Cena con delitto – Knives Out, è al cinema il film che omaggia tutti i grandi classici del giallo. In sala dal 5 dicembre con Daniel Craig e Jamie Lee Curtis
Natale si avvicina e, da tradizione, non c’è niente di meglio del periodo festivo per un bell’omicidio nella classica villa di campagna, ovviamente meglio se in occasione di un bel party di famiglia. In questo stesso periodo, nel 2017, la versione rimaneggiata da Kenneth Branagh di Assassinio sull’Orient Express al botteghino aveva fatto faville. Cena con delitto – Knives Out tenta di fare il bis, non rileggendo un classico del giallo in particolare, ma tutti i classici del giallo in generale.
Rian Johnson, che qui scrive e dirige – a briglia sciolta – un proprio soggetto originale, è un regista dalla filmografia altalenante: Brick – Dose mortale interessante e con un certo fascino, The Brothers Bloom un po’ sgangherato ma non da buttare, Looper da rivalutare, Star Wars: The Last Jedi tralasciamo. Con 40 milioni di dollari di budget, un cast all star (Daniel Craig, Chris Evans, Jamie Lee Curtis, Toni Collette, Christopher Plummer, Katherine Langford, Michael Shannon, Don Johnson) e una scenografia da urlo, le premesse per Cena con delitto – Knives Out sembravano essere delle migliori.
Purtroppo però già dalle prime battute è subito chiaro l’andazzo generale e la pellicola ben presto si rivela un pretenzioso giocattolone, un progetto che tenta di rinverdire il modello del Cluedo al cinema™ senza mettere in tavola mai nulla di nuovo (o anche solo interessante). Il regista si limita a imbastire una storia perennemente a cavallo tra la parodia e l’istituzione dell’ingranaggio perfetto: un po’ si sorride, un po’ ci si chiede come andrà a finire, ma la pellicola non avvince mai fino in fondo, né nella parte comica né nella parte di suspense. Intrattiene il giusto, ma a stento riesce a nascondere ambizioni più alte (in primis quella di imporsi come nuovo classico postmodernissimo). L’idea è quella di ibridare i modelli classici che hanno fatto la fortuna dei giallisti sul grande schermo (Assassinio sull’Orient Express, Invito a cena con delitto, Assassinio sul Nilo, Assassinio allo specchio, Delitto sotto il sole, Signori, il delitto è servito e La signora in giallo) e scombussolarli, rivelandoci presto (troppo) l’assassino, rendendo fallibile (almeno in parte) l’investigatore, e giocando (in maniera sfacciatissima) con gli stilemi e tutti i luoghi comuni del caso: ricco patriarca scorbutico muore in circostanze violente e sospette, e i componenti della devota famiglia che gli si stringono attorno sono tutti papabili omicidi con ottimi moventi per far fuori il vecchio. L’apertura del testamento, ovviamente, crea – come da manuale – grande scalpore.
Il soggetto non regala grandi trovate, è avvincente il minimo sindacabile per arrivare alla fine del film, e il tutto viene messo in scena come la versione edulcorata (simpatica insomma, ma mai oltraggiosa) di Scream Queens, la serie TV di Ryan Murphy che parodiava fino all’assurdo (e anche un po’ più in là, senza freni) l’horror alla Scream in tutti suoi tòpoi. Nella serie era presenta Jamie Lee Curtis (la saga di Halloween, True Lies, Freaky Friday), che nel film di Rian Johnson, sotto sembianze nemmeno troppo dissimili, ripropone il proprio personaggio di Scream Queens, il Decano Cathy Munsch: tanto altera e severa quanto cerchiobottista e voltagabbana. In tutto questo, Cena con delitto – Knives Out avrebbe potuto salvarsi (forse) solo con l’arrivo di un altro personaggio preso in prestito da Scream Queens, la mitica Denise Hemphill, agente speciale tutta da ridere interpretata da Niecy Nash (poi finita a far la protagonista dell’esplosivo Claws).
Invece il film non spinge mai l’acceleratore e, prendendosi troppo sul serio, si crogiola nella convinzione che per essere felicemente postmoderni (e riusciti) sia sufficiente un citazionismo eloquente ma dissimulato da un umorismo compiaciuto. Spiace.