Dal 25 giugno al 30 luglio è online sul sito di 10 A.M. ART Gallery la mostra Marina Apollonio. “Dinamiche Virtuali”. Realtà mutevole e illusoria quelle espressa dalle cinetiche sperimentazioni dell’artista appartenente al gruppo del Movimento Cinetico.
Il più grande limite dell’arte è forse anche il suo più importante valore: non avere definizioni. Ma nemmeno confini o limitazioni dettate dal gusto imperante o dai tempi dittatori. L’arte ha sempre vantato un’inestimabile libertà e di questa ne gode. Così accade che negli 60′ un gruppo di artisti preferisca negare ogni tipo di qualità espressiva o emozionale dell’opera in favore di un’arte spersonalizzata. Nasceva allora il Movimento Cinetico, fautore di inedite e illusorie esperienze visive.
Tra le loro fila si distingue Marina Apollonio (1940), che fin dalla gioventù dei suoi 20 anni si è confrontata con l’arte Ottico-Cinetica e con i suoi dettami: moderni materiali industriali modellati in precise strutture calcolate in modo tale da trasformarsi in spazio. Cosa significa? Significa che lo spettatore, confrontandosi con molte di queste opere, debba continuamente ricredersi sulla forma e sul fenomeno che l’opera, in costante movimento, genera negli occhi di chi guarda. Lo spazio e la realtà diventano dunque concetti relativi, se non addirittura ingannevoli.
10 A.M. ART Gallery di Milano raccoglie oggi gli esiti dei cicli di lavori più significativi della carriera di Apollonio dal 1964 fino ad oggi. Le opere in alluminio, le Gradazioni su tela, le Dinamiche Circolari, i Rilievi a Diffusione Cromatica e le recenti Dinamiche Ellittiche e Fusioni Circolari. Presente anche l’installazione a pavimento che Marina Apollonio presentò nella mostra The Illusive Eye presso El Museo Del Barrio di New York nel 2016. Una mostra già audace in se stessa, che si fregia di ulteriore particolarità: sarà visitabile esclusivamente online.
Questa, come riporta la galleria, una sintesi efficace della poetica di Marina Apollonio:
La poliedrica ricerca dell’artista sintetizza in modo semplice uno studio complesso, in bilico tra arte e scienza, rendendo lo spettatore protagonista di una visione spazio-temporale da lei minuziosamente programmata. L’equilibrio tra gli opposti, soprattutto tra il bianco e nero, determinano un’iconicità tale da delineare il tratto distintivo dei suoi lavori e la loro assoluta riconoscibilità.