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Musei e riaperture. Scattare una foto alla Gioconda sarà più rilassante, ma a quale prezzo?

Riaperture musei Riaperture musei
Riaperture musei
Riaperture musei

Il momento tanto atteso sembra essere alle porte. Sono stati (e saranno) mesi duri, veri e propri hard times per gli appassionati d’arte. Giornate scandite da audiolibri sulla controversa quanto interminabile biografia del famoso artista X, podcast in grado di trasformare l’analisi di un’opera d’arte in un monologo/flusso di coscienza di quaranta minuti, viewing rooms che, se non altro, hanno sollevato molti curiosi dall’imbarazzo di rivolgersi al gallerista in fiera per conoscere il prezzo di un’opera d’arte (“così, per sapere”, non per altro). Anche la dedizione mostrata nel partecipare a quanti più tour virtuali possibile non sempre è stata ripagata: in certi casi di realmente “virtuale” si è potuto ammirare solo il banner pubblicitario, in alto a destra.

L’esperienza è stata e continuerà ad essere formativa, sotto ogni aspetto. Quello che il mondo dell’arte sta sperimentando in questo momento storico costituirà un bagaglio valido e promettente per il futuro della cultura, italiana e non solo. Nulla sarà stato inutile. Neanche iscriversi alle dodici newsletter che ogni giorno intasano la webmail.

Esperienza virtuale e fruizione diretta potranno un giorno dirsi complementari e funzionali l’una all’altra. Ad oggi però, metter piede -fisicamente- in un museo, una sala espositiva, una galleria, rappresenta per qualsiasi appassionato un’esperienza ineguagliabile. Sarà lo stesso anche dopo il Covid19? Prossimi alla riapertura, i musei si preparano a mostrarsi agli occhi dei loro visitatori in vesti inedite.

Capitolo 1: La fila

Finora segno distintivo della snervante quanto conveniente #DOMENICAALMUSEO (ormai solo lontano ricordo dei vecchi “fasti”), la fila per la biglietteria potrebbe rappresentare presto una nuova, inevitabile normalità. Acquistare il ticket online? Non sempre consentirà di bypassare l’attesa in coda, soprattutto adesso che in molti acquisteranno il proprio biglietto in anticipo.

Con gli ingressi contingentati fare la fila diventerà un’abitudine; e viste le circostanze, è certo che gli ultimi, in questo caso, non saranno i primi. Di certo non prima di un paio d’ore. Se qualcuno penserà ancora di poter stazionare mezzora di fronte alle didascalie di ogni singola opera d’arte(comprese le riproduzioni nel bookshop), la situazione potrebbe ulteriormente complicarsi.

Il lato positivo? Dopo i due mesi trascorsi, le file non dovrebbero più costituire un problema.

Capitolo 2: I tour guidati

A meno che non si disponga di una decina di conviventi, è presumibile che d’ora in poi i tour guidati saranno limitati (se non direttamente eliminati). Un gruppo di persone a distanza di due metri l’una dall’altra, in una sala museale, somiglierebbe più ad un’esibizione di performance art, che ad una visita guidata. Fortunatamente, grazie all’invenzione di bizzarri (o inquietanti?) dispositivi di sicurezza come il Tag EGO pro Social Distancing, che l’Opera di Santa Maria del Fiore (Firenze) ha annunciato di voler adottare, quel che è certo è che sarà impossibile annoiarsi. Forse anche parlarsi.

Capitolo 3: La Gioconda

Importante non sottovalutare quello che potrebbe rappresentare il più grande -nonché forse unico- vantaggio del caso. Contemplare un’opera d’arte non significherà più dover affrontare un incontro di boxe 1 contro 10. Dove 10 è il numero minimo di persone schierate contemporaneamente di fronte allo stesso quadro (quando si è fortunati e non si tratta di un’intera classe di studenti in gita).

Per gli Art Blogger scattare una fotografia ben centrata, a fuoco, regolando la luce, non sarà più un problema.

Capitolo 4: “Gli sdraiati”

In una delle sale principali, la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma mette a disposizione del suo pubblico dei morbidi ed ampi cuscini su cui rilassarsi e perdersi in argute analisi critiche, tra un’opera e l’altra. Non di rado, capita che la “pausa” si prolunghi fino a rientrare legittimamente nella denominazione di “riposino pomeridiano”. D’ora in avanti sarà fondamentale prestare attenzione ai tempi di permanenza all’interno dei musei, in modo da permettere al maggior numero di persone possibile di accedere alle strutture. Sarà quindi preferibile rimandare la “pausa rigenerativa” ad un secondo momento. Lo stesso vale per chi, di nascosto,pensa ancora di poter approfittare della sedia vuota del personale di sala.

Capitolo 5: Lo studente dell’Accademia di Belle Arti

Chiunque abbia visitato un museo di arte classica galvanizzato dalla convinzione di saper disegnare, si è senz’altro scontrato con una scomoda -quanto inoppugnabile- verità: nessuno saprà mai riprodurre su carta una statua in marmo come sa fare uno studente dell’Accademia di Belle Arti. Da qualsiasi parte del globo lui provenga. Possono trascorrere minuti, ore, intere giornate: lo studente di Belle Arti sarà ancora lì, concentrato e indifferente alla confusione circostante, a disegnare e rivendicare il suo ruolo nel mondo dell’arte. Date le circostanze, a breve anche lui potrebbe conquistare un posto nella lista “specie protette in via d’estinzione”.

Rientrare in un museo dopo più di due mesi di astinenza, costituirà per ognuno un’esperienza a sé stante. Per qualcuno significherà assecondare una vecchia, ormai familiare dipendenza. Metter nuovamente piede in una sala museale solleticherà allora l’urgente bisogno di recuperare il tempo sprecato: ogni giorno si affronterà una nuova fila, lunga o corta che sia.

Qualcun altro ne avrà presto abbastanza di norme e limitazioni, e ripiegherà sulle numerose, valide alternative virtuali, comodamente fruibili dal divano di casa propria.In questo caso, l’intermezzo “riposino pomeridiano” sarà consentito.

In ogni caso, si riscoprirà cosa significa fare diretta esperienza dell’arte. L’Italia si sta coraggiosamente interfacciando con la digitalizzazione delle imprese, dei processi, della cultura. Ad oggi, è possibile visitare archivi, mostre temporanee e vernissage stando fermi davanti alla propria disordinata scrivania. È innegabile che la fruizione culturale sarà destinata a cambiare, reinventarsi, evolversi. D’altro canto, non si deve dimenticare che il virtuale nasce e trova spesso legittimazione proprio nel materiale. Entrambe le dimensioni cresceranno davvero solo raggiunta la piena consapevolezza della loro stretta ed imprescindibile interdipendenza.

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