Durante la primavera 2019, nei pressi degli scavi di Ostia, è stato riportato alla luce un sarcofago. Nel video del MiBACT l’archeologa Barbara Roggio ci racconta di questa misteriosa scoperta.
Il sarcofago rettangolare di terracotta, ricoperto da un coperchio di tegole, conteneva i resti di un inumato, un individuo della classe media. Lo scheletro è rappresentato bene in tutte le sue parti, a testimonianza del fatto che la sepoltura era inviolata, ma lo stato di conservazione degli elementi ossei non è buono: la forte umidità, presente all’interno del sarcofago, ne ha causato un forte deterioramento rendendoli fragilissimi al tatto.
Da quello che rimane, grazie ad un attento studio, si può risalire a dettagli importanti riguardanti la vita del defunto. Il corpo appartiene ad un individuo di sesso maschile deceduto all’incirca a 40 anni. Analizzando le parti del corpo, è possibile scoprire curiose informazioni come lo stato di salute e le diverse attività svolte durante la vita. I denti, che sono gli elementi che meglio si conservano, ci fanno da carella clinica e ci svelano i diversi problemi di salute che l’uomo aveva fin dalla gioventù.
Osservando dei particolari, gli archeologi hanno potuto datare il reperto all’incirca al secondo secolo dopo Cristo. Insieme ai resti del corpo hanno ritrovato anche degli ornamenti, quattro unguentari di vetro avrebbero accompagnato l’inumato nell’aldilà. Un rialzo con tre fori sosteneva, come se fosse un cuscino, la testa del defunto.