Firenze si veste di antico per due sessioni d’asta da Pandolfini martedì 26 novembre
Il 26 novembre andrà all’incanto una selezione di circa 40 lotti che coprono un arco di tempo che va dal primo Rinascimento all’età Neoclassica per l’asta di OLD MASTER. Autori rari a trovarsi in Italia e sul mercato internazionale come il lombardo Vincenzo Civerchio, in catalogo con tre tavolette, SAN GIOVANNI EVANGELISTA, SAN PAOLO E SAN PIETRO, stimate 30.000/40.000 euro (lotto 8). Si pensa che le tavole facessero parte di una più ampia serie di dodici e che tutte assieme costituissero la predella di una pala non identificata.
Dalla Lombardia al Veneto per segnalare la scena mitologica a olio su tela di grandi dimensioni di scuola veneta del XVII secolo APOLLO E MARSIA, offerta a 15.000/20.000 euro (lotto 42). Tra le opere fiorentine del Cinquecento si segnala la raffinata, inedita e non replicata MADONNA ANNUNCIATA della scuola di Agnolo di Cosimo, meglio conosciuto come “il Bronzino”, in catalogo a 80.000/120.000 euro (lotto 19).
Dopi i successi di BACCO E ARIANNA nel 2017 e SANSONE E DALILA nel 2018, aggiudicati entrambi ben oltre le stime rispettivamente a 149.400 e 93.750 euro, in asta un’altra opera di Alessandro Turchi detto l’Orbetto, l’artista veronese di cui è prossima la pubblicazione del catalogo generale: vi sarà inserito anche LOT E LE FIGLIE proposto nella vendita in questione a 20.000/30.000 euro (lotto 18).
Tra i rari autori stranieri l’olandese Cornelis de Man che firma un INTERNO DI CHIESA, valutato 12.000/15.000 euro, ispirato a una delle chiese di Delft in uno dei suoi schemi compositivi più tipici: un motivo centrale dal quale si dipartono due serie di elementi architettonici (lotto 9).
Tra le curiosità, una tavola del noto falsario senese Icilio Federico Joni (1866-1946) ispirata a un modello fiorentino del tardo Quattrocento e abilmente tagliata per sembrare un frammento: il GESU’ BAMBINO, intento alla lettura di un libro in evidente rimando al Vangelo, è in catalogo a 6.000/8.000 euro (lotto 38).
Un’opera d’eccezione dichiarata dal Ministero di particolare interesse storico-artistico del pittore genovese Andrea Semino sarà offerta a 150.000/250.000 euro. Firmato e datato dall’artista nel 1535, il trittico presenta nella tavola centrale LA COMUNIONE DI SAN GEROLAMO e nelle laterali IL COMMITTENTE CON L’ARCANGELO MICHELE e TOBIOLO CON L’ANGELO rispettivamente a sinistra e destra. Ben noto alla critica ma non ancora oggetto di uno studio particolarmente approfondito, volto a determinare la committenza e l’originaria collocazione, l’opera è realizzata ad olio su tavola ed è di grandi dimensioni (lotto 20).
Saranno invece 50 le opere dell’asta di DIPINTI E SCULTURE DEL XIX SECOLO di artisti attivi nell’Ottocento e altri protagonisti dell’arte del primo Novecento, che saranno battute nel pomeriggio di martedì 26 novembre.
Tra le opere più significative il BALLO DELLA ZEZA di Gaetano Gigante, artista di tradizione colta non frequente sul mercato, attivo tra fine sec. XVIII e inizi sec. XIX, noto per le sue “bambocciate” di carattere popolare. Il dipinto presentato da Pandolfini, un olio su tela di grandi dimensioni, che costituisce una rara rappresentazione di una scena in costume popolare durante il festeggiamento tipico del Carnevale della tradizione campana, ha una valutazione di 35.000/50.000 euro (lotto 62).
Da Napoli a Roma per segnalare la solatia COSTIERA di Hermann Corrodi, in catalogo per la cifra di 25.000/35.000 euro (lotto 64).
Canale a Mazzorbo di Angelo Morbelli, firmato e datato 1911, è un importante dipinto di calcolata essenzialità ed equilibrio compositivo condotto mediante un linguaggio divisionista raffinato e maturo. Mai esposta quando l’artista era vivente, l’opera, che ha una stima di 80.000/120.000 euro, è uno dei più significativi lavori legati al paesaggio lagunare veneziano realizzati da Morbelli fra il 1910 e il 1914 (lotto 77).
Ben rappresentata la scuola piemontese, di cui di particolare d’interesse è l’elegante RITRATTO DI SIGNORA IN PIAZZA CASTELLO A TORINO di Giacomo Grosso; questa grande tela, stimata 20.000/30.000 euro, è lo studio per il grande dipinto presentato a Torino all’Esposizione Cinquantenaria Promotrice del 1892 in cui le affascinanti e pensose dame sono due (lotto 80). Mentre è di 10.000/15.000 euro la richiesta per la NATURA MORTA CON CILIEGIE di Vittorio Cavalleri, autore di una pittura pervasa da una vena idilliaca, caratterizzata dall’attenzione al dato reale, alle variazioni atmosferiche e luministiche (lotto 78).
Da Morbelli al Piemonte quindi alla Lombardia rappresentata tra gli altri da Adolfo Feragutti Visconti ed Emilio Gola, del primo è offerta a 15.000/20.000 euro L’ATTESA, mentre del secondo LAVANDAIA A MONDONICO (LAVANDAIE) che è valutato 10.000/15.000 euro (lotti 87 e 88).
Particolarmente interessante è Il Rammendo o Isa alla stufa di Oscar Ghiglia, dipinto assai vicino a LA SEDIA ROSSA che il pittore realizzò otto anni prima; in entrambe le opere compaiono la medesima sedia, Isa di spalle e una stufa. L’ISA proposta in questa vendita è uno dei più significativi dipinti realizzati da Ghiglia all’inizio del terzo decennio e ha una stima di 20.000/30.000 euro (lotto 100).
Diversi gli artisti di scuola toscana, dopo Ghiglia ricordiamo Vittorio Matteo Corcos con RITRATTO DI GENTILUOMO, un grande olio su tela firmato e datato 1905 la cui stima è di 15.000/20.000 euro. Per tradizione orale gli attuali proprietari riferiscono notizie sul fatto che il ritrattato fosse di un imprenditore toscano e la targhetta in metallo apposta sul retro della cornice dell’opera, ancora quella originale, indicasse il nome, Antonio Manetti e la data di nascita 1853 (lotto 79). Poi, Francesco Gioli con Il ritorno delle mamme, una bella scena campestre studiata dal vero e caratterizzata da una grande naturalezza, valutata 5.000/8.000 euro (lotto 86), ma anche opere di Ulvi Liegi, Giovanni Bartolena, Renato Natali.
Per la scuola veneta in catalogo troviamo Federico Zandomeneghi con uno studio preparatorio per La Baigneuse, DORSO NUDO stimato di 20.000/25.000 euro (lotto 85), poi due opere di Vittorio Emanuele Bressanin, una pittorica e l’altra scultorea. La prima è EL BOCOLO DE SAN MARCO, un olio su tela che raffigura una scena di genere legata alla tradizione veneziana: il dono di un bocciolo di rosa come pegno d’amore nel giorno di San Marco, il 25 aprile (lotto 70). La seconda è un espressivo e drammatico CRISTO SPINATO in bronzo (lotto 72); le stime sono 10.000/15.000 euro per il dipinto e 1.800/3.000 euro per la scultura.
Sempre per l’area veneta segnaliamo due ritratti di Alessandro Milesi, IL RAGAZZO CON LA GABBIETTA (lotto 74)e RITRATTO DI GIOVANNI TESORINI (lotto 76), inseriti in catalogo rispettivamente a 3.500/5.000 e 3.500/4.500 euro; poi un RITRATTO DI GIOVINETTO di Egisto Lancerotto la cui valutazione è di 1.500/2.500 euro, mentre è di 4.000/6.000 euro la richiesta per VENEZIA, LA SALUTE una bella veduta di Beppe Ciardi (lotto 75).
Infine, IL TRIONFO DI ANFITRITE, un dipinto del 1838 di Pietro Paoletti, artista di successo attivo anche a Napoli e Montecassino ma che divenne ben più noto e famoso quando salì al soglio pontificio Gregorio XVI, bellunese di nascita, che divenne grande estimatore e protettore del Paoletti. L’opera presentata da Pandolfini che ha una stima di 10.000/15.000 euro, è come dimostrano delle fotografie scattate nel 1902 l’unica sopravvissuta di tutta la decorazione della sala di Telemaco realizzata dal Paoletti nel biennio 1836-37 in Palazzo Torlonia, poi distrutto nel 1903 (lotto 61).
Il catalogo comprende anche una selezione di sei opere dell’artista palermitano Antonio Camarda, artista che per essere stato fedele veramente al suo genio e alla sua coltura era già nel futuro. Le tele sono un AUTORITRATTO, un RITRATTO FEMMINILE, una SCENA BACCHICA, un CAVALLO MARINO e due opere dedicate alla donna e alla maternità: MADRE CON FIGLI e MATERNITÀ o ALBERO FRUTTIFERO (lotti 107, 108, 109, 110, 111 e 112).
Concludiamo segnalando la presenza in asta di un nucleo di sculture in bronzo e marmo tra cui il BUSTO DELL PRINCIPESSA MARGHERITA DI SAVOIA di Santo Varni in catalogo con la stima di 7.000/10.000 euro (lotto 81) e il BUSTO DELLA PRINCIPESSA ELENA DEMIDOFF DI SAN DONATO di Urbano Lucchesi, stima 5.000/8.000 euro (lotto 69).
L’opera di Lucchesi, ci porta a ricordare la presenza in catalogo di due disegni di Giovanni Boldini che nel periodo del suo soggiorno fiorentino fu assiduo frequentatore della pinacoteca della Villa di San Donato del principe Antonio Demidoff. I due fogli sono STUDIO DI FIGURA FEMMINILE RECLINATA e TESTA DI MME LETTELIER E STUDIO DI NUDO, stimati entrambi 10.000/15.000 euro (lotti 83 e 84).
26 NOVEMBRE 2019
DIPINTI ANTICHI
DIPINTI E SCULTURE DEL SECOLO XIX
FIRENZE
Palazzo Ramirez-Montalvo
www.pandolfini.it