Il budget federale della Germania per l’acquisizione di arte contemporanea aumenterà di sei volte, dai 500mila euro standard fino a 3 milioni
Il pragmatismo e l’efficienza, da tutti riconosciuti agli stati del nord Europa, si vedono anche da queste (piccole) cose. Gallerie d’arte contemporanea e artisti sono in crisi dopo la bufera pandemica? E il governo della Germania scende direttamente in campo, soldi alla mano, per sostenerli. Nessun intricatissimo DPCM da interpretare, nessuna pratica da inoltrare con regole che neanche Einstein comprenderebbe. Ma acquisizioni dirette, che andranno a incrementare la collezione d’arte pubblica federale.
Le cifre? Sono piccole, non certo capaci di raddrizzare una situazione universalmente critica e di difficile soluzione. Eppure in questi casi contano, e molto, anche i gesti simbolici: atti concreti di una politica che fa il possibile per non lasciare indietro nessuno. Il programma presentato dal ministro della cultura Monika Grütters si chiama “Culture New Start”, e prevede che il budget federale per l’acquisizione di arte contemporanea aumenterà di sei volte, dai 500mila euro standard fino a 3 milioni.
“Aumentando il budget di acquisto, consentiremo alla Federal Art Collection di fornire un impulso rapido ed efficace per rilanciare la produzione artistica nell’attuale difficile situazione“, ha affermato il ministro. “Le gallerie più piccole, in particolare, trarranno vantaggio dall’ampia politica di acquisti, che avverranno anche direttamente negli studi degli artisti“.
Le opere acquistate avranno costi inferiori a 20mila euro. Individuate sulla base delle raccomandazioni di una commissione indipendente composta da Ulrike Groos del Kunstmuseum Stuttgart, Anna-Catharina Gebbers dell’Hamburger Bahnhof, Friedrich Meschede della Kunsthalle Bielefeld e Roland Nachtigäller del Museum Marta Herford.
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