Dopo le indiscrezioni trapelate nei mesi scorsi, finalmente conosciamo il progetto curatoriale che sarà alla base della grande mostra che aprirà i battenti alle Scuderie del Quirinale il 5 marzo. “Un’opportunità unica per la nostra generazione”, afferma il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt. La curatrice Marzia Faietti: “Ancora attualissimo il suo messaggio di pace basato sulla Pax Philosophica”
È stata presentata nella Sala della Crociera del Mibact a Roma la grande mostra “RAFFAELLO 1520-1483”, che aprirà i battenti al pubblico il 5 marzo alle Scuderie del Quirinale.
L’esposizione verrà inaugurata il 3 marzo dal capo dello Stato Sergio Mattarella e dalle più alte cariche istituzionali, insieme ai rappresentanti dei principali paesi esteri che hanno dato il loro apporto per la mostra celebra i 500 anni dalla scomparsa di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi.
L’esposizione ha già registrato un record di oltre 60.000 biglietti venduti, con richieste da tutto il mondo, e rappresenterà una vetrina importante per il turismo culturale verso il nostro paese.
La conferenza di presentazione alla stampa è stata l’occasione per ribadire alcune indiscrezioni già trapelate nei mesi scorsi, ma anche per anticipare importanti aspetti della mostra, in particolare i temi fondanti che hanno ispirato tutto il lavoro curatoriale.
Cerchiamo dunque di capire come sarà strutturata quella che si preannuncia come la più importante e completa mostra mai realizzata sull’urbinate.
Prestiti da tutto il mondo
La rassegna presenterà capolavori provenienti dalle collezioni dei più importanti musei e collezioni nazionali ed internazionali. Realizzata dalle Scuderie del Quirinale insieme alle Gallerie degli Uffizi, è curata da Marzia Faietti e da Matteo Lafranconi, con il contributo di Vincenzo Farinella e Francesco Paolo Di Teodoro. Un ricco calendario di eventi e laboratori affiancherà la mostra, così come un prestigioso catalogo di oltre 500 pagine.
Le collaborazioni e le mostre collaterali
Tra le numerose collaborazioni spiccano quella della Galleria Borghese, del Parco Archeologico del Colosseo e dei Musei Vaticani.
La Galleria Borghese ha rinunciato a ospitare una sua mostra, per collaborare attivamente a questo progetto unitario che vede unite le principali istituzioni museali del paese (anche se in linea teorica i Musei Vaticani sono da considerarsi “stranieri”).
Il Parco Archeologico del Colosseo contribuirà anche con una importante mostra che inaugurerà il 24 marzo presso la Domus Aurea, affrontando l’affascinante tema dell’invenzione delle Grottesche (presto troverete tutte le informazioni su ArtsLIfe).
I Musei Vaticani, dopo la storica esposizione degli arazzi di Raffaello, prevedono un calendario di ricchi eventi per tutto l’anno.
Le opere di Raffaello e della sua bottega
Si sa, ultimamente anche le grandi mostre ruotano intorno a qualche capolavoro sul quale poi si basa un lavoro curatoriale di dialogo con altre opere di artisti del tempo o comunque contestualizzati nell’ambito di un tema specifico. Il tutto confezionato con bozzetti, documenti e altri contributi.
In questo caso la mostra vede riuniti per la prima volta oltre cento capolavori di Raffaello
(o riconducibili alla sua bottega) tra dipinti, cartoni, disegni, arazzi, progetti architettonici. A queste opere saranno affiancate altrettante di confronto e di contesto (sculture e altri manufatti antichi, sculture rinascimentali, codici, documenti, capolavori di arte applicata) per un ammontare complessivo di 204 opere in mostra.
Saranno in mostra fra gli altri:
– La Madonna del Granduca e la Velata delle Gallerie degli Uffizi o la grande pala di Santa Cecilia dalla Pinacoteca di Bologna;
– Opere mai tornate in Italia dal momento della loro esportazione per ragioni collezionistiche, come la sublime Madonna Alba dalla National Gallery di Washington, la Madonna della Rosa dal Prado e la Madonna Tempi dalla Alte Pinakothek di Monaco di Baviera;
– Dipinti straordinari e iconici come il Ritratto di Baldassarre Castiglione e l’Autoritratto con amico dal Louvre.
– Per la prima volta, si potranno ammirare nello stesso luogo i ritratti dei due Papi Giulio II dalla National Gallery di Londra e quello di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi degli Uffizi. In particolare quest’ultimo sarà presentato per la prima volta dopo un accuratissimo restauro, durato tre anni, a cura dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. L’intervento ne ha restituito gli originali colori e resa luministica. Sarà una grande sorpresa per esperti ma anche per tutti i visitatori che avevano già visto l’opera prima del restauro, ha garantito il direttore della Galleria degli Uffizi. Il prestito peraltro ha scatenato una bufera interna al museo fiorentino, con le dimissioni del comitato scientifico, come abbiamo già scritto.
Il contributo fondamentale delle Gallerie degli Uffizi
Ricordiamo che la mostra, ideata tre anni fa, si basa sul fondamentale coordinamento tra le Scuderie del Quirinale e Gallerie degli Uffizi:
“La mostra si compone di opere che dipinse in diverse fasi dalla sua vita. Questa esposizione va ben oltre le mostre fatte finora. Sarà non solo la più grande che vedremo in vita nostra ma anche la più sensata perché basata su rigorose ricerche scientifiche”, ha affermato il Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt che poi ha aggiunto: “Sarà un’opportunità unica, almeno per questa generazione, che consentirà di immergersi completamente nel meraviglioso universo dell’arte di Raffaello raccontato da un percorso inedito, ricco oltre 200 opere. Le Gallerie degli Uffizi sono orgogliose di aver co-organizzato questa mostra epocale, inviando da Firenze dipinti e disegni tra i più famosi e celebrati dell’artista, che costituiscono quasi un quarto dell’intero percorso espositivo”
Proprio per questo motivo, per tutta la durata della mostra alle Scuderie del Quirinale, chi acquisterà i biglietti per visitare Uffizi e Palazzo Pitti (valgono anche Passepartout 3 days e Passepartout annuali), avrà diritto al 33% di sconto sul costo dell’ingresso.
Anche il Presidente e A.D. Ales – Scuderie del Quirinale Mario De Simoni ha sottolineato l’importanza della sinergia con le Gallerie degli Uffizi:
“Con le Gallerie degli Uffizi la collaborazione è stata tanto organica che in questa occasione si può pensare a un viaggio di immersione nel mondo raffaellesco che il visitatore attento potrà effettuare tra Roma e Firenze”.
Il Percorso espositivo
Il percorso espositivo, come ha spiegato uno dei curatori, partirà da un flashback. Si parte infatti dalla morte improvvisa di Raffaello, avvenuta a Roma, dopo 8 giorni di una misteriosa febbre.
E si parte dalla monumentale tomba di Raffaello al Pantheon. È stato proprio desiderio del grande artista riposare in eterno nella massima espressione della gloria di Roma.
Ad accogliere i visitatori, infatti, ci sarà proprio una fedele riproduzione della tomba di Raffaello con il famoso epitaffio:
“Qui sta quel Raffaello, mentre era vivo il quale, la Natura temette di essere vinta e, mentre moriva, di morire con lui”.
Ne ha parlato uno dei curatori della mostra, Matteo Lafranconi, che non ha nascosto l’emozione di poter assistere ad un anniversario così importante, riservato alla nostra generazione:
“Il desiderio di Raffaello di incastonarsi per sempre nel più simbolico dei monumenti antichi è un gesto culturale e la riproduzione della tomba – che ha comportato sofisticati rilievi presso il Pantheon – è l’inizio di un suggestivo viaggio a ritroso nel tempo”.
Concept della mostra
Sarà principalmente questo il tema della mostra. Partire dalla morte prematura di Raffaello, a soli 37 anni di età, per mostrare quanta genialità, bellezza e armonia abbia saputo donare al mondo in così poco tempo.
Per questo motivo, Lafranconi si augura che la mostra contribuisca a far abbandonare per sempre la definizione di alcune opere come del “tardo Raffaello”.
Non esiste un tardo Raffaello, ma un artista a tutto tondo che avrebbe potuto donare immensi capolavori. La sua morte infatti gettò nello sconforto il mondo intero.
“Raffaello è morto giovanissimo, dobbiamo guardare alle sue ultime opere come un percorso aperto ancora a grandi potenzialità. Questo è il gesto curatoriale che sento di condividere con gli altri curatori”, ha puntualizzato Matteo Lafranconi.
Raffaello e Roma
Ovviamente al centro del grande sforzo espositivo sarà contemplato il rapporto tra Raffaello e Roma, anche se la mostra indagherà l’intera produzione creativa dell’urbinate. Raffaello divenne responsabile della Fabbrica di San Pietro nel 1514: e il percorso espositivo non si limiterà alla presentazione dei soli capolavori della pittura. Ma si estenderà all’intera attività progettuale dell’artista, con un’ampiezza mai tentata fino ad oggi nelle mostre a lui dedicate.
Ed è proprio su questo aspetto che pone l’accento la curatrice Marzia Faietti:
“Partendo dalla biografia di Raffaello a Roma, scopriamo un uomo a cui premeva la condizione della città. Un messaggio assolutamente moderno. Un artista che tentava di capire il passato per progettare il futuro. Un artista che no si tirava mai indietro, si prendeva tutte le responsabilità di quanto gli veniva affidato. Un giovane che deve darsi da fare in ambiti in cui non si era mai cimentato, che si trova di fronte ai massimi cantieri del suo tempo. E per questo studiava tantissimo. Noi abbiamo una visione “edulcorata” di Raffaello ma qui intendiamo sottolineare la sua professionalità, la sua capacità di spendersi”
Cosa lascia Raffaello alle nuove generazioni?
Ogni grande mostra pone sempre un interrogativo. Un’esposizione del genere non può che affrontare forse il più importante. Cosa lascia Raffaello alle nuove generazioni?
Un messaggio incredibilmente moderno che Marzia Faietti evidenzia, non solo sottolineando la grande capacità di dialogo, la sinergia di Raffaello con gli altri artisti (per questo a volte le distinzioni tra le opere di sua mano e quelle della sua bottega possono risultare addirittura limitative). Ma anche il messaggio del suo grande capolavoro ai Musei Vaticani:
“ll messaggio più moderno che oggi Raffaello può lasciare a tutti noi è quello della pace. Pensiamo alla ‘Scuola di Atene’. Una grande distesa di persone di diverse culture che secondo il principio della tolleranza filosofica dialogano tra loro. Rappresentano la premessa di ogni pace, la Pax Philosophica. Io penso che tutto questo significa che in fondo, a quel tempo, Raffaello era allineato con i più grandi pacifisti d’Europa del tempo. Lunga vita a Raffaello!”
Tutte le informazioni su laboratori per scuole e famiglie, visite guidate e incontri con il pubblico sono disponibili sul sito www.scuderiequirinale.it