Com’è cambiata la vita degli artisti durante la quarantena? Come sono mutate le loro abitudini, il loro sentire, il loro lavoro?
L’aria sospesa, gli spazi dilatati, i silenzi, il fluire sordo del tempo. L’attesa pervasa di un chiarore surreale e indefinito che scandisce le vite della quarantena. Abbiamo chiesto a una serie di artisti di raccontarci lo scorrere del tempo dalle proprie case, trasformate in temporanei atelier. La vita di un artista ai tempi della pandemia.
I tempi di 108
Come passi la giornata, dove e come dipingi ora?
Gli ultimi dieci giorni li ho usati per mettere in ordine la casa, i miei libri, dischi, film e nel mio archivio, ho veramente troppe cose, è una cosa che non facevo da anni e che probabilmente se non fosse per questa situazione non sarei mai riuscito a fare. Un vero disastro. Il mio lavoro e la mia vita non sono cambiati tantissimo, non amo molto la socialità quotidiana e quando non viaggio sto nel mio studio che è in particolare una stanza della casa in cui vivo ad Alessandria che poi man mano si espande nelle altre sale.
Anni fa mi sono spostato qui proprio perchè la casa era abbastanza grande e non dovevo trovare uno studio esterno con tutte le spese e i problemi aggiuntivi. Quindi diciamo che l’unica cosa che è cambiata sono i formati: sto lavorando su cose più piccole, sto facendo più carte, sia perchè è difficile recuperare il materiale, sia perchè non ho molto spazio per stoccare. E’ vero anche che alla tela preferisco la carta e sono un po’ stufo delle cose grosse, quindi visto che mostre e commissioni varie sono saltate o posticipate, mi dedico a quello che amo di più senza troppi pensieri concreti. Mi dedico anche ad altro come musica e suoni, foto, esperimenti vari, ecc… Per il resto sto cercando di rallentare un po’, cosa per me difficile. Sono anni che non riesco a staccare, non solo per i progetti e i viaggi ma perchè ho un rapporto un po’ morboso con il mio lavoro che poi è anche la mia vita che, unito ai fattori economici che hanno a che fare con l’essere artisti in Italia, in alcuni casi mi porta a pensare che dormire sia tempo sprecato, e patologie correlate.
Tempo, Spazio, Suono. Concetti ricalibrati, relativi, riformulati…
Io sono una persona molto ansiosa e le prime settimane di epidemia mi hanno causato molti problemi e ancora oggi mi dispiace molto leggere di tutti quelli che stanno morendo nel mondo e vicino a casa, una disastro enorme. Tuttavia il dilatarsi del tempo in queste settimane è una cosa di cui avevo davvero bisogno. Mi sono reso conto, come credo altre persone, che negli anni ci siamo diretti verso un tipo di vita incentrato su un tipo di economia completamente distaccato dalla “realtà reale”, viviamo una nevrosi continua pensando che sia la normalità, il tempo è sempre contato.
La mancanza di automobili ha fatto sparire l’inquinamento sia atmosferico che sonoro. Io vivo in una delle città e zone più inquinate d’Europa e in vita mia non avevo mai immaginato che l’aria potesse essere così buona e di poter sentire gli uccelli che cantano dal mattino alla sera in centro città. Per quanto riguarda lo spazio, non so. Sono abituato a stare nel mio studio giorno e notte, mi mancano certo i giri in bici sulle colline qui in torno e andare in montagna. Però anche in questo caso è bello vedere che la città senza persone è più silenziosa, più pulita, i parchi sono rigogliosi senza persone, ci sono i caprioli e le lepri per le vie del centro. Spero che le persone imparino qualcosa da questa situazione ma, devo dire, non ci credo molto.
Leggere, scrivere, riflettere, altro…
Mi sono messo a leggere un po’ di cose che avevo vicino al letto da tempo, compro troppi libri e poi non riesco mai a leggerli. Storia antica, antropologia, da qualche tempo mi sono appassionato all’orfismo e ad altre correnti del buddismo e ho trovato tantissime connessioni e smilitudini. Non riuscirò mai a leggere tutto, ma certo sto leggendo più di quello che faccio di solito. Scrivo sempre per fissare le idee, per prendere appunti che poi diventano riflessioni annoto i sogni, le coincidenze, questo tipo di cose, anche se poi sono sempre restio a renderlo pubblico, avrei praticamente dei libri pronti.
Pensare, penso sempre troppo, come dicevo nella prima domanda non riesco mai a staccare del tutto dai miei pensieri che sia lavoro o altro, io poi non separo molto le due cose. Quindi mi sono rimesso a fare meditazione quotidianamente, da solo non è facile, ma sto provando diverse tecniche, anche perchè fanno parte dei miei interessi, soprattutto sul respiro. 10 anni fa mi sono salvato così, cerco da un lato la presenza fisica e mentale e dall’altro la possibilità di trascendere la realtà. Poi anche se sono sempre un po’ pigro da questo lato, faccio degli esercizi fisici per tenermi elastico. Come tutti mi pare, cucino anche molto, sono vegetariano da 25 anni e non uso praticamente niente che sia di origine animale, mi piace perfezionare le mie ricette che, come per la mia pittura, devono essere semplici e gustose. Uscire e andare a bere nel weekend non mi mancano molto, anzi.
Prima cosa che farai quando finisce la quarantena?
Appena possibile vorrei andare sulle mie montagne e nei boschi. La cosa che mi manca di più è quella. Il cielo, la terra, gli alberi e gli animali, pensavo che mi sarei stufato del distanziamento sociale e invece ho ancora più voglia di passare un po’ di tempo da solo nei boschi e guardare le valli dalla cima di qualche monte (se le gambe vanno ancora).