Un Sedicesimo non è solo una misura tipografica, ma una rivista edita da Corraini Editore. Questa, però, possiede caratteristiche del tutto uniche: non ha una redazione, non ha un tema e neanche una gabbia grafica.
Prendi un foglio e piegalo sedici volte, otterrai una rilegatura di sedici pagine che prende il nome di sedicesimo. Prendi un tema, come quello della grafica ad esempio, e costruiscici attorno una redazione in grado di parlarne e di restituirne per iscritto le sfumature, così da ottenere una rivista. A questo punto la combinazione dei due elementi sembra lasciare presagire la nascita di una rivista di grafica di 17 cm di larghezza e 24 cm di altezza. Eppure, Corraini Edizioni si è cimentata proprio in questa operazione ottenendo però un risultato differente.
Un Sedicesimo è una rivista bimestrale di Corraini Edizioni nata nel 2007 da un’idea di Pietro Corraini. Ma, come detto, qualcosa sembra non funzionare: questa rivista non ha una redazione, non ha un tema e neanche una gabbia grafica. Nonostante questo, la collana è una piccola perla, un caso unico che funziona soprattutto grazie alla sua particolarità. Un Sedicesimo non parla di grafica, fa grafica; Un Sedicesimo è uno spazio libero che si configura come una lettera: individualmente può essere fine a sé stessa, ma inserita nel corretto contesto diviene la base per la costruzione di un linguaggio. La rivista si propone dunque come matrice generativa di gusti e stili.
Come accade questo? Affidando ogni numero a un autore diverso (illustratori, artisti, architetti, grafici, designer), esso affronta il candore della rivista spoglia riempiendolo con ciò che preferisce. Totale libertà dunque, che (forse) spaventa ma (sicuramente) stimola ogni soggetto a ideare qualcosa di nuovo e personale, originale e inimitabile. Proprio come un punto zero, da cui poi ispirarsi, ogni Sedicesimo non spiega ma mostra, non indirizza ma suggerisce. Finora sono stati realizzati 54 Sedicesimi: ognuno diverso dal precedente, hanno composto così una collana in cui ogni episodio è completamente differente dal precedente, dalla testata al colophon (qui l’elenco di tutti i numeri pubblicati).
Un Sedicesimo si definisce quindi come “una sorta galleria su carta che ogni due mesi, sei volte l’anno, propone una mostra personale”. Questo si traduce in una ricerca continua, di spunti e autori, da far confluire nel progetto. Progetto che, passati i 10 anni di anzianità, vanta un invidiabile storico di edizioni pubblicate. Tra gli altri autori di Sedicesimi ci sono infatti, tra gli altri, Italo Lupi, Emiliano Ponzi, Carin Goldberg, Nora Krug, Milton Glaser, Antonio Marras, Martí Guixé e Steven Guarnaccia.
L’eterogeneità dei professionisti chiamati in causa, come detto, si riflette nell’estrema varietà della rivista, in continuo movimento tra suggestioni disparate. Italo Lupi, per esempio, ha scelto di dedicare il Sedicesimo n. 2 ai suoi grandi maestri. L’esperto grafico editoriale ha così riempito il suo spazio di un forte tono monocromatico – diverso per ogni pagina – violandolo solo negli angoli in alto (quello destro nelle pagine a sinistra e quello sinistro nelle pagine a destra, così da risultare adiacenti) con due immagini raffiguranti elementi simbolici per il soggetto in questione. Il risultato è più che mai teso tra delicatezza e raffinatezza.
Lo stesso sentimento di leggerezza lo si prova galleggiando nei 16 cieli azzurri di Joe Rudi Pielichaty per il Sedicesimo n. 40. Designer e scrittore, Joe Rudi è nato a Nottingham ma sogna di vedere e conoscere molti luoghi nel mondo, spesso molto lontani. E, magari, anche costosi da raggiungere. Sognare invece non costa nulla e nemmeno armarsi di forbici e ritagliare, da riviste e giornali, i cieli dei posti che vorrebbe visitare. Blue Skies si configura perciò come un Sedicesimo particolarmente poetico, eccezionalmente malinconico, dove 16 cieli vengono strappati dai loro contesti e intimamente associati a un desiderio irrealizzato. L’incolmabile distanza tra la volontà umana e le umane possibilità di soddisfarla è sottolineata ulteriormente dalla distanza (in km) che separa Joe Rudi dal luogo desiderato nel momento in cui ne ritaglia un lembo di fotografia.
Ci sono anche casi particolarmente speciali, in cui Un Sedicesimo finisce per ospitare mondi immaginifici e impossibili, ma non abbastanza per non poterli trasportare nella realtà. È ciò che successo al numero 32, Airplaneography, a tal punto colmo dell’universo asimmetrico e fantasioso di Peteris Lidaka che questo è riuscito a sfuggire allo spazio del sedicesimo e farsi scultura, poi esposta a Milano nel 2016. Entrando nel merito di questo eccentrico mondo, lo si trova colmo delle figure care all’artista: macchine volanti e aeroplani impossibili, dalle forme piatte e colorate, privi di ordine ma sprizzanti d’energia. Una scelta di per sé singolare che, come detto, assume ancora più rilevanza visto le qualità anticipatorie che il Sedicesimo ha avuto selezionando un artista a cui è stata poi dedicata una mostra in Italia.
Un Sedicesimo non è quindi solo un foglio, non è solo una misura tipografica, non è solo una rivista. Talvolta 16 pagine non sono solo 16 facciate, ma un infinito numero di sorprese.