Sì, ok, c’è la metropoli. Che ospita grandi spazi dedicati all’arte, mostre e fiere che fanno circolare milioni di euro. Ma non è ovviamente e per fortuna tutto qui. Ad un’altezza di circa 1700 metri sopra il mare, a Querceta (Lucca), fin dal 1821 si trova la Henraux, azienda specializzata nella tradizione dell’escavazione e lavorazione del marmo: tutta la montagna è ricchissima di questa pietra, e già dai tempi di Michelangelo, 1500, forniva i maggiori artisti italiani (il nome citato era fra questi). Dalla prima metà dell’8oo la famiglia francese degli Henraux acquistò la montagna intera, e d’allora è rimasta una proprietà privata, ch si è anche allargata negli anni fino alle dimensioni attuali: 18milioni di mq di spazio interamente dedicati all’estrazione e la lavorazione del marmo. Girare per la zona degli scavi significa camminare su sentieri che hanno come cinta di sicurezza blocchi di marmo bianchissimo appena estratti, con una vista sulla valle e i monti circostanti, dove, in alcuni, stanno aprendo nuove cave o ne esistono già di presenti sempre dell’azienda Henraux. C‘è poi la zona mensa, dove i cavatori sostano, un luogo a parte, sembra di andare a spiare la casa di una grande famiglia: gli avvisi di matrimonio di uno o dell’altro degli scavatori, la cucina tradizionale del posto, le auto degli parcheggiate nelle vicinanze. Certamente la cava è un’industria che estrae blocchi di pietra bianchissima, talvolta con i preziosi “arabescati” (le linee di vari colori che a sorpresa disegnano il bianco del marmo con altre sfumature), ma è anche un luogo di lavoro del tutto anomalo, ricchissimo di tradizione e di storia.
Un’azienda così antica può permettersi d’investire sui giovani, e di ospitare mostre di arte contemporanea: Paolo Carli, l’attuale presidente della Henraux S.p.A e della Fondazione Henraux dal 2003, ha un chiaro obbiettivo: riattivare l’atelier di scultura e istituire seminari o simposi di scultura riservati ai giovani artisti. Per la verità il presidente precedente, Erminio Cidonio (amministratore unico dell’azienda negli anni 1950-60) già aveva inventato una prima edizione del premio dedicato a giovani scultori. Di Carli è l’idea di riprenderlo e, prima ancora, di dare vita alla Fondzione Heraux: già dal 2006 sono cominciate le trafile per realizzare atti notarili, incontri e accordi con enti pubblici della zona, concluse nel 2011. Il progetto della Fondazione consiste non solo nella realizzazione di premi, mostre e venti artistici volti a sostenere i giovani scultori che usano il marmo come materia prima, ma anche al recupero e la destinazione a fini museali degli edifici presenti nell’area dell’azienda Hernaux a Querceta. La vecchia palazzina, ormai dimessa, e parte della circostante area, diventeranno a breve museo e territorio di mostre temporanee.
Ora l’azienda ospita, oltre ad una prima collezione permanente con opere marmoree di artisti contemporanei già di sua proprietà, la prima mostra organizzata, che ha dedicato ad Emilio Cidonio, il primo ideatore di un Premio Hernaux nel 1962. Diciassette artisti sotto i trent’anni, ciascuno proposto da altrettanti Accademici chiamati appositamente a costituire la giuria e la commissione selezionatrice per il premio di Scultura Henraux: Philippe Daverio è presidente della giuria, e Jean Blanchaert Segretario del Premio. E’ stato Daverio a selezionare i giurati, che a loro volta hanno portato un artista: Mario Botta, Jean Fabre, Christos M. Joachimides, Alssandro Mendini o Rossana Orlandi alcuni dei nomi degli accademici. I vincitori? presentati in una ricca serata nella struttura della Fabbrica Hernaux, tra sculture marmoree e macchine tecnologiche all’avanguardia necessarie oggi a produrle (il martello è praticamente un lontano ricordo, serve agli artisti solo per gli ultimi dettagli: ormai la maggior parte del lavoro è svolto da esperti ingegneri che sanno manovrare complicate macchine ad altissima precisione, e che seguono il disegno che l’artista a creato), Fabio Viale si è aggiudicato il primo premio per la sua scultura “Arrivederci e grazie”, Alex Bombardieri, “Samara”, e Mattia Bosco, “Blue Tractor”, il secondo ad ex aequo: opere che trasformano la materia rendendola apparentemente una superficie delicata, per i dettagli quasi invisibili che si possono ricavare attraverso la scultura.
SCHEDA TECNICA:
“Premio Fondazione Hernaux”
via Deposito 269, Querceta (Lucca)
da lunedì 23 a venerdì 27 luglio 2012-07-23
a cura di Philippe Daverio
da lunedì 23 a venerdì 27 luglio 2012
dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00
sabato 28 luglio 2012
dalle 9.00 alle 12.00
http://www.fondazionehenraux.it