Com’è cambiata la vita degli artisti durante la quarantena? Come sono mutate le loro abitudini, il loro sentire, il loro lavoro?
L’aria sospesa, gli spazi dilatati, i silenzi, il fluire sordo del tempo. L’attesa pervasa di un chiarore surreale e indefinito che scandisce le vite della quarantena. Abbiamo chiesto a una serie di artisti di raccontarci lo scorrere del tempo dalle proprie case, trasformate in temporanei atelier. La vita di un artista ai tempi della pandemia.
I tempi di Fabrizio Cotognini
Come passi la giornata, dove e come dipingi ora?
Innanzitutto buongiorno, e grazie per questa bella opportunità. Come passo la mia giornata? Potrebbe sembrare strano, ma le mie giornate sono molto intense, sia da un punto di vista lavorativo che familiare.
Sono una persona molto metodica e cerco di avere sempre un ritmo molto costante nel lavoro e nello studio, passo tutti i giorni almeno 8 ore in studio, avendo la fortuna di averlo sotto casa, circondato in questo momento dalla mia famiglia cioè da mia moglie e mia figlia. Una parte del tempo viene sicuramente impiegata a far si che mia figlia di 7 anni possa portare avanti la frequenza scolastica in maniera proficua e per ciò collaboriamo con le maestre, che stanno svolgendo un grandissimo lavoro! Credo che in un momento storico nessuno si è trovato pronto, e sono sinceramente orgoglioso di tutti gli strumenti che sono stati messi a disposizione per me e per la mia famiglia; mia moglie è insegnante e da dietro le quinte posso notare quanto lavoro viene richiesto per poter garantire il diritto allo studio ed una pseudo normalità agli studenti.
Tornando a me, passo moltissimo tempo in studio a disegnare, leggere e progettare macchine ibride per illusioni ottiche. Sto portando avanti tre macro progetti da due anni. Uno riguarda la creazione di un Parnasso 2.0, uno spazio distopico, formato da disegni e da macchine ibride. Il secondo è legato al Flying Dutchman, romanzo ed opera Wagneriana che sto riproponendo sotto forma di uno dei miei teatri realizzati completamente di carta, e l’ultimo che è in piena fase esecutiva è dedicato alla Salomè, figura biblica ma anche soggetto di numerose opere e messe in scena teatrali. di cui due sono quasi a compimento. Posso quindi affermare di trovarmi in una fase estremamente produttiva della mia vita artistica. Ho organizzato lo studio in modo da poter dividere i progetti e spostarmi di volta in volta, in base a dove mi trovo lavorativamente più in sintonia.
Tempo, Spazio, Suono. Concetti ricalibrati, relativi, riformulati…
Beh, credo che in un momento come questo, tutti dobbiamo necessariamente ricalibrare i propri parametri vitali. Non solo io come artista, ma anche come individuo, padre e marito e quindi elemento all’interno della società. Io lo sto facendo come Artista, padre, e membro di una collettività. Credo di parlare da persona privilegiata che può concedersi questo tempo per mettere al crogiolo molti progetti e fasi del proprio lavoro. Spesso penso a chi in questo momento non ha certezza di potersi assicurare i beni di prima necessità e questo mi fa profondamente riflettere.
Sto vivendo questo tempo con la mia famiglia, cercando di riappropriarmi di alcune piccole cose che spesso mi passano davanti e sfuggono, come il tempo insieme a mia figlia e altri momenti importanti all’interno del nucleo familiare, che sistematicamente vengono rubati o nascosti dai ritmi del lavoro a pieno regime. Sto riflettendo molto su quello che sarà il post-Pandemia, sul mio lavoro e sul mercato, e penso che da parte mia c’è la volontà di cercare di affinare ancor di più la qualità dei miei lavori, l’intensità e la serietà della mia ricerca.
Leggere, scrivere, riflettere, altro…
Come dicevo prima, anche in questo periodo il tempo sembra non bastare mai, ne passo molto con mia moglie e mia figlia cercando di spiegarle la situazione, creiamo attività nel limite del possibile; tuttavia, è impegnativo riempire la vita dei bambini che hanno un energia esplosiva in grado di travolgere anche il tempo altrui, come se il loro non fosse abbastanza. Chiaramente, nel rispetto delle norme e della società, ci sono i momenti per fare la spesa e gli approvvigionamenti, anche se negli ultimi dieci giorni ho dedicato moltissimo tempo a dei lavori di sistemazione nel mio studio. Con Prometeo Gallery stiamo preparando una mostra on-line che inaugurerà a breve.
Nel frattempo sto lavorando alla realizzazione del mia prima pubblicazione importante che spero veda la luce per la fine del 2020. Sto anche metodicamente dedicando molto tempo a degli studi necessari per la mia ricerca, che spesso riescono ad avere meno attenzione di quanto di quanto riesca a dedicargliene ora. Sto scrivendo una sceneggiatura per un nuovo grande teatro di carta, insomma davvero il tempo sembra non bastare.
Prima cosa che farai quando finisce la quarantena?
Sicuramente prenderò la famiglia per andare nei nostri amati Sibillini, a piedi scalzi in un prato, di fronte ad un bel lago e mostrare a mia figlia che ci sono delle cose preziosissime di cui dobbiamo essere custodi e per cui vale la pena lottare anche in questi tempi bui: la libertà e la natura, due elementi fondamentali che da anni cerco anche di far trapelare nel mio lavoro.