Giuseppe De Nittis guardò alla realtà con taglio nuovo, per questo le sue opere parlano di modernità. Palazzo dei Diamanti di Ferrara le raccoglie nella mostra De Nittis e la rivoluzione dello sguardo, dall’1 dicembre 2019 al 13 aprile 2020.
Come l’abbagliante sole del sud Italia sfugge alle nuvole per illuminarne i paesaggi sospesi, così lo sguardo di Giuseppe De Nittis (1846-1884) ha sorpreso scorci cittadini, strade di campagna e piazze affollate con un taglio inedito e rivoluzionario. Nato a Barletta, Puglia, è forse rimasto realmente influenzato da quel sole, tanto che confluì spontaneamente nelle sue prime opere. Poi Londra, Parigi e la consacrazione al fianco dei più grandi artisti dell’800, tra cui gli amici Manet, Degas e soprattutto Caillebotte.
Palazzo dei Diamanti di Ferrara prova a intercettare la linea dei suoi occhi e restituire in mostra l’evidenza del suo sguardo rivoluzionario. Tagli improvvisi, prospettive sorprendenti e inquadrature audaci sono immerse in un’atmosfera resa suggestiva dall’uso sapiente della luce. Un approccio alla pittura in grado di inserirlo nel gruppo di coloro che hanno saputo innovare il linguaggio artistico e trasportarlo nella modernità, anche per la poetica fugace e transitoria – ben in linea con il sentimento del tempo – con cui interpretava il mondo.
De Nittis e la rivoluzione dello sguardo, dall’1 dicembre 2019 al 13 aprile 2020, rilegge dunque la sua esperienza artistica sotto la luce della spinta innovatrice, ben evidenziata dal confronto con alcune fotografie d’epoca. Realizzate da grandi autori dell’epoca – da Edward Steichen a Gustave Le Gray, da Alvin Coburn a Alfred Stieglitz – queste riflettono l’influenza stilistica che De Nittis ha avuto non solo su di loro, ma sull’intero impianto prospettico e linguistico dell’epoca.
*Giuseppe De Nittis: Westminster, 1878. Olio su tela, cm 110 x 192. Courtesy Marco Bertoli