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Il tour virtuale della Biennale für aktuelle Fotografie assomiglia molto a una visita in carne e ossa

Clare Strand, from the series Snake, 2017
Biennale für aktuelle Fotografie, virtual tour

Inaugurata a fine febbraio, a causa dell’emergenza sanitaria la Biennale für aktuelle Fotografie è stata aperta solo pochi giorni. Tuttavia, fino al 26 aprile, le mostre che compongono il festival sotto il titolo di The lives and loves of images sono visitabili online attraverso dei (bellissimi) tour virtuali in 360°.

Il 360°, l’altissima qualità visiva, la possibilità di cliccare sui pannelli per leggere didascalie e informazioni aggiuntive così come le interviste video rendono i tour virtuali proposti dalla Biennale für aktuelle Fotografie  molto simili a una visita in carne e ossa. Il festival tedesco dedicato alla fotografia contemporanea si svolge ogni due anni in tre località nella regione federale Reno-Neckar: Mannheim, Ludwigshafen e Heidelberg. Sei spazi espositivi dislocati con mostre di livello e un fitto programma di conferenze e workshop hanno ormai inscritto il nome della biennale tedesca, fondata nel 2005, all’interno del panorama internazionale dei festival fotografici. L’edizione di quest’anno, a cura del britannico David Campany, porta il titolo di The lives and loves of images: 70 artisti compongono un’indagine approfondita sulle tensioni generate dal mezzo fotografico, che ben riflette le contraddizioni della società contemporanea. La fotografia è al contempo personale e pubblica, libera e limita, piacevole e inquietante. Di seguito ecco le mostre di quest’anno, che esplorano gli effetti del mezzo fotografico sullo spettatore, ma anche sul fotografo stesso:

Biennale für aktuelle Fotografie, virtual tour

All art is photography

La fotografia ha una relazione duplice con l’arte: è arte in sé, dal momento che esprime e crea, ma funge anche da documentazione rispetto alle altre forme d’arte. Conosciamo la maggior parte delle opere (sculture, dipinti, performance ecc.) attraverso le immagini che abbiamo visto di esse. Gli artisti riuniti in questa mostra riflettono quindi sul ruolo culturale dei libri d’arte, attraverso le opere di Dennis Adams, Claudia Angelmaier, Tim Davis, Pablo Genovés, Maurice Jarnoux, Steffi Klenz, Mark Lewis, Josh Murfitt, Antonio Pérez Río, Nick Waplington, Ewa Monika Zebrowski. Qui il tour virtuale.

Josh Murfitt, Parthenon 2019.1655, from the series A Creative Act, 2019

Between Art and Commerce

Benché la fotografia sia una forma d’arte, il suo ruolo non è circoscritto al mondo dell’arte. L’immagine gioca un ruolo fondamentale in tutti gli aspetti della vita e della cultura: è l’accettazione di questo rapporto complesso tra arte e non-arte ad aver reso moderna la fotografia tra gli anni ’20 e ’30. La mostra comprende fotografi che hanno realizzato scatti utilizzati a posteriori nella pubblicità, fotografi pubblicitari che in seguito hanno creato opere d’arte. O ancora, fotografi in cui i due ambiti convivono alla perfezione. I nomi che compongono la sezione sono quelli di Hein Gorny, Scheltens & Abbenes, Bryan Schutmaat, Daniel Stier, Thomas Wunsch. Qui il tour virtuale.

Scheltens & Abbenes, Cos, Collections, Light bulbs, 2012

Reconsidering Icons

I giornali e i siti web definiscono regolarmente iconiche alcune fotografie. E nel momento in cui l’autore diventa particolarmente noto, i notiziari sono pronti a inventare nuove storie a proposito della sua fama, con lo scopo di diffondere ancora di più l’influenza culturale dell’immagine. La mostra non contiene immagini iconiche, eppure ne è piena. Riunisce diversi progetti che utilizzano strategie di rifacimento e ridefinizione, analizzano le immagini iconiche attraverso le diverse manifestazioni mediatiche o tornano all’origine della realizzazione di alcune icone. I progetti che la compongono sono di Broomberg & Chanarin, David Claerbout, Cortis & Sonderegger, Joan Fontcuberta, Max Pinckers & Dries Depoorter, Max Pinckers & Sam Weerdmeester. Qui il tour virtuale.

Jojakim Cortis & Adrian Sonderegger, Making of “La Cour du Dumaine du Gras” (by Joseph Nicéphore Niépce, 1826), from the series Icons, 2013

Walker Evans Revisited

Tra i fotografi più celebrati nonché tra i più influenti della storia della fotografia contemporanea c’è Walker Evans (1903-1975). Noto per aver immortalato gli Stati Uniti e la crisi economica degli anni ’30, si è distinto per la sua fotografia sociale, documentaria, di denuncia composta con cura, al contempo lirica e analitica, diretta e generosa. La mostra unisce due tipi di risposte contemporanee all’opera di Evans: la prima è pura continuazione della sua maniera di immortalare la quotidianità, la seconda comprende diversi progetti di artisti che rispondono in modo diretto ad alcune particolari immagini del fotografo. Qui il tour virtuale.

George Georgiou, Mardi Gras Parade, from the series Americans Parade, Algiers, New Orleans, Louisiana, USA, 06/02/2016

When Images Collide

Se prima la cultura visiva era dominata dall’immagine stampata, nell’era di internet l’esperienza quotidiana dell’immagine assomiglia più a un montaggio o a un collage: frammentaria, multi-direzionale e differita. La sezione presenta un range di pratiche contemporanee che esplorano le varie combinazioni delle immagini. Le opere in mostra sono quelle di Jean-Marc Caimi & Valentina Piccinni, Jeff Cowen, John Divola, Stéphane Duroy, Sara Greenberger Rafferty, Aaron Hegert, Sohrab Hura, David Jiménez, Christoph Klauke, Kensuke Koike, Peter Puklus, Timm Rautert, Anastasia Samoylova, Martina Sauter, Eva Stenram, John Stezaker, Batia Suter. Qui il tour virtuale.

Sohrab Hura, The Lost Head & The Bird, 2019 Film still, Single Channel Video, 10 Min

Yesterday’s News Today

Sono sempre più numerosi gli artisti contemporanei che si interessano alle vecchie foto. Ecco che queste vengono rielaborate e ripresentate in nuove vesti. Per questa occasione la Biennale esplora gli archivi della regione: quelli di “Die Rheinpfalz”, “Mannheimer Morgen”, e “Rhein-Neckar-Zeitung”. Un viaggio nelle analogiche dagli anni ’50 agli anni ’90, sul cui retro si possono vedere tracce di editing, ritocco, ritaglio così come i commenti di giornalisti, fotografi, art director. Qui il tour virtuale.

Clare Strand, from the series Snake, 2017

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