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La Fondazione. Il nuovo centro culturale no profit nel cuore di Roma. Gli eventi da non perdere

Installation View. Courtesy Image La Fondazione Installation View. Courtesy Image La Fondazione
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Nel cuore di Roma il nuovo spazio culturale no profit al servizio dell’arte contemporanea, ospita la sua prima collettiva di artisti internazionali. Numerosi gli eventi collaterali: sabato 21 dicembre l’artista Mateusz Choróbski sarà a disposizione dei visitatori per raccontare il suo lavoro.

Da settembre, nel cuore di Roma, una grande vetrata, come una sorta di portale spazio-temporale, permette di lasciarsi alle spalle il caos della città e immergersi in una dimensione sospesa, quasi metafisica. Un grande salone a pianta ovale, dove riecheggiano lontani i fasti dell’antico Teatro Florida, ospita un nuovo centro per la creatività contemporanea.  Un luogo di condivisione culturale e artistica no profit e aperto a tutti  che strizza l’occhio ai temi della scienza, dell’ambiente e della biodiversità. Non solo perché rappresentano i temi principali dell’attualità politica internazionale ma soprattutto in relazione alla tradizione della Fondazione Nicola Del Roscio, da anni impegnata  nella gestione dell’Orto Botanico di Monte Orlando a Gaeta.

La Fondazione_ph Daniele Molajoli_
La Fondazione_ph Daniele Molajoli_

Ed è proprio La Fondazione, il nome di questo progetto che apre le porte dell’arte contemporanea internazionale alla città in ogni ambito creativo. Dalle arti visive al cinema, dalla musica alle discipline naturalistiche. Non manca nemmeno l’editoria con l’istituzione di un premio giornalistico under 35.

Il grande spazio espositivo di via Francesco Crispi – circa 700 metri quadrati – ospiterà quattro mostre l’anno curate da Pier Paolo Pancotto. Il concept del progetto lo ha sintetizzato lo stesso curatore:

“L’idea è quella di portare degli artisti internazionali rari da vedere in Italia anche  se sono artisti che hanno una visibilità enorme all’estero ma qui da noi, per dinamiche che non sappiamo spiegare ne hanno meno”.

E’ il caso della mostra collettiva allestita fino all’11 gennaio negli spazi dove i lavori di ristrutturazione hanno lasciato intatto il più possibile lo stato grezzo del luogo. Una sorta di spazio temporale tra le luci della ribalta del passato e i nuovi linguaggi sperimentali e minimalisti del presente. Una stratificazione ideale e visionaria che enfatizza questo continuo dialogo tra il contesto delle opere in mostra e quello dello spazio espositivo e della città che le accolgono.

Installation View- Courtesy Image La Fondazione
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Quattro gli artisti per questa prima mostra, ovviamente gratuita come è nello spirito de La Fondazione. Tutti di origini rumene, pur diversi per generazione e tecnica creativa, hanno in comune il racconto dei valori di una società, prima e dopo Ceaușescu: Geta Brătescu (Ploiesti, 1926 – Bucarest, 2018), Adrian Ghenie (Baia Mare, 1977), Ciprian Mureşan (Dej, 1977), Şerban Savu (Sighișoara, 1978).

4) Geta Bratescu Earthcake 1992 VHS video cassette transferred onto DVD, 4:3, 7:05 min, colour, stereo sound camera: Alexandru Solomon Courtesy of The Estate of Geta Brătescu, Hauser & Wirth and Ivan Gallery Bucharest
4) Geta Bratescu
Earthcake 1992
VHS video cassette transferred onto DVD, 4:3, 7:05 min, colour, stereo sound
camera: Alexandru Solomon
Courtesy of The Estate of Geta Brătescu, Hauser & Wirth and Ivan Gallery Bucharest

Come ci spiega Pier Paolo Pancotto:

Non è una mostra di artisti rumeni anche se è innegabile che vengano tutti dalla Romania ma non era questo l’ intento. In realtà c’è un altro elemento che fa da leitmotiv:  l’attitudine nell’esercizio creativo vissuto quasi come un senso di spiritualità. Il lavoro, lo studio, l’esercizio quotidiano vissuti con grande energia

Quella della spiritualità è una questione molto sentita in Romania, come si evince dalla lettura degli artisti. L’installazione posta al centro del percorso espositivo la rappresenta in maniera a dir poco inquietante con una serie di edifici che si scontrano tra loro, ispirata dalle chiese allora strappate  al loro luogo d’origine per far posto al Palazzo del Popolo e poi di nuovo costruite con la caduta del Comunismo.

Installation View- Courtesy Image La Fondazione
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Come spiega il curatore:

Finito il comunismo, la nuova guida torna ad essere la religione e di nuovo si costruiscono chiese, in un certo senso pur sempre una forma di potere al quale ci affidiamo perché abbiamo bisogno di una guida. Il punto è: abbiamo bisogno di questa guida ? Questa mostra parla dunque di religione, spiritualità  ma anche di potere. Non è un caso che nell’allestimento della mostra   ho provato a ricostruire una sorta di chiesa laica con in fondo la tomba di Stalin. Tutto apparentemente bello nella figurazione ma in realtà è terribile

 

Installation View- Courtesy Image La Fondazione
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L’offerta culturale non si esaurisce solo nelle mostre che si susseguiranno nel nuovo spazio espositivo. Una serie di eventi collaterali accompagneranno le varie esposizioni. In particolare questo sabato, dalle 11.00 alle 18.00, l’artista Mateusz Choróbski sarà a disposizione dei visitatori per raccontare il suo lavoro: L’idea non è quella di un talk, ma proprio del creare un rapporto diretto tra opera e osservatore attraverso la mediazione del suo autore.
Contestualmente, saranno visibili alcune stampe in edizione limitata degli artisti Serban Savu e Ciprian Muresan, inclusi nel percorso espositivo. Con l’occasione sarà presentato anche il catalogo della mostra collettiva.

Informazioni

Geta Brӑtescu, Adrian Ghenie, Ciprian Mureşan, Şerban Savu

a cura di Pier Paolo Pancotto

La Fondazione
Via Francesco Crispi, 18 – Roma

www.lafondazione.info
Facebook – @LaFondazione Roma

Orari / Giorni di apertura
19 settembre 2019 – 11 gennaio 2020
11.00 – 18.00 / martedì – sabato
Chiuso: domenica e lunedì
Ingresso libero

 

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