Art For Covid-19, un’iniziativa di raccolta fondi per la protezione civile di Codogno, che vede protagonisti la casa editrice Colophon Arte, la Fondazione Giulio e Anna Paolini, Mucho Mas! di Torino e La Città Nascosta di Firenze. Ne abbiamo parlato con Bettina Della Casa, una delle protagoniste del progetto.
Sicuramente l’arte e non utilizzo la parola sistema perché mi inquieta sempre un po’, avrà bisogno di una fase di ripensamento, di ristrutturazione, c’è aria di cambiamento, necessario e inderogabile: ricerca, fruizione, mercato. Sono passati due mesi e sembra poco più di un secolo. Uno spettro si aggira per l’Europa, anzi per il mondo e intanto il web sta diventando un nuovo, o meglio più frequentato banco di prova, spesso ancora male calibrato, ma l’improvvisazione, si sa, non sempre restituisce buoni frutti. Però tutto questo si consoliderà e prenderà forma in un secondo momento, anche l’arte avrà la sua fase 2, che non possiamo ancora immaginare, semplicemente ci mancano gli strumenti. Non sappiamo ancora chi e cosa resterà sulla barca e chi deciderà di gettarsi sulle ultime scialuppe di salvataggio.
Ci sarà tempo di studiare e capire cosa ci sta accadendo e credo che la fretta, camuffata da urgenza produttiva, non sia una soluzione auspicabile. Oggi la risposta è emergenziale e deve esserlo, calibrata su una domanda di bisogno.E durante alcune chiacchierate (telefono, skype, whatsapp ecc.) in questo periodo di clausura, ammetto non tante per il semplice fatto che gli amici e soprattutto le persone con cui ho voglia di parlare non si sono moltiplicate magicamente durante la pandemia, mi sono imbattuto in un’iniziativa di raccolta fondi:semplice, seria, diretta.
Me ne ha parlato Nicolò Cecchella, artista, amico e parte del progetto Art For Covid-19 (https://www.artforcovid.com/). Un’iniziativa dedicata alla raccolta fondi per la protezione civile di Codogno, iniziativa coordinata e sostenuta economicamente da Colophon Arte, la Fondazione Giulio e Anna Paolini, Mucho Mas! di Torino e La Città Nascosta, di Firenze. Un sito che raccoglie opere di numerosi artisti tra cui: Agostino Bonalumi, Flavio Favelli, Giorgio Griffa, Franco Guerzoni, Emilio Isgrò, Claudia Losi, Giuseppe Maraniello, Giulio Paolini.
Una chiamata a raccolta di cui si è fatta promotrice la critica e curatrice Bettina Della Casa, direttrice della Fondazione Paolini, con cui ho scambiato due chiacchiere per meglio capire il progetto.
“Sono confinata a casa dal 4 marzo e non sapevo come far fronte alla situazione di impotenza, l’idea è nata da un confronto con Camilla Fiorin, collega di Colophon Arte e volontaria della protezione civile di Codogno, che mi ha detto: -perché non organizzi un’asta di opere d’arte?
Ho colto subito la proposta, ma evitandola formula dell’asta e concentrandomi sull’ideazione di un sito dove raccogliere opere di artisti amici. Le opere sono donazioni potenziali: l’artista si rende disponibile a donare un suo lavoro che resta in suo possesso fino a quando l’opera non trova un acquirente. La spedizione è a nostre spese.
L’artista non ha un guadagno, la sua è una donazione, ma si crea una micro comunità di persone molto diverse tra loro: collezionisti affermati, semplici appassionati d’arte, persone incuriosite dall’iniziativa. Noi non abbiamo velleità commerciali, è un’operazione che non avrà seguito, vogliamo solo dare una risposta all’emergenza.
Voglio precisare che non ho coinvolto direttamente le gallerie, sottoposte anche loro ad una forzata e difficile battuta d’arresto. Le gallerie che hanno preso parte al progetto lo hanno fatto volontariamente. L’iniziativa sta procedendo piuttosto bene, un dato evidente,è l’acquisto di nomi consolidati che ci ha permesso di raggiungere quota 22.000 euro, il mio obiettivo è raggiungere i 30.000 euro. Il ricavato va direttamente alla protezione civile di Codogno ed essendo Camilla Fiorin una delle volontarie, riusciamo a tracciare con precisione l’intera donazione.”
In attesa di capire cosa succederà e ricalibrare le nostre mire espansionistiche, accontentiamoci, si fa per dire, di concentraci sull’emergenza e, una buona volta, sull’azione.