o il proprio obiettivo, per permettere a ogni fruitore di ragionare sulla propria vita e le proprie scelte, portando così ciascuno a farsi un profondo esame.
I due film previsti per l’ultima giornata di festival sono due cartoni animati: Le avventure di Masha e Gosha (2010), diretto da F. Popov, A. Shelmanov e D. Kupriyanov, incentrato sulle disavventure della bambina Masha, sempre spaventata dal fratello più grande, e Belka e Strelka. I cani stellari (2010), diretto da Sviatoslav Ushakov e Inna Evlannikova, che segue le avventure di questi due cani che da un momento all’altro diventano degli astronauti. Un cartone con personaggi simpatici e ben realizzati e con un chiaro messaggio educativo da lasciare: essere gentili, sensibili e coraggiosi.
L’elemento che però rende il festival estremamente interessante e innovativo è la possibilità per gli studenti di Ca’ Foscari di poter partecipare a un concorso con premio in denaro per la sottotitolazione dei film presenti al festival, incrementando così la padronanza della lingua russa e conoscendo in maniera approfondita la professione nell’ambito cinematografico. Da poco inoltre il progetto è stato aperto anche a 4 licei della provincia di Venezia, coinvolti grazie al progetto di alternanza scuola-lavoro. Un’opportunità unica per chi desidera non solo dimostrare a sé stesso la sua bravura nella lingua ma anche per chi desidera avere un assaggio di un possibile lavoro futuro!