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Portare Shakespeare tra le mura domestiche. Zoe Pernici ci racconta HOMEShakes

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Prendere le complesse opere teatrali di Shakespeare e riadattarle alla banalità del quotidiano. Durante il lockdown, l’attrice Zoe Pernici non ha mai smesso di alimentare la sua passione per il teatro. Così, insieme a Francesco Scarel, ha dato vita a HOMEShakes, una serie di cortometraggi che coinvolge attrici e attori da tutta Italia per portare una ventata d’aria fresca (e piena d’ironia) nel linguaggio del drammaturgo inglese.

Tra le quattro mura domestiche, in uno spazio urbano che poco o nulla ha a che vedere con le atmosfere shakespeariane. Eppure, se in quello spazio vive un’attrice che ha fatto del teatro la propria vita, gli scritti del drammaturgo inglese trovano lo stesso una loro dimensione per esistere, evocando immagini e sensazioni. Mettere la moca sul fuoco, girare le uova per la frittata, fare la lavatrice: “il tragico mondo delle gesta quotidiane” è raccontato attraverso una serie di cortometraggi fruibili su YouTube sotto il titolo di HOMEShakes. A idearli e dirigerli è Zoe Pernici, attrice triestina diplomata presso la Paolo Grassi di Milano, che dal 2017 fa parte della Compagnia Scimone-Sframeli con la quale ha appena concluso un tour internazionale con lo spettacolo “SEI” tratto da “Sei personaggi in cerca d’autore” di Pirandello. A curarne riprese e montaggio è il compagno Francesco Scarel, scienziato e videomaker. Il meccanismo è semplice ma d’impatto: si parte da un’immagine incomprensibile che disorienta lo spettatore per poi svelare la banalità dell’oggetto in questione e sintetizzare il tutto in un gioco di parole. Ad accompagnare l’azione, un testo tratto da un’opera di Shakespeare, interpretato da un attore o un’attrice italiano/a. Il risultato è una rilettura leggera e spensierata del Bardo dell’Avon che, in un momento delicato come questo, ne porta l’opera alla portata di tutti.

Zoe Pernici e Francesco Scarel
Ciao Zoe. Come nasce l’idea di applicare gli scritti di Shakespeare alla quotidianità?

È nato tutto durante il lockdown. All’improvviso, alcune azioni quotidiane hanno acquisito un nuovo valore. Non mi ero mai lavata le mani così spesso come in questo periodo e lì, sul lavandino, è nato il primo “germe” di HOMEShakes, “Lady Macbath”. Una sera mi è venuta voglia di riguardarmi “Shakespeare The Animated Tales”, una serie televisiva realizzata dallo studio di animazione russo Soyuzmultfilm, che da bambina mi aveva incantata. Condividendo questo gioiellino con Francesco, il mio compagno, è iniziata a germogliare l’idea di questo progetto. Mi sono subito riletta Shakespeare, dopodiché avevo una gran voglia di sentire i miei amici e colleghi lontani per confrontarmi con loro. Sin da subito ho stabilito che non avrei utilizzato la mia voce, ma che ogni testo sarebbe stato interpretato da “voci lontane”. A Francesco piace molto sperimentare con il linguaggio audiovisivo, così ha aderito con entusiasmo al progetto.

HOMEShakes
Qual era il tuo scopo nel momento in cui hai deciso di dare vita a una serie di cortometraggi, e quale il pubblico che speravi di raggiungere?

Poiché è nato dal bisogno di creare qualcosa assieme alle persone con le quali ero solita lavorare prima che scoppiasse la crisi sanitaria, lo scopo era di ridurre le distanze che in quel momento ci separavano, e farlo in un modo creativo. Poi, pian piano si sono aggiunte “voci” che conoscevo ma con cui non avevo mai lavorato o addirittura mai conosciuto personalmente, ma che ho sempre stimato artisticamente. Questa rete di collegamenti creativa mi ha fatto sentire viva, con una visione. Sicuramente si rivolge a un ampio pubblico. Un’insegnante delle scuole elementari mi ha richiesto i video come materiale da utilizzare in classe. Il tentativo è quello di trascrivere il difficile linguaggio shakespeariano in termini più freschi, attraverso un quotidiano fatto di immagini e suoni.

HOMEShakes
Avete coinvolto molti attori da tutta Italia. Com’è stato accolto il progetto da parte loro?

Tutte le attrici e gli attori coinvolti/e hanno partecipato con un generoso entusiasmo! Tanti di loro hanno dovuto registrare la voce dentro a degli armadi, per eliminare al meglio i rumori presenti in casa. Sono stati molto generosi, sperimentando più versioni del testo in modo da trovare insieme la resa migliore.

HOMEShakes
HOMEShakes nasce e si sviluppa online. C’è l’ambizione che possa andare oltre al web?

Per continuare ad avere sempre questa spinta, in questo periodo difficile per il nostro lavoro, vorremmo toccare la maggior parte delle opere di Shakespeare, quindi continuare su YouTube. Lo abbiamo pensato come prodotto web e per adesso così resterà, sempre sottotitolato anche in inglese per raggiungere un pubblico più variegato. Il pubblico nel web è un’entità indefinita, quasi misteriosa per me. Attraverso HOMEShakes spero di conoscerne le diverse sfaccettature.

HOMEShakes
L’ambito teatrale, come altre discipline del mondo dell’arte e dello spettacolo, è stato tra i più colpiti dalla crisi economica causata dalla pandemia: teatri chiusi, difficoltà a mettere in pratica qualcosa “a distanza”, totale incertezza sul futuro e una grave mancanza di attenzione da parte del governo. Come percepisci questo momento e come vedi il tuo futuro prossimo?

Penso che sia un ottimo momento per cambiare il modo in cui la cultura è concepita in Italia. È molto importante che i lavoratori dello spettacolo restino uniti e facciano sentire la loro voce. Una rivoluzione è necessaria, i diritti e le tutele sono inesistenti in questo settore, che è fondamentale per il benessere dell’anima. Il mio futuro? Voglio continuare a fare il mio lavoro, l’attrice teatrale. L’odore del palcoscenico mi manca da impazzire. Inoltre vorrei finalmente far vivere, dopo due anni di lavorazione, un progetto cui tengo molto e di cui ho curato la regia: s’intitola Alcesti. Tratta di una donna rinchiusa in una stanza che si trova a confrontarsi con un mondo impazzito all’esterno. Quasi premonitore, direi. È un testo scritto da Viola Lucio e interpretato da Serena Ferraiuolo, due colleghe e artiste che stimo profondamente. Unione è forza.

Le voci che danno vita alle parole di Shakespeare sono di: Orietta Notari, Ariella Reggio, Federica Fracassi, Marco Oscar Maccieri, Paola Giannini, Chiara Tomei, Cristina Cappelli, Alice Giroldini, Serena Ferraiuolo, Luca Mammoli, Giulia ManCini, Rossella Fava, Dalila Reas, Riccardo Dal Toso,  Ludovico Fededegni, Federica Ombrato, Miriam Russo, Matteo Ciccioli,  Giuseppe Scoditti,  Alessandro Bay Rossi, Mariasilvia Greco, Emanuele Turetta  Marta Chiara Amabile,   Viola Lucio, Federica Garavaglia, Mauro Milone, Anna Cappellari, Bruno Ricci, Nathan Boch, Marco Palazzoni, Sara Alzetta, Michelangelo Maria Zanghì, Luigi Feroleto, Valentino Pagliei, Andrea di Casa, Elena Russo Arman, Enza de Rose.

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