Riportata alla luce parte della pavimentazione e delle fondamenta della Villa romana scoperta dagli studiosi un secolo fa nelle vicinanze di Negrar di Valpolicella
I tecnici della Soprintendenza di Verona, con un carotaggio mirato del suolo, stanno parzialmente scoprendo i resti assolutamente ben conservati sotto alcuni metri di terra, con un obiettivo preciso: identificare l’esatta estensione e la esatta collocazione della villa romana della quale, circa un secolo fa, nel 1922, era stata messa in luce una superficie di circa 270 metri quadrati del settore residenziale (la pars dominica), con varie stanze splendidamente pavimentate a mosaico.
Un’indagine preliminare non invasiva con georadar, tentata l’anno scorso, non aveva dato risultati apprezzabili, mentre l’apertura di una serie di trincee ha permesso di individuare alcune strutture (muri, una pavimentazione con grandi lastre di pietra, tre gradini) mai individuate in precedenza, appartenenti molto probabilmente a un settore di servizio della residenza (la pars rustica), e finalmente il limite nord dello scavo del 1922, con l’emozionante riscoperta di una porzione della pavimentazione a mosaico di quello che fu interpretato dall’archeologa Tina Campanile, che lo scavò per prima, come il lato meridionale di un ampio e lungo portico colonnato, un peristilio, forse aperto su un giardino interno.
Il sito rimarrà, almeno per il momento, ancora nascosto sotto terra.