Com’è cambiata la vita degli artisti durante la quarantena? Come sono mutate le loro abitudini, il loro sentire, il loro lavoro?
L’aria sospesa, gli spazi dilatati, i silenzi, il fluire sordo del tempo. L’attesa pervasa di un chiarore surreale e indefinito che scandisce le vite della quarantena. Abbiamo chiesto a una serie di artisti di raccontarci lo scorrere del tempo dalle proprie case, trasformate in temporanei atelier. La vita di un artista ai tempi della pandemia.
I tempi di Marta Spagnoli
Come passi la giornata, dove e come dipingi ora?
La sensazione è quella di vacanza, nel senso non tanto comune di viaggio o riposo, ma in quello di sentirsi, nell’etimo proprio della parola, vacanti. Sono in Alto Adige, non mi trovo né a Venezia dove lavoro né a Verona, dove sono nata. Questo incalza ancor di più il senso di questo essere fuori dal tempo, una dis-locazione per la quale confesso di non soffrire ma di vivere una frattura, quella tra ieri ed oggi, in modo abbastanza sereno. La natura può vivere senza Storia, ma l’uomo è invece il frutto della memoria e del ricordo, mi domando che impressione, quale impronta lascerà questo periodo.
Tempo, Spazio, Suono. Concetti ricalibrati, relativi, riformulati…
Le giornate sembrano scandite da un antico ritmo, si sentono le campane nella città, o per lo meno ci fai caso, senti i loro armonici, si ode perfettamente, talvolta, il vociare dalle case, le liti delle persone costrette in casa e nessun cane da guardia abbaia più. La primavera entra dalla finestra mentre l’unica natura esonerata, in attesa, vacante è quella umana, tra il sacrificio e l’impedimento di lavorare o socializzare.
Mi sto dedicando a dei grandi inchiostri su tela, passo le mie giornate su uno di quei grandi tavoli che si trovano generalmente in salotto e che non si adoperano per scopi precisi.
La tecnica degli inchiostri su tela è nata circa un anno fa, ed è stata necessaria per portare avanti il mio lavoro pittorico in ambienti domestici. Oggi, in questa quarantena, trovo la condizione necessaria per portare alla luce un progetto a cui pensavo da un po’: tre grandi ritratti a figura intera di dimensione naturale lavorati con inchiostri. Con maggior silenzio -facciamo tutti molto meno rumore- e tempi dilatati, nella lavorazione di queste tele, dipinte con l’ausilio di pennino e pennello molto piccolo per la stesura precisa di inchiostri e chine, i ritmi richiesti dal tipo di progetto si sposano con quelli della quarantena. Ne approfitto. Mi chiedo se avrò materiali a sufficienza, ma per arrivare a quando?
Leggere, scrivere, riflettere, altro…
Letture che mi accompagnano al momento: di Roger Caillois Il mito e l’uomo, il mimetismo animale; di Giorgio Agamben L’aperto, l’uomo e l’animale.
Prima cosa che farai quando finisce la quarantena?
La prima cosa che farò quando la quarantena sarà finita? una camminata, momento che caratterizzava ogni mia giornata.